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Green Washing

Ecco perché i dirigenti senior sospettano che le loro (grandi) aziende stiano facendo greenwashing

Un sondaggio in 16 mercati e diversi settori rivela che i dirigenti affrontano degli ostacoli per fare progressi sulla sostenibilità

I nuovi risultati dei sondaggi di The Harris Poll presi per Google Cloud mostrano che i dirigenti senior delle grandi aziende di tutto il mondo stanno dando la priorità agli obiettivi di sostenibilità e sono fiduciosi nei progressi delle loro aziende. Tuttavia, molti degli stessi leader aziendali affermano che “l’ipocrisia verde esiste” e che la loro azienda ha sopravvalutato i propri progressi in termini di sostenibilità.

Il sondaggio, condotto su 1.491 dirigenti di livello C o VP in 16 mercati e diversi settori, ha rilevato che i dirigenti senior devono affrontare ostacoli per fare progressi in materia di sostenibilità, in particolare difficoltà nel misurare e verificare i progressi.

Come e se le grandi aziende raggiungeranno i loro obiettivi di emissioni di gas serra contribuirà a determinare l’esito degli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi.

I RISULTATI DEL SONDAGGIO SU 1.491 DIRIGENTI

L’80% dei dirigenti intervistati ha valutato la propria azienda al di sopra della media per il proprio lavoro sulla sostenibilità, in particolare nei settori dei servizi finanziari e della tecnologia. Solo il 36% degli intervistati ha affermato che le proprie organizzazioni dispongono di strumenti di misurazione che consentono di monitorare in dettaglio i propri progressi.

Il 58% degli intervistati ha affermato che la propria organizzazione è colpevole di greenwashing.
Questo risultato è stato particolarmente elevato in Nord America, dove il 72% degli intervistati ha affermato che la propria organizzazione lo ha fatto.

I dirigenti danno priorità al lavoro sulla sostenibilità tanto quanto ai compiti più tradizionali, come la ricerca e sviluppo.

Il sondaggio mostra che i dirigenti ripongono la loro fiducia nell’innovazione tecnologica, compresi i dati informatici e satellitari, per aiutare a promuovere soluzioni sostenibili.
“La risposta arriverà dal mettere i dati migliori nelle mani dei responsabili delle decisioni”, ha affermato in un’intervista Justin Keeble, amministratore delegato Global Sustainability di Google Cloud. “Penso che il problema sia, poiché le aspettative sono aumentate, che non è stato commisurato agli strumenti di cui le aziende hanno bisogno per essere in grado di misurare e divulgare le prestazioni”.

IL “NUOVO SETTORE” LEGATO ALL’IMPRONTA CARBONICA

Nel frattempo stanno nascendo nuove società per aiutare le aziende a tener conto della propria impronta di emissioni di gas serra e determinare le migliori opportunità per ridurla. I venture capitalist hanno investito somme crescenti in questi sforzi, incluso l’annuncio della scorsa settimana di 73 milioni di dollari raccolti in un round Series B per Sweep, che produce software di monitoraggio delle emissioni.
Altre aziende del settore sono Supercritical, Cleartrace e Patch.

Per quanto riguarda Google, invece, l’azienda sta cercando di essere quella con cui i nuovi arrivati, tra molti altri, collaboreranno per ospitare i loro dati e fornire gli strumenti per raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità, ha affermato Keeble.

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