Advertisement Skip to content
Energia Solare

Ecco perché i (pochi) progetti solari frenano la transizione energetica dell’Italia

Secondo SolarPower Europe il nostro Paese ha installato molti meno impianti di energia solare grande taglia rispetto ai Paesi vicini, il che potrebbe ostacolare il percorso verso la decarbonizzazione

 La transizione energetica dell’Italia si basa in misura considerevole sulla quantità di pannelli solari che verranno montati sui tetti. Secondo i dati elaborati dall’associazione di settore SolarPower Europe, però, il nostro Paese ha installato molti meno impianti di grande taglia rispetto ai Paesi vicini, il che potrebbe ostacolare il percorso verso la decarbonizzazione. L’Italia, dal 2016 ad oggi, ha aggiunto grandi parchi solari per un valore di 6 GW, una quota sensibilmente inferiore a quella di Germania e Spagna, che hanno installato oltre 20 GW di nuova capacità, costruendo impianti delle dimensioni di almeno 1 MW.

IL MERCATO ITALIANO DELL’ENERGIA SOLARE

Ciononostante, con 4,9 GW di capacità installata, nel 2023 l’Italia è stato uno dei mercati solari europei in maggiore crescita. Si tratta di quasi il doppio dei 2,5 GW installati nel 2022, quando per la prima volta rientrammo nella scala dei GW, un traguardo che non raggiungevamo dal 2013. All’interno dell’Unione europea, solo l’Austria lo scorso anno ha fatto registrare un tasso di crescita leggermente più elevato. L’Italia, rispetto al 2022, balza di due posizioni ed entra nella top 10 per la prima volta in un decennio.

IL RUOLO DEL SUPERBONUS SULL’INSTALLAZIONE SOLARE

Negli anni precedenti, il segmento residenziale ha svolto un ruolo cruciale nel trainare il mercato solare italiano, soprattutto grazie al sistema di incentivi del Superbonus. Il programma di sussidi – che offriva ai proprietari di case un credito d’imposta fino al 110% per l’installazione, tra gli altri, di energia fotovoltaica – nel 2023 è stato però fortemente modificato. Le installazioni residenziali sono diminuite dal picco mensile di 200 MW di marzo a 153 MW di ottobre, ma questo segmento contribuisce ancora con una quota significativa pari a circa il 40%. La base principale per la crescita solare dell’Italia è fornita dal settore C&I (commerciale e industriale), che lo scorso anno è stato responsabile di circa il 43% della capacità installata.

IL TARGET UE SULLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI

Bruxelles ha fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio per l’Italia del 43,7% entro il 2030, ma il governo ha già ammesso che non siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo. Per farlo, gli esperti stimano che il nostro Paese avrà bisogno di circa 12 GW di nuova capacità verde ogni anno entro il 2030. Essendo il solare la più grande fonte di energia rinnovabile della Penisola, sarà difficile da raggiungere, senza aumentare il numero di grandi impianti.

IL MINISTRO PICHETTO: “ABBIAMO UN ENORME PATRIMONIO DA PRESERVARE”

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, all’agenzia Reuters ha dichiarato che per l’Italia è difficile costruire molti grandi impianti a causa della natura del territorio, che è più densamente edificato, con meno spazi aperti rispetto ad altri Paesi, come la Spagna. Inoltre, ha aggiunto il ministro, “c’è anche un enorme patrimonio da preservare”.

Delle regole severe per tutelare il patrimonio italiano e la resistenza da parte degli enti locali hanno reso difficile la vita dei grandi costruttori di impianti.

L’industria lamenta il fatto che i grandi progetti green sono frenati da un lento processo autorizzativo, mentre gli impianti sui tetti beneficiano di procedure semplificate. “L’Unione europea ha chiesto che le procedure di autorizzazione siano snellite, ma questo non è ancora avvenuto e dev’essere risolto”, ha affermato Aldo Beolchini, CIO del gruppo di investimenti solari NextEnergy Capital. Una fonte industriale, che ha chiesto di restare anonima, ha detto che in Italia l’iter autorizzativo per un grande parco solare può durare oltre 4 anni, mentre in Spagna si punta a realizzare l’impianto entro 2 anni dalla sua progettazione.

I FONDI A DISPOSIZIONE DELL’ITALIA E GLI INVESTIMENTI NEL SOLARE

L’Italia prevede di spendere una parte significativa dei 194,4 miliardi di euro di fondi post-Covid che riceverà dall’Unione europea fino al 2026 in reti e infrastrutture per favorire la transizione verde. Circa 55,5 miliardi saranno destinati a progetti come il potenziamento della rete elettrica. Il governo ha stanziato circa 2,2 miliardi di euro per finanziare impianti solari destinati a soddisfare i bisogni delle piccole comunità – principalmente installazioni di piccole dimensioni, inferiori a quelle degli impianti su larga scala – e 1,1 miliardi per costruire parchi agrivoltaici.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su