Advertisement Skip to content
Big Oil

Ecco perché la transizione green delle Big Oil è ancora un miraggio

Le Big Oil sono ancora lontane dagli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi. Perché? Il nuovo rapporto del think tank Carbon Traker

Le Big Oil hanno ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi. È quanto emerge dal nuovo rapporto del think tank finanziario Carbon Tracker, che analizza piani di produzione, obiettivi di emissioni e di investimento delle 25 principali major quotate del settore. Tutti i dettagli.

BIG OIL, LA TRANSIZIONE È ANCORA LONTANA

Le principali compagnie petrolifere e del gas sono ancora lontane dagli obiettivi di decarbonizzazione. Infatti, il settore non ha ancora cambiato il proprio business. Nessuna delle 25 società quotate analizzate è risultata in linea con gli obiettivi di Parigi, secondo il report di Carbon Tracker.

Infatti, sono risultate tutte insufficienti da diversi punti di vista: piani di produzione, obiettivi di emissioni e di investimento. BP si è aggiudicata il punteggio migliore: D in una scala da A a H. La peggiore, invece, è Conoco Phillips. L’azienda ha ricevuto un H, poiché di questo passo contribuirà ad aumentare la temperatura di 2,4 gradi C al 2100 rispetto ai livelli preindustriali.

Intanto, la domanda globale di energia aumenta, fornendo alle compagnie la scusa per mantenere elevati i livelli di produzione di fossili, nonostante la COP28 di Dubai si sia conclusa con l’accordo per una “transizione lontana da combustibili fossili nei sistemi energetici”.

“Le aziende di tutto il mondo dichiarano pubblicamente di sostenere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e affermano di essere parte della soluzione per accelerare la transizione energetica. Purtroppo, tuttavia, vediamo che nessuno è attualmente allineato con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, ha detto l’autore del rapporto, Maeve O’Connor.

LE BIG OIL RILANCIANO

Le Big Oil chiedono di poter continuare a sfruttare le fonti fossili in maniera massiccia nei prossimi anni. È quanto emerge dai dati del rapporto e dalle parole pronunciate durante la S&P Global Industry di Houston.

Infatti, durante la conferenza i manager delle maggiori compagnie petrolifere hanno sottolineato la necessità di rallentare la transizione energetica verso tecnologie green.

“Dovremmo abbandonare la fantasia di eliminare gradualmente il petrolio e il gas e invece investire in essi in modo adeguato, riflettendo ipotesi di domanda realistiche”, ha detto il CEO saudita Aramco Amin Nasser.

Una richiesta che, se accettata, contribuirà a far alzare il termometro globale di 2 gradi entro la fine del secolo, secondo gli scienziati. Un dato preoccupante, se pensiamo che già il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e il 2024 dovrebbe superare di nuovo il record. Un aumento delle temperature che ha effetti sempre più tangibili: condizioni meteorologiche estreme ed eventi climatici sono sempre più all’ordine del giorno, soprattutto nei Paesi più poveri.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su