Advertisement Skip to content
Auto Elettriche

Ecco perché le auto elettriche non abbatteranno le emissioni del trasporto su strada

Le auto elettriche non basteranno a raggiungere la carbon neutrality al 2050. Perché? Il paper “L’industria automobilistica: quando la fornitura regolamentata non soddisfa la domanda. Il caso dell’Italia”

Serviranno circa 30 anni per sostituire l’intero parco veicoli italiano con vetture elettrificate. È possibile raggiungere la neutralità carbonica del trasporto su strada con la “semplice” sostituzione delle auto che circolano nel nostro Paese con nuovi modelli elettrificati? È la domanda intorno a cui ruota il paper “L’industria automobilistica: quando la fornitura regolamentata non soddisfa la domanda. Il caso dell’Italia”, scritto da Antonio Sileo e Monica Bonacina (Fondazione Eni Enrico Mattei).

AUTO, RINNOVARE LA FLOTTA BASTERÁ?

La risposta è no, il rinnovo della flotta non sarà sufficiente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, secondo il paper. Negli ultimi anni gli sforzi dei produttori sul lato dell’offerta non sono stati accompagnati da cambiamenti nelle abitudini di acquisto. Infatti, dal 2016 al 2022 sono state vendute poche auto, in particolare green.

“Nonostante gli interventi promossi a vari livelli (UE, nazionali, regionali e locali) e le modifiche – obbligatorie – sul lato dell’offerta, la domanda di auto a zero emissioni di scarico (principalmente elettriche) e, più in generale, la domanda di nuove automobili non è affatto in linea con gli obiettivi dell’UE. Non solo non vendiamo abbastanza auto elettriche da concentrarsi esclusivamente sull’energia elettrica, ma in realtà non stiamo sostituendo un numero sufficiente di auto in generale per pensare di poter raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 concentrandoci solo sugli acquisti di auto nuove. Devono essere esplorate altre strategie se non vogliamo perdere l’obiettivo”, si legge nel paper.

GLI ITALIANI PREFERISCONO LE ELETTRICHE?

Nel 2022 il parco auto italiano ha superato i 40 milioni, ma ha rappresentato l’hannus orribilis del mercato italiano. Infatti, il rapporto evidenzia come le performance siano state peggiori del 2021 e del 2020. Infatti, le immatricolazioni hanno fatto registrare il secondo valore peggiore della storia. Un calo in linea con gli altri Paesi dell’Ue (Francia -7,8%, Spagna -5,4%). Ma quali alimentazioni hanno preferito gli italiani?

Negli ultimi anni i costruttori di veicoli hanno aumentato l’offerta di modelli elettrificati, a discapito delle endotermiche. Il numero di modelli elettrici e plug-in è salito dal 5% del 2016 al 24% del 2022, con gli ibridi che sono aumentati del 17% nello steso periodo, secondo il rapporto. Allo stesso tempo, l’offerta di veicoli a diesel e benzina è scesa del 17%.

Tuttavia, la domanda di automobili elettrificate ha superato il 5% solo nel 2022, perché queste alimentazioni non convincono ancora gli italiani.

IL SUCCESSO DELLE IBRIDE

Dal 2016 al 2022 sono le auto ibride ad aver ottenuto il maggior successo tra le alimentazioni elettriche, superando il 22% dei modelli acquistati complessivamente nel 2022.

Non a caso, la vettura più venduta in Italia negli ultimi anni è un modello ibrido: la Panda.

Un risultato favorito dall’introduzione di modelli più convenienti, più colonnine di ricarica e incentivi. In particolare, il rapporto evidenzia come il numero dei punti di ricarica per l’accesso pubblico alla fine del 2022 (37.000) era già superiore rispetto alla media europea. Basti pensare che nel nostro Paese sono installati 21,5 colonnine pubbliche ogni 100 auto elettriche in circolazione in Italia. Al contrario, in Francia ce ne sono 11,5, numero che in Germania scende a 8,2.

“La débâcle del 2022, che si spiega in gran parte con la riduzione del prezzo massimo per accedere all’incentivo e l’esclusione delle persone giuridiche come beneficiari ammissibili, non sembra giustificato, tuttavia, data l’espansione del numero di modelli offerti e l’introduzione di modelli più convenienti”, scrivono Sileo e Bonacina.

PERCHÉ GLI INCENTIVI AUTO NON FUNZIONANO?

Gli incentivi messi in campo in questi anni non sono insufficienti, ma sovvenzionano modelli che convincono ancora poco gli italiani.

Lo dimostra il fatto che gran parte delle risorse messe in campo dallo Stato negli ultimi anni siano andate sprecate. Il Fondo Ecobonus stanziato nel 2020 e 2022, ad esempio, è rimasto per gran parte inutilizzato. Lo stesso vale per il 60% del 445 milioni di euro del fondo 2022 dedicato agli acquirenti di auto elettriche e ibride plug-in.

“Il problema sembra trovarsi non nella quantità dello sconto statale, ma piuttosto nel prodotto cui è destinato. I miliardi forniti negli ultimi quattro anni per i bonus e gli extra bonus non sono stati sufficienti per invertire il calo delle immatricolazioni di autovetture”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su