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Ecco perché un inverno mite in Europa potrebbe dimezzare i prezzi del gas

I prezzi e la domanda prima e durante il prossimo inverno dipenderanno da due fattori che sono fuori dal controllo dell’Unione europea: il clima e il contributo delle fonti energetiche rinnovabili

Le scorte di gas naturale in Europa sono a livelli elevati e sulla buona strada per riempirsi completamente prima del previsto. Ciò dà ai governi e alle industrie la fiducia che la crisi energetica dello scorso anno non si ripeterà. I prezzi di riferimento del gas sono un decimo dei record registrati la scorsa estate, quando la Russia tagliò le forniture all’Europa.

Tuttavia, la volatilità continuerà poiché i prezzi e la domanda prima e durante il prossimo inverno dipenderanno da due fattori che sono fuori dal controllo dell’Unione europea: il clima e il contributo delle fonti energetiche rinnovabili al mix a seconda del meteo. Grazie al clima invernale più mite, alla riduzione dei consumi Ue e alla distruzione della domanda nell’industria a causa degli elevati costi energetici, l’Europa ha superato l’inverno 2022/2023 senza carenze né razionamento di gas.

In vista dell’inverno 2023/2024, l’Europa può solo sperare in un altro inverno con temperature più miti e senza periodi prolungati di gelate, che aumenterebbero la domanda di riscaldamento e di produzione di energia elettrica a gas.

LE PREVISIONI SUI PREZZI DEL GAS IN BASE AL CLIMA

In caso di un altro inverno mite – cosa possibile, ma tutt’altro che certa – secondo Morgan Stanley i prezzi del gas in Europa potrebbero precipitare dai livelli attuali e dimezzarsi a 16,85 dollari (15 euro)/MWh. “Se il clima è persistentemente caldo e le energie rinnovabili si comportano bene”, i prezzi di riferimento potrebbero abbattersi ai livelli di fine 2020”, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota di ricerca questa settimana.

I futures del primo mese presso l’hub TTF oggi si sono attestati a circa 25 euro/MWh, mentre i prezzi dei futures da dicembre a febbraio sono di circa 60 euro/MWh. L’ipotesti dei 15 euro di Morgan Stanley è solo uno degli scenari della banca sui prezzi del gas in Europa dopo ottobre, quando dovrebbe iniziare la stagione del riscaldamento.

All’estremo opposto degli scenari, i prezzi potrebbero salire a 112 dollari (100 euro) per MWh, se l’inverno 2023/2024 fosse più freddo del normale e le energie rinnovabili non potessero generare troppa elettricità. Dopo ottobre, utilizzando una media ponderata, Morgan Stanley prevede che i prezzi verranno scambiati intorno ai 50 dollari (45 euro)/MWh.

I PREZZI DEL GAS IN EUROPA

Questa settimana, i prezzi europei sono crollati rispetto ai livelli di giugno poiché la domanda, nonostante un’importante ondata di caldo prolungata, continua ad essere generalmente debole per effetto di un rallentamento industriale. I prezzi a giugno sono aumentati poiché la manutenzione di diversi grandi giacimenti di gas norvegesi e le rotte di esportazione hanno ridotto l’offerta in Europa attraverso i gasdotti dalla Norvegia, che oggi è il principale fornitore di gas in Europa.

Con l’enorme giacimento di gas Troll che ha terminato la manutenzione ed è tornato operativo, l’offerta norvegese è aumentata. Insieme con una domanda tiepida, ciò ha portato i prezzi del gas in Europa ai minimi in un mese.

I DATI SUGLI STOCCAGGI DI GAS EUROPEI

Anche le scorte sono elevate, dando ulteriore fiducia ai governi in vista dell’inverno. Al 12 luglio, i depositi di stoccaggio del gas in tutta l’Unione europea erano pieni all’80,3%, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe. L’Ue ha fissato l’obiettivo di raggiungere il 90% di stoccaggio completo del gas entro il 1° novembre 2023. Secondo Morgan Stanley, non solo raggiungerà tale obiettivo prima del previsto, ma potrebbe anche riempire i suoi stoccaggi al 100% entro l’inizio di settembre.

Anche Rystad Energy crede che l’Europa raggiungerà l’obiettivo prima del previsto: “considerando la domanda storica e ipotizzando diversi scenari di offerta, gli stoccaggi potrebbero essere pieni anche prima del prossimo inverno, con il risultato che i flussi di gas dovranno essere deviati altrove”, ha affermato l’analista senior Lu Ming Pang ad inizio luglio.

Gli stoccaggi di gas pieni saranno una buona notizia per i consumatori e i governi europei questo inverno. Anche gli ulteriori terminal di importazione di GNL che l’Europa è riuscita ad installare dallo scorso autunno e il costante afflusso di carichi di GNL stanno fornendo un po’ di conforto sul fatto che, in vista dell’inverno 2022/2023, le cose non dovrebbero andare così male come temuto.

Vi sono però grandi incertezze sul clima invernale e sulla capacità delle energie rinnovabili di fornire più elettricità. Da quando è iniziata la crisi energetica, l’Europa non ha ancora visto un inverno veramente freddo, il che rende le previsioni sui prezzi complicate come lo è prevedere a luglio le temperature che ci saranno a dicembre.

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