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Combustibili Fossili

I tre settori in cui ridurre l’uso dei combustibili fossili sarà più difficile

Secondo uno studio di Rhodium Group, in assenza di ulteriori politiche o innovazioni tecnologiche, i combustibili fossili continueranno a fornire una quota di domanda energetica globale tra il 33% e il 44%

Secondo una nuova analisi di Rhodium Group – un fornitore di ricerca indipendente che combina dati economici e approfondimenti politici per analizzare le tendenze globali – l’umanità ha fatto alcuni progressi disomogenei nel ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, ma permangono tre aree della nostra vita in cui non siamo ancora vicini ad eliminarli nei prossimi 30 anni. Con volumi record di investimenti in energia pulita e un declino nella produzione alimentata a carbone, da qui al 2050 sempre meno energia mondiale proverrà da combustibili fossili.

Allo stesso modo, secondo le previsioni, il fiorente mercato di veicoli elettrici ridurrà le emissioni di automobili e camion, con un consumo globale di petrolio per i veicoli stradali che nei prossimi tre decenni dovrebbe diminuire del 50%. Anche con questi importanti cambiamenti – che stanno rimodellando due dei consumatori di combustibili fossili più affamati del mondo -, però, secondo gli scienziati le emissioni sono ancora ben lontane dal raggiungere lo zero netto entro il 2050, se si vuole evitare il pericoloso riscaldamento globale, che sta provocando un peggioramento delle ondate di caldo, di inondazioni, di siccità ed altro ancora.

I COMBUSTIBILI FOSSILI NELL’AVIAZIONE, NELLA NAVIGAZIONE E NELL’INDUSTRIA

Una delle ragioni principali di questo è il continuo inquinamento da carbonio proveniente da tre settori: aviazione, navigazione e industria. Ad oggi, infatti, non esiste un’alternativa diffusa al carburante per aerei o al diesel delle navi, il che significa un utilizzo costante o addirittura in aumento di combustibili fossili, man mano che le economie dei Paesi in via di sviluppo crescono. Anche una serie di processi industriali – come la produzione del cemento e quella di plastica – non riusciranno collettivamente a ridurre in modo significativo i combustibili ad alta intensità di carbonio entro il 2050.

“Negli ultimi anni abbiamo fatto molti progressi: l’energia eolica e solare sono degli esempi di successo e i veicoli elettrici oggi sono ad un punto di svolta”, ha spiegato Hannah Pitt, direttore associato di Rhodium, che ha effettuato le sue proiezioni basandosi sulle politiche previste fino al 2050. “Questo costituisce una buona parte delle emissioni, ma in altri settori ci sono molti meno progressi: nell’aviazione e nel trasporto marittimo non c’è molta innovazione, e non esistono alternative chiare ed economicamente vantaggiose ai fossili. Poi, vi sono processi industriali che costituiscono un’enorme frazione delle emissioni, e ciascuno richiede i propri strumenti e innovazioni per ridurle, quindi le emissioni rimangono ostinatamente elevate”.

LA DOMANDA DI COMBUSTIBILI FOSSILI PER SETTORE

Nell’ultimo decennio, la produzione di energia rinnovabile è cresciuta in modo esponenziale grazie ad un’eredità pluridecennale di azioni politiche abbinate ad investimenti e innovazione, che hanno portato a sostanziali riduzioni dei costi per il solare e l’eolico. Rhodium ha scoperto che, in un intervallo di probabilità del 67%, l’uso di combustibili fossili nel settore dell’energia elettrica a livello globale entro il 2050 diminuirà dal 15% al 55% rispetto ai livelli odierni. Ciò è in gran parte dovuto ad una riduzione della produzione alimentata a carbone, che dovrebbe diminuire di oltre la metà rispetto ai livelli attuali.

Nello stesso arco di tempo, la produzione di energia elettrica da gas naturale aumenterà del 20%. Senza un cambio di passo nella politica e nel progresso tecnologico, il gas naturale continuerà a svolgere un ruolo sostanziale nel bilanciare le energie rinnovabili intermittenti e nel soddisfare la domanda di elettricità in massa nei mercati in rapida crescita. Nella proiezione di Rhodium, nel 2050 il settore energetico rappresenterà il 30% di tutto il fossile consumato.

Se il mondo rimane sulla sua traiettoria attuale, i tagli più netti nella futura domanda di fossili arriveranno dal trasporto su strada. Il consumo di petrolio in questo settore probabilmente entro la metà del secolo diminuirà del 50% o più, perché i veicoli elettrici sostituiranno le auto e i camion a benzina e diesel. Questi guadagni sono però parzialmente compensati dalla crescente domanda di altre forme di trasporto – viaggi aerei e spedizioni marittime –settori in cui la politica e la tecnologia sono più indietro. In media, Rhodium ha scoperto che entro il 2050 il 20% della domanda di fossili proverrà dai trasporti.

COME ACCELERARE LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Nei prossimi decenni, la domanda globale di energia aumenterà probabilmente tar il 16% e il 54%, mentre i Paesi continuano a svilupparsi e a crescere. In assenza di ulteriori politiche o innovazioni tecnologiche, i combustibili fossili continueranno a fornire una quota sostanziale della domanda energetica globale: dal 33% al 44%, rispetto al 67% di oggi. Abbandonare i combustibili fossili, prevedendo allo stesso tempo una forte crescita della domanda complessiva di energia, sarà una sfida significativa, che richiederà un approccio sistemico per identificare ed investire in alternative a basso costo e a basse o zero emissioni.

LE STRATEGIE PER L’ENERGIA E I TRASPORTI

Nel settore energetico, l’eliminazione dei combustibili fossili dalla rete richiederà un maggiore sostegno all’energia eolica e solare, integrato dall’innovazione nello stoccaggio dell’energia e da altre tecnologie a zero emissioni, in grado di bilanciare la generazione intermittente. Ciò contribuirà a far fronte al restante 9% di carbone e al 15% di gas come quota della domanda del settore energetico che, nell’analisi di Rhodium, persiste entro la metà del secolo.

Nei trasporti, bisognerà sfruttare le stesse politiche e gli stessi investimenti in innovazione che hanno spinto l’elettrificazione su strada verso la ricerca di carburanti alternativi e soluzioni tecnologiche, anche per l’aviazione e la navigazione, considerando che nel 2050 in media il 50% della domanda di trasporti sarà ancora soddisfatta dal petrolio.

IL CONSUMO DI FOSSILI NELL’INDUSTRIA

Gran parte del restante consumo di fossili che persiste entro la metà del secolo proviene da usi industriali. La cattura del carbonio (CCS) e l’idrogeno a basso contenuto di CO2 possono contribuire a ridurre le emissioni in settori come la produzione di ferro, acciaio e ammoniaca, ma queste tecnologie non garantiscono un allontanamento dai fossili, e molti processi industriali e di materie prime rimangono irrisolti. Per completare la transizione dai combustibili fossili, abbiamo bisogno di un livello di politica e innovazione simile a quello che abbiamo raggiunto per l’energia e il trasporto stradale, per sfruttare soluzioni per ciascuno dei sottosettori citati. L’abbandono dei combustibili fossili richiederà alternative credibili ed economicamente vantaggiose per colmare queste lacune per i settori più difficili da abbattere, che oggi dipendono fortemente dai fossili.

LA NECESSITÀ DI POLITICHE E INNOVAZIONI

Secondo le proiezioni del rapporto, l’uso globale dei fossili probabilmente si appiattirà o diminuirà entro la metà del secolo, prima di ricominciare a crescere a causa della crescente domanda di energia in varie parti del mondo. Il gas aprirà la strada, aumentando significativamente il suo utilizzo, anche se il petrolio e il carbone diminuiranno.

Secondo Pitt siamo ancora lontani dall’interrompere del tutto la nostra dipendenza dai combustibili fossili, nell’accendere le luci di casa, nel guidare un’auto, nello spedire un pacco postale o nel viaggiare in aereo. “Il successo ottenuto con le energie rinnovabili e i veicoli elettrici dimostra che si può fare, ma serviranno molte politiche e diverse innovazioni. Non c’è una soluzione. Questo ci ricorda che il cambiamento climatico influenza ogni area delle nostre economie e necessita di soluzioni per ciascuna di esse. C’è molto lavoro da fare”, ha concluso Pitt.

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