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Senato

Ecobonus e sisma-bonus, Girotto chiede al governo se saranno rafforzati

Girotto: Sia elevando la percentuale sia dando la possibilità di sconto in fattura e cessione del credito, così da indirizzare gli investimenti nella direzione della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio

Sapere se si intenda rafforzare significativamente strumenti quali ecobonus e sisma-bonus, “sia elevando la percentuale sia dando la possibilità di sconto in fattura e cessione del credito, così da indirizzare gli investimenti nella direzione della sostenibilità ambientale e della tutela del territorio”. È la richiesta presentata dal presidente della Commissione Industria del Senato Gianni Girotto (primo firmatario) in una interrogazione a risposta orale al ministro dello Sviluppo economico.

ITALIA AVANTI NELL’EFFICIENZA ENERGETICA

L’interrogazione parte da una premessa: “In Italia, l’intensità energetica primaria ha avuto, nel periodo 1995-2017, un andamento tendenzialmente decrescente. Tale dato è particolarmente positivo perché, tanto più basso è il valore dell’intensità energetica, tanto più è alta l’efficienza energetica del Paese. I valori italiani sono peraltro inferiori, dunque più positivi, rispetto alla media dei 28 Paesi dell’Unione europea (117,8 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) su milioni di euro), che alla media dei Paesi appartenenti alla zona euro (114,2), con scostamenti percentuali rispettivamente del 15,4 del 12,6 per cento”.

“A tale risultato si è giunti anche in ragione delle misure introdotte dapprima con la legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006, articolo 1, commi da 344 a 349) e successivamente con il decreto-legge n. 63 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 90 del 2013, che ha potenziato il precedente regime di detrazioni fiscali per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Le detrazioni per ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica sono state poi, via via, prorogate di anno in anno, fin da ultimo nella legge di bilancio per il 2020 (legge n. 160 del 2019, articolo 1, commi 175 e seguenti)”, ricordato Girotto nell’interrogazione.

LE PROROGHE AL 31 DICEMBRE 2020

“In particolare, con riferimento al cosiddetto ecobonus, viene prorogato al 31 dicembre 2020 il termine previsto per avvalersi della detrazione d’imposta nella misura del 65 per cento per le spese relative ad interventi di riqualificazione energetica degli edifici disposta ai commi 1 e 2, lettera b), dell’articolo 14 del decreto-legge n. 63, e per l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 (comma 2, lettera b-bis), dell’articolo 14 del decreto-legge n. 63). È stata altresì prorogata al 31 dicembre 2020 anche la detrazione prevista al 50 per cento per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili”.

“Con riferimento alle misure di agevolazione fiscale per la ristrutturazione edilizia, è stata prorogata al 31 dicembre 2020 la misura della detrazione al 50 per cento, fino ad una spesa massima di 96.000 euro, per gli interventi di ristrutturazione edilizia indicati dall’articolo 16-bis, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, e successive modificazioni”

“Con riferimento alle misure antisismiche, fino al 31 dicembre 2021, è prevista una detrazione del 50 per cento, ripartita in 5 quote annuali di pari importo. Tale beneficio si applica non solo agli edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2), ma anche agli edifici situati nella zona sismica 3 (in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari). La misura della detrazione aumenta, ove l’adozione delle misure antisismiche comporti il passaggio a classi di rischio inferiore”.

Girotto, ha poi ricordato le ultime misure, vale a dire che “dal 2018 è possibile cedere il credito corrispondente alla detrazione anche per gli interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle singole unità immobiliari e non solo per quelli relativi alle parti comuni di edifici condominiali”. E che “i contribuenti che nell’anno precedente a quello di sostenimento della spesa si trovano nella “no tax area” (cosiddetti incapienti) possono scegliere di cedere il credito ai fornitori o ad altri soggetti privati (compresi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari). Tutti gli altri contribuenti, diversi dagli incapienti, possono cedere il credito ai fornitori e ad altri soggetti privati, ma non alle banche o agli intermediari finanziari”. Ma anche che nel cosiddetto decreto crescita è stato previsto, “solo per le spese effettuate nel 2019, uno sconto diretto sulla spesa per ristrutturazioni immobiliari per l’efficientamento energetico dal committente in alternativa all’utilizzo della detrazione prevista o alla sua cessione”. E che “dal 1° gennaio 2020 lo sconto diretto sulla spesa per ristrutturazioni immobiliari per l’efficientamento energetico resta in vigore per i soli i lavori di importo pari o superiore a 200.000 euro, effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali”.

I BENEFICI DELLA MISURA

“Il Servizio Studi della Camera dei deputati, in collaborazione con l’istituto di ricerca CRESME, ha pubblicato un dossier in materia di recupero e riqualificazione energetica del patrimonio edilizio da cui emerge che gli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2019, 19,5 milioni di interventi, ossia (considerando che le abitazioni sono il principale oggetto degli interventi di rinnovo) oltre il 62,5 per cento delle abitazioni italiane stimate dall’ISTAT (31,2 milioni) – ha aggiunto Girotto -. In 20 anni le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a quasi 322 miliardi di euro. Il dato a consuntivo per il 2018 indica un volume di investimenti pari a 28.487 milioni di euro veicolati dagli incentivi, riconducibili a 3.331 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 25.156 milioni di euro per il recupero edilizio”.

IL PIANO FILLEA-CGIL

“Nei giorni scorsi Fillea CGIL e Legambiente hanno presentato un ‘piano per la ripresa del settore delle costruzioni in Italia’, da realizzare una volta superata l’emergenza coronavirus. Il piano prevede 6 punti in grado di stimolare investimenti, sviluppo e occupazione nel pieno rispetto ambientale – ha proseguito ancora Girotto nel testo dell’interrogazione -. Nel piano si evidenzia che realizzare interventi di riqualificazione energetica, da qui al 2025, in 30.000 condomini all’anno, riconvertendo 1,2 milioni di edifici, lavoro, ci sarebbero 37 miliardi di euro di investimenti diretti e indiretti, 900 milioni di entrate per le casse previdenziali. Inoltre sarebbe garantito un risparmio in bolletta per le famiglie di circa 620 euro all’anno, oltre a un aumento del valore dell’abitazione stimato tra un 5 e un 15 per cento. Molti sarebbero i benefici per l’ambiente, quantificabili in una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica di 840.000 tonnellate annue e la riduzione dei consumi di gas di 418,5 milioni di metri cubi all’anno”. Da qui la richiesta al governo.

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