Che cosa ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin agli Stati Generali della Green Economy nella giornata di apertura di Ecomondo a Rimini
E’ iniziata oggi la nuova edizione di Ecomondo, la kermesse green della fiera di Rimini. In un momento storico particolarmente delicato a livello internazionale, tra la guerra russa all’ucraina e le nuove tensioni nella striscia di Gaza, le ripercussioni continuano a essere tante anche a livello energetico.
L’Italia è uno dei Paesi più coinvolti nel processo di distacco dalle forniture russe e di definizione di un futuro europeo indipendente, alternativo e diversificato.
PICHETTO DELINEA LA STRATEGIA ENERGETICA ITALIANA A ECOMONDO
Ne ha parlato oggi il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin agli Stati Generali della Green Economy nella giornata di apertura di Ecomondo, che si svolge nel quartiere fieristico di Rimini. Sulle rinnovabili “serve uno sforzo a tutti i livelli, tra Stato, Regioni e Comuni: spero di superare almeno i sei gigawatt di potenza installata nel 2023, che possono diventare dieci contando anche quelli autorizzati”, ha chiarito. “L’accelerazione che abbiamo sulle tecnologie e anche sulla consapevolezza di dover intervenire – ha osservato Pichetto – farà crescere esponenzialmente la quota di rinnovabili, che nel 2021 erano 1,5 gigawatt e tre lo scorso anno: ne servono 70-80 per ribaltare al 2030 il rapporto con il fossile. Stiamo vivendo una fase di metamorfosi del sistema nazionale – ha detto il ministro – nella quale dobbiamo utilizzare e cavalcare il cambiamento dovuto alla decarbonizzazione come opportunità di crescere più e meglio, con la genialità italiana”.
IN ARRIVO IL DL ENERGIA
Quanto al Dl Energia, ha spiegato il ministro, andrà in Consiglio dei ministri “presto. Stiamo definendo gli ultimi dettagli. Non ci sono nodi politici, solo nodi tecnici. Non do la data, ma credo proprio che dovremmo farcela per novembre”.
IL RUOLO DELL’ALGERIA SUL GAS
Rimanendo sul presente e quindi sulla centralità della risorsa gas per “fare” la transizione, Pichetto Fratin ha ricordato il ruolo dell’Algeria. “I rapporti con l’Algeria sono ottimi, sia come governo che come Paese. E anche come clienti per la fornitura del gas”. Ancora: “rispetto al Piano Mattei da parte dell’Italia un grande impegno di aiuto o cooperazione con le realtà economiche in particolare del Nord Africa e l’Algeria è uno dei nostri partner privilegiati”.
LE PROSSIME MOSSE DEL GOVERNO
Nel corso del suo intervento, il ministro ha affrontato anche i temi dell’idroelettrico e del passaggio al mercato libero, oggetto di un prossimo decreto del governo. “Sull’idroelettrico – ha detto – dobbiamo evitare di passare dalla dipendenza russa ad altre”, e per questo “vogliamo una norma che possa permettere alle Regioni una contrattazione con vincoli di investimento: possono essere attivati 10-15 miliardi, lo 0,7 del Pil italiano”. In merito all’atteso passaggio al mercato libero dell’energia, Pichetto ha ribadito l’intenzione di “non spostare la data del 10 gennaio prossimo”, ma che “serve qualche mese per una campagna di informazione mirata verso gli utenti, ma anche verso i grandi concessionari per dire loro di offrire contratti chiari e standard per le famiglie”.
LE SIFDE ITALIANE SUL PNACC E SUL NUCLEARE
Il ministro ha anche parlato di Piano di adattamento, spiegando che verrà pubblicato entro fine anno, ma che la sfida “è l’attuazione dei 361 punti del PNACC”. L’esempio fatto da Pichetto sono le aree di esondazione, che richiederebbero “criteri nazionali per l’attuazione regionale”, ma anche “norme di indennizzo per coloro che si trovano il campo allagato”. Anche sul nucleare, Pichetto ha ribadito che “per conoscenze e storia l’Italia non può rimanere fuori dalla ricerca. Lo Stato non farà nessuna centrale nucleare. Non intraprenderà nessuna strada su questo, perché se ha ragione la scienza si avranno fra 8-10 anni i cosiddetti small reactor. E sarà il sistema di imprese a valutare, il ruolo dello stato sarà di permetterlo”. Sul deposito dei rifiuti radioattivi, il ministro ha spiegato che c’è “l’impegno del governo a farlo in tempi brevi”, mettendo in evidenza che oggi, oltre alle scorie ad alta intensità dislocate in altri Paesi europei, “ci sono 98.000 metri cubi di scorie a bassa e media intensità, per gran parte provenienti dall’ambito ospedaliero”. “Dobbiamo dare soluzioni – ha concluso – stando con i piedi per terra”.