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Scattano i dazi di Trump, ma il destino di acciaio e alluminio non è ancora chiaro

Per l’Unione europea i nuovi dazi sono fissati in generale al 15%, una soglia che comprende l’auto e la sua componentistica. Al momento restano però nel limbo le esenzioni di prodotti cruciali per Bruxelles, come i vini. Incerto anche il destino di acciaio e alluminio

Da oggi, giovedì 7 agosto, sono in vigore i dazi americani per decine di Paesi, anche se permangono le incertezze e proseguono i negoziati. Per l’Unione europea, principale partner commerciale degli Stati Uniti, le nuove tariffe sono fissate in generale al 15%, una soglia che comprende l’auto e la sua componentistica. Al momento restano però nel limbo le esenzioni di prodotti cruciali per Bruxelles, come i vini. Incerto anche il destino di acciaio e alluminio, che potrebbero subire balzelli superiori.

DAZI: LE CONDIZIONI ANCORA DA DEFINIRE

Come spiega Il Sole 24 Ore, non tutti i dazi settoriali vengono cancellati dal nuovo regime tariffario di Washington, anzi. Acciaio e alluminio – per l’Ue come per gran parte dei Paesi, ad eccezione del Regno Unito, che ha già trattato uno sconto – al momento rimangono colpiti dal 50%. Bruxelles è impegnata a trattare per quote di import Usa che almeno abbassino quel livello.

LA FORMULA ZERO PER ZERO

Nell’insieme, inoltre, mancano tuttora dettagli ed esenzioni concordate che azzerino su entrambi i lati dell’Atlantico dazi relativi a una serie di prodotti, la formula zero per zero. Le incognite si riflettono nell’assenza ad oggi di un testo congiunto tra Washington e Bruxelles, descritto come quasi ultimato, dopo il compromesso di massima raggiunto in Scozia. Vini e agroalimentare appaiono dunque nel mirino delle nuove tariffe.

Non solo. La Ue conta anche che il 15% sia per lei un tetto insuperabile per settori quali farmaceutico e semiconduttori. Una lettura che ha trovato sponde tra i negoziatori americani. Ma qualche nervosismo non manca: dazi Usa settoriali, legati a indagini di sicurezza nazionale, restano in arrivo, minacciati da Donald Trump entro una o due settimane.

MELONI: “L’UE STA TRATTANDO SULLE ESENZIONI”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato proprio ieri che la Commissione europea sta trattando su “eventuali prodotti che potrebbero rientrare nelle esenzioni”, sottolineando che Roma intende aiutare le imprese e che molti simboli del Made in Italy sono unici.

Trump finora ha mantenuto spesso toni duri con i partner, anche con la Ue, che nutrono i dubbi: ha alluso a dazi portati al 35%, qualora gli europei venissero meno all’impegno a 600 miliardi di investimenti negli Usa a discrezione della Casa Bianca, un impegno che Bruxelles ha trattato come stima dei piani di spesa delle imprese.

PER GLI ALTRI PAESI DAZI DEL 10%

Chi non è stato compreso nella lista di una settantina di Paesi nominati esplicitamente sarà soggetto ad un dazio universale del 10%. Nel caso del Messico, inoltre, nuovi dazi sono slittati di 90 giorni. Per la Cina continuano negoziati per una tregua oltre il 12 agosto.

Il via ai nuovi dazi globali ha scatenato una corsa all’invio di merci all’ultimo minuto, in particolare con aerei cargo. L’ordine di Trump, per Washington, non lasciava dubbi sulla scadenza: dalla mezzanotte, sette giorni dopo la sua pubblicazione il 31 luglio. Niente nuovi dazi però per beni caricati fino a quella data, su velivoli o navi, e che arrivino negli Stati Uniti entro il 5 ottobre.

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