Tagliare il costo dell’elettricità del 60%. Come? I dati dell’Irex Annual Report 2025 di Althesys
Il metodo pay as bid potrebbe ridurre i prezzi dell’energia elettrica di più del 60%. È quanto emerge dall’Irex Annual Report 2025 di Althesys, anticipato da l’Economia de Il Corriere della Sera. Ecco come.
COME TAGLIARE LE BOLLETTE
Dire addio all’attuale meccanismo del prezzo marginale sarebbe un toccasana per le tasche di europei ed italiani. Infatti, l’anno scorso il prezzo unico nazionale (Pun) sarebbe ammontato a 40 euro al megawattora, invece di 108. La ragione è che il boom delle rinnovabili ha fatto sì che le ore con prezzi negativi dell’energia elettrica in Europa siano raddoppiate nel 2024 rispetto all’anno precedente.
“Le ore con prezzi negativi dell’energia elettrica in Europa sono quasi raddoppiate nel 2024 rispetto all’anno prima e decuplicate dal 2022 sulla scia dell’espansione delle fonti rinnovabili. (…) In Italia l’anno scorso ben il 67% delle offerte accettate in Borsa aveva prezzo negativo o nullo. Accade, infatti, che chi vende energia sul mercato del giorno prima gestito dal Gme, società del gruppo pubblico Gse, la offre a prezzi nulli o addirittura negativi, in pratica «paga» per venderla, perché poi comunque sa che in un modo o in un altro ci guadagnerà. Le fonti che entrano in Borsa sotto lo zero o a zero sono soprattutto — ma non solo — le rinnovabili come il sole (98% delle ore in base al report di Althesys) e il vento (92,6%), ma così fanno anche gli impianti a carbone (97%), vecchi e poco flessibili”, si legge su l’Economia de Il Corriere della Sera.
PERCHE’ LE RINNOVABILI ABBATTONO I PREZZI?
L’energia rinnovabile ha prezzi nulli o negativi per diverse ragioni, spiega Alessandro Marangoni, ceo di Althesys sul giornale. Il passaggio al meccanismo del pay as bid sembra ancora lontano, ma nel frattempo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sta lavorando per ridurre l’influenza del mercato del giorno prima tramite strumenti di compravendita quali i Purchase Power Agreement.
“I produttori sanno che nella maggior parte dei casi il mix che va in rete sarà composto anche da energia prodotta con il gas, che è la fonte attualmente più costosa. E il meccanismo in vigore (marginal price) prevede che tutta l’energia scambiata, a prescindere dalla fonte e dal prezzo di offerta, sia venduta all’ultimo prezzo più alto. Le rinnovabili, inoltre, sono in buona parte ancora incentivate e hanno costi variabili tendenti allo zero. Un conto è a quanto si offre e un altro è il prezzo aggiudicato”, ha sottolineato Marangoni.
“La crescita delle rinnovabili sta modificando il funzionamento dei mercati dell’energia”, ha aggiunto il ceo di Althesys.
PERCHE’ SERVONO INVESTIMENTI IN BATTERIE
L’aumento della capacità solare ed eolica, però, avrà diverse conseguenze sul sistema energetico. Infatti, la produzione di energia si concentrerà sempre più nelle ore centrali della giornata. Tuttavia, sempre più spesso l’offerta supera la domanda, costringendo i gestori a decidere per una riduzione della generazione (“curtailment”) per evitare la congestione della rete elettrica. Un fenomeno che si può contrastare aumentando la capacità di accumulo.
“Gli investimenti negli accumuli sono un tema centrale e i progetti sono cresciuti mentre stanno scendendo i costi delle batterie, grazie alla capacità produttiva in Cina»”, ha sottolineato Marangoni.