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Gasdotti

Emilia-Romagna, nel mirino M5s lo stoccaggio geologico del gas

Secondo Alessandra Carbonaro e Ilaria Fontanadi M5s, presentatrici dell’interrogazione, il governo deve spiegare quali iniziative vuole assumere per tutelare la sicurezza delle persone e delle attività produttive

I pentastellati mettono nel mirino Stogit e depositi di Minerbio (Bo). E in un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, a quello dello Sviluppo economico e dei Beni culturali, chiedono di fare attenzione nell’effettuare lo stoccaggio geologico del gas che potrebbe causare problemi in superficie.

IL PROGETTO

Secondo Alessandra Carbonaro e Ilaria Fontana, presentatrici dell’interrogazione, “nel settembre 2012 Stogit spa, la società concessionaria del deposito di stoccaggio geologico del gas di importazione situato nel comune di Minerbio (Bo), ha presentato il progetto ‘Concessione Minerbio stoccaggio – ampliamento capacità di stoccaggio mediante incremento della pressione massima di esercizio (pmax) oltre la pressione statica (pi) di fondo originaria del giacimento’; il progetto è stato valutato con esito positivo dalla commissione Via del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ed è attualmente fermo al Ministero dello sviluppo economico in attesa della definitiva autorizzazione” anche se “la regione Emilia-Romagna non ha firmato l’atto di intesa che sancisce la sua approvazione al progetto”.

IL RISCHIO SISMICO

“In data 20 luglio 2015, il professor Borgia evidenziava numerose criticità in merito al progetto, scrivendo, con specifico riferimento al rischio sismico, che: ‘Dalla documentazione presentata si evince che il giacimento di Minerbio è caratterizzato da un contesto strutturale con faglie che tagliano, delimitandolo, il serbatoio di stoccaggio, e che i dati presentati potrebbero far supporre che esse siano sismogenetiche, cioè in grado di generare terremoti, oltre che tutt’ora attive. (…) Il proponente inoltre non sembra dar sufficientemente peso al fatto che la struttura geologica di Minerbio fa parte di un ampio sovrascorrimento a scala regionale con vergenza NNE, il quale è attivo ed ha dato origine ad un’innumerevole serie di terremoti distruttivi sia storici che recenti’”.

GLI STUDI

Non solo, proseguono le due deputate: “In una recente intervista rilasciata alla rivista ‘Sapere’ nel numero di gennaio-febbraio 2019 il professor Peter Styles (emeritus professor Keele University, Regno Unito), presidente della commissione Ichese, che fu istituita per indagare se alla base dei terremoti del maggio 2012 in Emilia-Romagna potessero esserci attività umane, ha affermato che ‘Con il senno di poi, non sono sicuro che tutte le informazioni che avrebbero potuto essere rilevanti per le nostre decisioni siano state messe a nostra disposizione e quindi potrebbe essere prudente – alla luce degli eventi devastanti del 2012 – dare un’ulteriore occhiata a queste attività considerando l’enorme e accurato lavoro svolto in merito negli ultimi anni, specialmente negli Stati Uniti’”.

QUALI INIZIATIVE DA PARTE DEL GOVERNO PER TUTELARE PERSONE E TERRITORIO?

Da qui la richiesta delle due pentastellate: se cioè “i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra e quali iniziative di competenza intendano assumere, in base al principio di precauzione, per tutelare la sicurezza delle persone e delle attività produttive del territorio, nonché per la salvaguardia del rilevante patrimonio storico-monumentale che lo caratterizza”.

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