Enel ha deciso che non venderà energia destinata ad attività di mining di criptovalute
Le brutte notizie per Bitcoin & Co. sembrano non trovare fine. Nei giorni scorsi, infatti, Facebook, il social network più utilizzato al mondo, ha deciso di schierarsi contro bitcoin e tutte le altre criptovalute, vietando tutte le pubblicità che le hanno in oggetto e tutte quelle che parlano di initial coin offering, il metodo attraverso il quale le start up raccolgono fondi distribuendo token.
La Corea del Sud, dal 30 gennaio, obbliga le banche locali a vietare operazioni provenienti da conti anonimi per il trading in criptovalute.
Oggi arriva anche il secco “no” di Enel. “Dopo approfonditi studi ed analisi Enel e’ giunta alla conclusione di non nutrire interesse alcuno per la vendita di energia destinata ad attività di mining di criptovalute”, si legge in una nota diffusa dalla società. Il Gruppo “ha avviato un chiaro percorso di decarbonizzazione e di sviluppo sostenibile e ritiene che l’uso intensivo di energia per il mining di criptovalute sia da considerare pratica non sostenibile e non in linea con il modello di business che il Gruppo sta realizzando”.