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Giappone Petrolio

Energia, a febbraio il Giappone venderà il petrolio greggio delle sue riserve di Stato

I 629.000 barili di greggio rientrano in uno sforzo globale delle nazioni consumatrici di petrolio per abbassare i prezzi

Il Giappone prevede di mettere in vendita, a febbraio 2022, i 629.000 barili di greggio delle sue riserve nazionali all’interno di uno sforzo globale delle nazioni consumatrici di petrolio – guidato dagli Stati Uniti – per abbassare i prezzi. Il governo giapponese venderà il greggio all’asta entro il 20 marzo 2022, ha dichiarato lunedì il ministro dell’Industria in una nota riportata dall’agenzia Reuters. “Questo è il primo round dei rilasci pianificati; nel mentre osserviamo da vicino i mercati energetici internazionali e, quando saremo pronti, lanceremo ulteriori aste”, ha spiegato un funzionario del ministero dell’Industria.

IL GIAPPONE SULLA SCIA DELLA COREA DEL SUD

L’annuncio del Giappone segue da vicino la notizia della scorsa settimana che la Corea del Sud, nel primo trimestre 2022, avrebbe rilasciato 3,17 milioni di barili delle sue riserve di petrolio come parte di un rilascio coordinato delle riserve. Poco più di 2 milioni di barili che verranno rilasciati saranno grezzi e andranno alle raffinerie locali tramite accordi di prestito, mentre gli altri 1,09 milioni di barili saranno rilasciati al miglior offerente tramite una procedura di gara.

LA MOSSA DEGLI STATI UNITI E DELL’OPEC+

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a fine novembre aveva dichiarato che il Dipartimento dell’Energia avrebbe rilasciato 50 milioni di barili di petrolio delle riserve strategiche nazionali nel tentativo di abbassare gli elevati prezzi della benzina, in uno sforzo coordinato con gli altri principali Paesi consumatori di petrolio. Il rilascio delle riserve petrolifere degli Stati Uniti verrà effettuato in parallelo con Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito.

Nonostante il numero apparentemente grande, 50 milioni di barili, il rilascio del petrolio USA equivale in realtà a circa due giorni e mezzo di consumo di petrolio americano, che nel 2019 (periodo pre-pandemia) era di 20,5 milioni di barili al giorno.

Gli altri Paesi effettueranno dei rilasci molto più piccoli: il messaggio sembra essere che i principali consumatori di petrolio stanno coordinando gli sforzi per cercare di abbassare i prezzi, mentre l’OPEC+ procede a vele spiegate nel suo piano di produzione di petrolio. Il mercato petrolifero aveva già ampiamente richiesto il rilascio delle riserve nazionali, con prezzi che erano scesi prima dell’annuncio ufficiale. Tuttavia, secondo gli analisti le vendite una tantum delle riserve strategiche di petrolio non riescono ad incidere molto nell’abbassamento dei prezzi.

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