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Energia, M5s interroga Patuanelli su costo elettricità e servizi di interrompibilità

Il livello del costo dell’energia elettrica rappresenta uno dei fondamentali fattori della produzione per le attività industriali classificate energy intensive e può essere a pieno titolo fatto rientrare tra gli strumenti di politica industriale

Il costo dell’energia in Italia è troppo alto rispetto alla media degli altri paesi europei. Per questo la pentastellata Emma Pavanelli, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per sapere quali iniziative “intenda assumere per ridurre il differenziale del livello di costo dell’energia elettrica rispetto agli altri Paesi europei” e se ritenga di attivarsi “affinché sia prorogata per il triennio 2021-2023” la disciplina dei servizi di “interrompibilità istantanea e di emergenza del carico elettrico, attualmente previsti fino al 31 dicembre 2020, servizi che contribuiscono, allo stato attuale, a contenere lo stesso differenziale”.

LE DELIBERE DI ARERA

Arera con una deliberazione del dicembre 2017 “ha aggiornato la disciplina dei servizi di interrompibilità istantanea e di emergenza del carico elettrico, al fine di recepire gli indirizzi del ministero dello Sviluppo economico” e “ha approvato il nuovo regolamento delle procedure di approvvigionamento a termine dei servizi di interrompibilità e il contratto standard per l’erogazione dei medesimi servizi per il triennio 2018-2020”. Poi nel giugno 2018 “ha aggiornato in riduzione il corrispettivo a copertura dei costi per la remunerazione del servizio di interrompibilità del carico elettrico e del corrispettivo di reintegrazione oneri di salvaguardia a decorrere dal 1° luglio 2018” e a dicembre dello scorso anno “ha aggiornato i corrispettivi di dispacciamento per l’anno 2019”. In questo quadro, “l’attuale regime dei servizi di interrompibilità istantanea e di emergenza del carico elettrico, gestiti tramite l’operatore nazionale Terna, Rete elettrica nazionale, di durata triennale, terminerà il 31 dicembre 2020”.

DIFFERENZIALE DI PREZZO DEL 30% CON LA GERMANIA

Tuttavia, ricorda Pavanelli nell’interrogazione “l’Italia ha un differenziale di prezzo sfavorevole rispetto ad altri importanti Paesi europei, come si apprende dalla tabella pubblicata sul sito internet del gestore mercati energetici (GME), dove si può ricavare che il prezzo medio di un megawattora nel periodo da gennaio ad ottobre 2019 è stato in Italia di 53,665 euro, mentre in Germania di 37,939 euro, in area scandinava di 38,862 euro, in Spagna di 49,651, in Francia di 39,138 euro; in particolare, rispetto alla Germania è presente un differenziale sfavorevole di prezzo medio di 15,726 euro per megawattora, corrispondente ad una differenza del 29,3 per cento in meno di costo dell’energia elettrica in Germania nello stesso periodo”.

L’ENERGIA ELETTRICA RAPPRESENTA UNO DEI FONDAMENTALI FATTORI DELLA PRODUZIONE PER LE ATTIVITÀ INDUSTRIALI CLASSIFICATE ENERGY INTENSIVE

Considerato quindi che “il livello del costo dell’energia elettrica rappresenta uno dei fondamentali fattori della produzione per le attività industriali classificate energy intensive, tipicamente presenti nel settore della grande e media industria; il livello del costo dell’energia elettrica può essere a pieno titolo fatto rientrare tra gli strumenti di politica industriale; il livello del costo dell’energia elettrica è uno degli elementi che possono contribuire a favorire lo sviluppo delle attività economiche in generale, a cominciare dal settore della grande e media industria, e dunque a incrementare il tasso di crescita del prodotto interno lordo, uno dei principali indici presi a riferimento anche in sede di valutazione degli equilibri di finanza pubblica in sede di Commissione europea”, la Pavanelli ha interrogato il ministro Patuanelli sulla questione.

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