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Quali saranno i prossimi investimenti di Eni in Italia

Economia circolare, rinnovabili e tecnologia: ecco tutti i prossimi investimenti di Eni in Italia

Fino a 7 miliardi di investimenti nei prossimi 4 anni. È questa la promessa all’Italia fatta da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, in occasione dell’Italian energy summit del Sole24Ore: il Cane a Sei zampe si impegna nella transizione energetica ed accelera su tecnologia, economia circolare e rinnovabili. Andiamo per gradi.

22 MILIARDI DI EURO

Partiamo dai numeri. “L’impegno finanziario per Eni in Italia vale 22 miliardi come spesa totale nel prossimo quadriennio, di cui 5-6-7 miliardi saranno di investimenti”, ha dichiarato l’ad di Eni, Claudio Descalzi in una video intervista all’Italian energy summit del Sole24Ore.

IN COSA INVESTE ENI

Ad attrarre il maggior flusso di denaro saranno gli investimenti per “tecnologia, economia circolare e rinnovabili”, mentre la parte di esplorazione e produzione “è quella esistente, non ci sono sviluppi ulteriori”, ha spiegato l’amministratore delegato.

ECONOMIA CIRCOLARE E RINNOVABILI AL CENTRO DEL FUTURO DI ENI

“I più grossi investimenti sono sulla parte di nuova economia, a partire dalla trasformazione dei grossi complessi: sul fronte dell’economia circolare, in Italia siamo partiti dai grandi impianti della chimica e di raffinazione, che sono passati a biomasse. Siamo andati sul recupero degli scarti per produrre energia”, ha continuato Descalzi, aggiungendo anche l’impegno di Eni nelle energie rinnovabili.

E proprio sul fronte energia pulita, spiega il manager, l’azienda ha lanciato “nuove attività: l’ultima che abbiamo lanciato è quella dell’energia delle onde. Il punto di partenza è l’Italia, perchè è qui che sviluppiamo le nostre tecnologie”, ha detto ancora Descalzi.

OBIETTIVO: TRANSIZIONE ENERGETICA

Eni investe oramai da diversi anni nella “transizione energetica: ci abbiamo messo miliardi, affrontando il tema soprattutto dal punto di vista tecnologico per limitare le nostre emissioni, che abbiamo tagliato di oltre un terzo, arrivando su alcune nuove attività anche a quasi zero”, ha detto Claudi Descalzi.

CAMBIAMENTO CLIMATICO, L’EUROPA NON PUO’ FARE DA SOLA

Claudio Descalzi ha anche parlato di cambiamento climatico, sostenendo che si tratta di “un fatto globale e non può essere gestito dalle singole entità separatamente. L’Europa rappresenta l’8-9% delle emissioni. Quindi noi possiamo essere supervirtuosi ma se i grandi produttori di Co2 non intervengono diventa una goccia nell’oceano”, ha affermato Descalzi.

Se l’Europa “è l’unica ad agire, il problema a livello mondiale non si risolve. Un problema globale deve essere affrontato in modo globale. Infatti se guardiamo al 2018, la Co2 a livello mondiale è aumentata dell’1,8% nel mondo. L’Europa può essere un esempio da seguire ma il problema è globale”.

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