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Eni, nel I trimestre 2023 “eccellenti risultati operativi” per Descalzi. Utile ante imposte a 5 mld

Il manager Eni: Confermiamo le previsioni 2023, e grazie alla solida posizione finanziaria e alle nostre flessibilità operative, siamo nella posizione di poter confermare alla prossima Assemblea annuale degli azionisti di maggio il piano già annunciato di incremento del dividendo 2023 a 0,94 per azione e l’avvio del programma di buy-back da 2,2 miliardi

Per Eni 4,6 miliardi di utile operativo adjusted e 2,9 miliardi di profitti netti. È quanto ha certificato il cda riunitosi sotto la presidenza di Lucia Calvosa, approvando i risultati consolidati del primo trimestre 2023.

DESCALZI: ECCELLENTI RISULTATI OPERATIVI E FINANZIARI NONOSTANTE L’INDEBOLIMENTO DELLO SCENARIO

Esaminando i risultati, Claudio Descalzi, AD di Eni, ha commentato: “Eni ha conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari nonostante l’indebolimento dello scenario, grazie alla solidità del settore E&P che evidenzia il recupero della produzione d’idrocarburi, e al risultato di assoluto rilievo del settore Gas/LNG. Considerato anche il contributo delle bioraffinerie e della rete commerciale e la continua crescita del settore Plenitude & Power, il Gruppo ha realizzato 4,6 miliardi di utile operativo adjusted e 2,9 miliardi di profitti netti. Nel corso del trimestre abbiamo compiuto progressi sostanziali nell’attuazione della nostra strategia e del piano industriale. Sustainable Mobility, il più recente esempio del modello satellitare Eni, è diventata operativa integrando l’attività in crescita della bioraffinazione e la estesa rete di vendita dei prodotti; la crescita nei biocarburanti sarà potenziata grazie all’accordo relativo alla bioraffineria di St. Bernard in Louisiana, il cui avvio è programmato a breve. Plenitude ha incrementato la capacità rinnovabile a 2,3 GW e sta procedendo come pianificato per raggiungere l’obiettivo annuo di oltre 3 GW, mentre Versalis ha appena finalizzato un accordo strategico per l’acquisizione del 100% di Novamont, leader nel settore della chimica verde”.

“Confermando quindi i progressi del nostro percorso di decarbonizzazione, nell’affrontare il tema della sicurezza energetica e accrescere la disponibilità di gas naturale, abbiamo definito un accordo di vasta portata con la società di Stato libica NOC per lo sviluppo delle Strutture A&E e abbiamo rafforzato la nostra posizione in Algeria attraverso l’acquisizione degli asset di bp – ha aggiunto Descalzi -. Nel trimestre il flusso di cassa rettificato prima dell’assorbimento di circolante è stato di 5,3 miliardi, ampiamente superiore al fabbisogno per gli investimenti organici pari a 2,2 miliardi e al pagamento dei dividendi. Punto fermo della nostra azione è la disciplina finanziaria, condizione imprescindibile per affrontare allo stesso tempo le sfide del mercato dell’energia e creare valore per i nostri azionisti. Sulla base di tali risultati, confermiamo le previsioni 2023, e grazie alla solida posizione finanziaria e alle nostre flessibilità operative, siamo nella posizione di poter confermare alla prossima Assemblea annuale degli azionisti di maggio il piano già annunciato di incremento del dividendo 2023 a 0,94 per azione e l’avvio del programma di buy-back da 2,2 miliardi”, ha concluso il manager.

GLI HIGHLIGHT FINANZIARI

Tornando ai conti più nel dettaglio, l’utile ante imposte adjusted del primo trimestre 2023 di 5 mld evidenzia una marginale riduzione rispetto al primo trimestre 2022 (-5%), nonostante la significativa contrazione dei prezzi delle materie prime energetiche (petrolio -20%; gas naturale -42%). L’andamento del Gruppo nel primo trimestre 2023 è stato sostenuto dalla robustezza del business E&P e dalla rilevante prestazione di GGP, oltre che dalla stabilità dei risultati di Sustainable Mobility & Refining. Significativo l’aumento del 30% dell’EBIT1 adjusted e del 14% dell’utile ante imposte adjusted rispetto al quarto trimestre 2022, nonostante l’indebolimento dello scenario E&P.

Il settore E&P ha conseguito l’EBIT adjusted di 2,8 mld, principalmente influenzato dai minori prezzi di realizzo e dal deconsolidamento delle attività angolane. Su base proforma, includendo il contributo di Azule, l’EBIT adjusted del settore E&P si ridetermina in 2,93 mld, in riduzione del 33% rispetto al primo trimestre 2022.

Il settore GGP ha conseguito l’EBIT adjusted di 1,37 mld, in aumento del 47% rispetto al primo trimestre 2022, grazie alle azioni di ottimizzazione e di trading. Eni Sustainable Mobility, operativa dal 1° gennaio 2023, ha conseguito l’EBIT adjusted di 0,14 mld, in aumento di 0,07 mld rispetto al primo trimestre 2022 riesposto per considerare la nuova articolazione del settore operativo.

Il business Refining ha conseguito l’EBIT adjusted di 0,13 mld rispetto alla perdita di 0,04 mld del primo trimestre 2022, per effetto di margini di raffinazione nettamente più elevati mentre Versalis ha risentito della flessione della domanda e delle incertezze del mercato, riflesse nel rallentamento delle decisioni di acquisto dei rivenditori, e dalla crescita della pressione competitiva dai flussi di prodotti provenienti da Medio Oriente e Asia dell’Est.

Il settore Plenitude & Power ha conseguito solidi risultati con un EBIT adjusted di 0,19 mld (invariato rispetto al periodo di confronto) sostenuti dalla crescita della capacità rinnovabile e della produzione di energia rinnovabile e dalle ottimizzazioni nel business della generazione da gas. Plenitude ha conseguito l’EBITDA adjusted di 0,23 mld nonostante sfavorevoli condizioni di mercato.

Con questi risultati, l’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni del primo trimestre 2023 risulta di 2,9 mld, in calo dell’11% rispetto al primo trimestre 2022, è stato caratterizzato dalle minori quotazioni degli idrocarburi e dall’effetto dell’imposta sui profitti del settore energetico in UK, attenuati dal robusto andamento industriale dei business Eni. Mentre l’indebitamento finanziario netto ex-IFRS 16 al 31 marzo 2023 è pari a 7,8 mld e il leverage di gruppo a 0,14, rispetto allo 0,13 al 31 dicembre 2022. Infine, a marzo 2023 Eni ha pagato la terza rata del dividendo 2022 di 0,22 per azione. La quarta tranche di 0,22 per azione sarà pagata a maggio 2023.

LE PREVISIONI PER IL 2023

Per quanto riguarda le previsioni per la restante parte del 2023, il Gruppo ha definito “le seguenti previsioni operative e finanziarie riviste per l’esercizio 2023 sulla base delle informazioni al momento disponibili e delle stime del management soggette ai possibili rischi e incertezze dello scenario”: nella produzione di idrocarburi confermata la guidance di 1,63-1,67 milioni di boe/g per il 2023 allo scenario Eni di 85 dollari/barile. Nel secondo trimestre 2023 la produzione è prevista a 1,6 milioni di boe/g, a seguito delle manutenzioni programmate concentrate principalmente nel trimestre. E confermato l’obiettivo esplorativo di 700 milioni di boe di nuove risorse. GGP: ristretto l’intervallo di previsione di EBIT adjusted a 2 mld–2,2 mld per l’anno, rispetto alla previsione iniziale di 1,7 mld–2,2 mld. Plenitude & Power: EBITDA adjusted di Plenitude confermato superiore a 0,7 mld. Sustainable Mobility, Refining e Chimica: EBITDA adjusted di Sustainable Mobility previsto a oltre 0,9 mld, migliorando la previsione iniziale. EBIT adjusted proforma del downstream confermato a 1-1,1 mld, coerente con la previsione iniziale assumendo tassi di cambio costanti.

E ancora, risultati consolidati: EBIT adjusted e flusso di cassa attesi rispettivamente a 12 mld e a oltre 16 mld, in miglioramento rispetto alle previsioni iniziali a scenario costante. Investimenti di Gruppo: nuova previsione a circa 9,2 mld, in riduzione rispetto all’indicazione iniziale di 9,5 mld tenuto conto del rafforzamento dell’euro. “Ulteriori potenziali riduzioni sono rese possibili grazie alle continue ottimizzazioni e alla flessibilità”, scrive Eni. Leverage: previsto entro il limite dichiarato di 0,10-0,20. Remunerazione degli azionisti: il dividendo per l’intero 2023 di 0,94 per azione è confermato in attesa dell’approvazione dell’Assemblea del prossimo 10 maggio. Confermato anche il piano di acquisto di azioni proprie da 2,2 mld, anch’esso in attesa dell’approvazione dell’Assemblea per un ammontare fino a 3,5 mld.

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