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Petrolio

Esportazioni petrolifere russe sotto tiro. E l’Iraq taglia i prezzi

In settimana il grado Urals del Mar Baltico è stato offerto con uno sconto di 2,35 dollari al barile rispetto al Dated Brent

Il prezzo del greggio Urals, prodotto di punta della Russia è crollato questa settimana a causa del fatto che da un lato l’offerta e le esportazioni russe sono destinate a crescere ma allo stesso tempo si sta registrando una riduzione di prezzo da parte dell’Iraq nei confronti del petrolio che esporta verso l’Europa.

I PREZZI RUSSI

In settimana il grado Urals del Mar Baltico è stato offerto con uno sconto di 2,35 dollari al barile rispetto al Dated Brent, riporta Bloomberg, citando S&P Global Platts. Mentre lo sconto sul Brent è tipico per il grado Urals, lo sconto di questa settimana è molto più profondo dello sconto di 1,05 dollari al barile al quale è stato offerto il greggio russo la scorsa settimana.

Uno dei motivi principali per i prezzi più deboli degli Urali, secondo Bloomberg, è l’aspettativa di un aumento dell’offerta dalla Russia, che sta pompando più petrolio sotto la sua quota OPEC+ più alta e che si prepara ad esportare più barili il mese prossimo. Finora a settembre, la produzione russa di greggio e condensato è stata superiore del 2,4% rispetto ad agosto, secondo i dati del ministero dell’energia russo visionati da Bloomberg.

IL RUOLO DELL’IRAQ

L’altro motivo dell’indebolimento dei differenziali di prezzo dell’Urals è la concorrenza inaspettata dell’Iraq, che ha tagliato i prezzi delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti e l’Europa (eccetto il Mediterraneo). In questo modo i prezzi più bassi del greggio iracheno in Europa a ottobre entrano in competizione con l’offerta russa.

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