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Euro 5 sotto accusa: Stop in arrivo ma la Lega si muove, ecco come

Entro luglio l’esito dell’emendamento della Lega sugli Euro 5. Tra le possibili soluzioni l’acquisto del Gps Move-In

La questione delle limitazioni alla circolazione dei veicoli Euro 5 sta infiammando il dibattito in Italia, con quattro regioni che si preparano a introdurre misure restrittive per contrastare l’inquinamento atmosferico. La decisione, motivata dalla necessità di rispettare le direttive europee sulla qualità dell’aria e dai risultati deludenti nella riduzione delle emissioni, sta sollevando preoccupazioni tra gli automobilisti e i rappresentanti del settore automotive.

QUALI REGIONI SONO COINVOLTE?

Le regioni che si apprestano a introdurre limitazioni alla circolazione dei veicoli Euro 5 diesel sono Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Queste regioni, caratterizzate da un’alta densità di popolazione e da una forte presenza industriale, sono particolarmente colpite dall’inquinamento atmosferico, soprattutto nelle aree urbane.

COSA PREVEDONO LE MISURE RESTRITTIVE?

A partire dal 1° ottobre 2025, la auto diesel Euro 5 non dovrebbero essere più libere di circolare nei mesi invernali sulle strade dei comuni più grandi delle quattro regioni del Nord Italia. Per contrastare l’inquinamento, alle vetture a gasolio fino all’Euro 5 sarà di fatto vietata la circolazione nei giorni feriali, a meno di non equipaggiare il veicolo di un dispositivo GPS che registra gli spostamenti e fissa un tetto massimo di chilometri percorribili nelle zone “vietate”.

Le misure restrittive variano da regione a regione, ma in generale prevedono:
Blocchi temporanei della circolazione: In caso di superamento dei livelli di inquinamento, le auto Euro 5 diesel potrebbero essere soggette a blocchi temporanei della circolazione, in determinati orari e zone.
Limitazioni permanenti: In alcune aree, come i centri storici delle città, potrebbero essere introdotte limitazioni permanenti alla circolazione dei veicoli Euro 5 diesel.
Incentivi per la rottamazione: Per incentivare la sostituzione dei veicoli più inquinanti, potrebbero essere introdotti incentivi per la rottamazione delle auto Euro 5 diesel e l’acquisto di veicoli più recenti e a basse emissioni.

PERCHÉ QUESTA DECISIONE?

La decisione di limitare la circolazione dei veicoli Euro 5 diesel è motivata da diversi fattori:
Obblighi europei: Le regioni italiane sono tenute a rispettare le direttive europee sulla qualità dell’aria e a ridurre le emissioni inquinanti.
Superamento dei limiti di inquinamento: In molte aree, i livelli di inquinamento atmosferico superano i limiti consentiti, mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Efficacia limitata delle precedenti misure: Le misure adottate finora per ridurre le emissioni non si sono rivelate sufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Pressione delle associazioni ambientaliste: Le associazioni ambientaliste hanno esercitato una forte pressione sulle regioni per adottare misure più incisive contro l’inquinamento atmosferico.

A METÀ LUGLIO LA RISPOSTA SULL’EMENDAMENTO DELLA LEGA

“Siamo al lavoro per annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel”, ha assicurato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha parlato di “una delle follie della Commissione von der Leyen”. La Lega ha infatti presentato un emendamento per cercare di scongiurare la questione: “Faremo di tutto per stoppare il blocco dei diesel Euro 5. Coerentemente con quanto sempre sostenuto dalla Lega, abbiamo infatti presentato un emendamento al decreto Infrastrutture per evitare il blocco delle auto diesel Euro 5 nelle regioni del Nord e dare alle stesse la possibilità di scongiurarlo dapprima per un anno e poi definitivamente adottando nuove misure.
L’ambientalismo ideologico di Bruxelles è nei fatti una guerra contro lavoratori e ceti popolari che invece la Lega continuerà a difendere” ha detto il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, primo firmatario dell’emendamento al Dl Infrastrutture che va convertito entro il 19 luglio.

La proposta di modifica punta a posticipare tutto al 31 ottobre 2026 lo stop, con la possibilità da parte delle Regioni interessate di anticipare o ritardare ulteriormente il blocco.

ROMA INTENDE CHIEDERE UNA DEROGA

Anche se non riguarda direttamente le quattro Regioni del Nord, l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè ha affermato su essere pronto a chiedere “una deroga alla norma per la circolazione dentro la fascia verde”, spiegando che malgrado l’Italia sia stata sanzionata per violazione della normativa europea sulla qualità dell’aria c’è la possibilità di agire caso per caso a livello comunale.

GLI EURO 5 GIÀ SI SVALUTANO. QUALI LE SOLUZIONI (SE NON DOVESSE PASSARE L’EMENDAMENTO DELLA LEGA?)

La messa al bando delle vetture Euro 5 sta già provocando scompiglio: il solo annuncio del blocco ha portato già a un deprezzamento delle vetture con la standard sotto accusa. Secondo Federcarrozzieri oltre 1,3 milioni di veicoli diventeranno “fuorilegge” dal 1° ottobre.

Per questo, tra le opzioni sul tavolo per chi si trova in una delle quattro Regioni del Nord, rimangono innanzitutto quella di cambiare auto passando a un Euro 6, a un ibrido o un elettrico, nuova o usata. Un’auto nuova oggi costa mediamente 30 mila euro. Federcarrozzieri ricorda che il prezzo medio di un’automobile in Italia è schizzato dai 21mila euro del 2019 ai 29.300 del 2024, con una crescita del 39,5%.

Oppure utilizzare il sistema della scatola nera: con il Move-In, installando un dispositivo GPS da circa 50 euro il primo anno e 20 euro quelli successivi, si può continuare a circolare anche durante i blocchi per un massimo di 9mila chilometri all’anno in Lombardia e Veneto.

Tra gli altri sistemi, non per tutti, ci sono a disposizione i kit retrofit, dispositivi che riducono le emissioni ma ancora poco utilizzati in Italia che costano tra i 1.000 e i 3.000 euro, oppure il car sharing e il noleggio a lungo termine stanno diventando alternative sempre più concrete. Il primo conviene a chi percorre pochi chilometri e solo ogni tanto, il secondo offre un’auto sempre nuova con rate fisse mensili ma non costa meno di 250-300 euro al mese. Infine i mezzi pubblici per chi può tra 300 e 500 euro l’anno.

COSTA 1 CENTESIMO PER CHILO;ETRO PERCORSO IL DANNO PER INQUINAMENTO ATMOSFERICO DI UNA PERSONA

Ma a quanto può ammontare il costo di una persona che si sposta in città con un Euro 5? Secondo Francesco Ramella, che tra gli altri collabora con l’Istituto Bruno Leoni “l’enorme danno per inquinamento atmosferico arrecato da una persona che si sposta in città con un’auto Euro 5: 1 €cent per chilometro percorso. Vietarne la circolazione è inevitabile. E i proprietari di Euro6 non si illudano: al prossimo giro toccherà a loro”, ha ironizzato su X.

 

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