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Gioia Tauro

Ex Ilva, il ministro Urso: “Gioia Tauro è il piano B per la produzione del preridotto di ferro”

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha dichiarato che, qualora a Taranto non ci fossero le condizioni per costruire il polo del Dri, Gioia Tauro, “verosimilmente, potrebbe essere il sito alternativo, in quanto fornirebbe tutte le condizioni necessarie alla competitività che serve all’autonomia strategica del nostro Paese”

In attesa che il Consiglio comunale di Taranto decida se accettare o meno la nave rigassificatrice per l’Ex Ilva (è stata indicata la data dell’11, il giorno prima del nuovo vertice al Mimit, ma la decisione spetterà alla maggioranza e alla conferenza dei capigruppo), Gioia Tauro e la Regione Calabria manifestano disponibilità ad ospitare nell’area portuale il polo del Dri. Polo fatto da quattro impianti per la produzione del preridotto di ferro da caricare nei nuovi forni elettrici.

URSO: “GIOIA TAURO POTREBBE OSPITARE LA NAVE RIGASSIFICATRICE”

Come scrive Il Sole 24 Ore, nella visita compiuta ieri nell’area portuale di Gioia Tauro, presente il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dichiarato che, qualora a Taranto – che si oppone alla nave rigassificatrice – non ci fossero le condizioni per costruire il polo del Dri, “questo, verosimilmente, potrebbe essere il sito alternativo, in quanto fornirebbe tutte le condizioni necessarie alla competitività che serve all’autonomia strategica del nostro Paese”.

E anche se a Taranto, ha evidenziato Urso, sul Dri “spetta la prima scelta per motivi morali, storici, ma anche economici e sociali, e la scelta dovranno farla nei prossimi giorni nel Consiglio comunale già convocato», parte già subito la verifica della fattibilità della localizzazione alternativa di Gioia Tauro come base per un più complessivo rilancio dell’area. In tal senso il ministro ha annunciato che oggi “si insedierà al nostro ministero, che coordinerà i lavori insieme ai ministeri delle Infrastrutture, dell’Ambiente e dell’Economia, un comitato per capire cosa si possa fare, a partire dall’ipotesi di realizzare qui il polo nazionale del Dri”.

I DRI, I FORNI ELETTRICI E IL NUOVO BANDO DI VENDITA DI ACCIAIERIE

“Le decisioni dovranno essere assunte necessariamente nelle prossime settimane – ha specificato Urso su Gioia Tauro -. In via temporanea, in attesa che possa realizzarsi il rigassificatore terrestre qui già autorizzato, la nave rigassificatrice alimenterebbe i Dri e anche altri investimenti produttivi che si possono realizzare in questo territorio”. “Gli impianti di Dri – ha aggiunto Urso – dovrebbero essere realizzati, ove non si potessero fare a Taranto, in parallelo ai forni elettrici che verrebbero realizzati dagli investitori privati”.

Al riguardo, e con riferimento al nuovo bando di vendita di Acciaierie, il ministro ha parlato di “negoziato in corso, che sarà aggiornato nelle prossime ore, ai fini della piena decarbonizzazione, come abbiamo previsto nel piano presentato alla Regione Puglia, agli enti locali di Taranto, alla Regione Liguria e agli enti locali del Nord del nostro Paese dove incidono gli stabilimenti dell’Ilva”.

PER REALIZZARE I 4 DRI SERVIRANNO 6-7 MILIARDI DI EURO

Urso ha poi detto che “l’ammontare degli investimenti necessari pubblici e poi, successivamente, privati, per realizzare i quattro Dri ipotizzati in otto anni, è pari circa a 6-7 miliardi di euro, con un’occupazione nella fase di realizzazione di almeno 2.500 occupati, oltre, ovviamente, quelli che poi dovranno essere impiegati per l’attività del Dri.

Gli impianti del Dri in Italia – ha proseguito – li realizza una società a controllo pubblico di Invitalia, che ha già in dotazione un miliardo di euro del fondo di coesione nazionale, a cui si aggiungerebbero altre risorse private, perché la società si può allargare ai privati, e anche pubbliche nella successiva programmazione”.

OCCHIUTO: “PER NOI IL RIGASSIFICATORE SAREBBE IMPORTANTE E STRATEGICO”

Per il presidente Occhiuto, il progetto del Dri “potrebbe trovare concreta attuazione e un contesto istituzionale, solo nell’ipotesi che a Taranto si decidesse di non accogliere la nave rigassificatrice. Il rigassificatore per noi è importante, strategico, e pur di attrarre investimenti a Gioia Tauro, saremmo disponibili anche a partire con una nave rigassificatrice nella prima fase. Ci darebbe la possibilità di avere qui una piastra del freddo capace di collocare un distretto dell’agroindustria e di surgelare i prodotti dell’agricoltura”.

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