Ieri il ministro Urso ha annunciato che quella di oggi sarà “una riunione no stop che inizierà alle 9:30 e potrebbe finire anche in nottata. Ci siamo organizzati al ministero per essere aperti anche tutta la notte per giungere ad una sintesi; ad ogni modo, io chiuderò la riunione solo quando ci sarà una decisione comune, che potrà essere positiva o negativa”
È giunto il momento della verità per l’impianto siderurgico dell’Ex Ilva e per le sue migliaia di lavoratori (per la precisione 4.050, 3.500 dei quali solo nello stabilimento di Taranto). Oggi, infatti, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si terrà una riunione a oltranza con tutte le amministrazioni coinvolte nell’accordo di programma interistituzionale.
La riunione sull’ex Ilva “sarà decisiva, è inevitabile”, ha dichiarato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, prima dell’incontro con i sindacati, insieme alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, per fare il punto sulla crisi del gruppo siderurgico.
IL MINISTRO URSO SULL’EX ILVA: “OGGI SARÀ UNA RIUNIONE NO STOP”
“Abbiamo convocato una riunione no stop che inizierà alle 9:30 e potrebbe finire in serata, anche in nottata”, ha spiegato Urso, aggiungendo che “ci siamo organizzati al ministero per essere aperti anche tutta la notte per giungere ad una sintesi; ad ogni modo, io chiuderò la riunione solo quando ci sarà una decisione comune, che potrà essere positiva o negativa”.
Il titolare del Mimit ha annunciato anche una riunione con i sindacati “per illustrare loro le nostre proposte per la piena decarbonizzazione, che formuleremo in maniera compiuta nella riunione con tutti gli attori istituzionali, potenziali sottoscrittori di cui questo accordo di programma inter-istituzionale che è necessario per il rilascio di un’autorizzazione integrale ambientale (AIA) ai fini sanitari estremamente sfidante”.
URSO: “SENZA UN’AIA CONDIVISA LA CHIUSURA SARÀ INEVITABILE”
Dagli enti locali ancora non sarebbero arrivate proposte concrete e, ha detto Urso, “mi auguro che arrivino domattina. La Conferenza dei Servizi Tecnica è stata convocata per giovedì per il rilascio dell’AIA, e attendiamo la sentenza del tribunale di Milano: se non ci sarà un’AIA sanitaria e ambientale condivisa dagli attori, la chiusura dello stabilimento sarà inevitabile. Le discussioni sono al termine, ora bisogna passare alle decisioni”.
LA POSIZIONE DEI SINDACATI SULLE CRITICITÀ DELL’EX ILVA
I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno espresso in una nota le loro preoccupazioni, spiegando che, “dopo 13 anni di sacrifici, non accetteremo una nuova crisi ambientale, sociale e occupazionale. La decarbonizzazione deve partire da Taranto, ma servono basi solide, a partire dall’intervento dello stato per consentire la continuità produttiva”.
L’incidente all’altoforno 1, la mancata ripartenza dell’altoforno 2, i problemi all’altoforno 4 e l’assenza di un piano finanziario credibile pongono la questione su come evitare il collasso finale. “Lo Stato deve intervenire per mettere in sicurezza gli impianti e garantire una marcia sostenibile, in particolare su altiforni e acciaierie”, spiegano le organizzazioni sindacali, aggiungendo che l’accordo di programma e il processo di decarbonizzazione non possono prescindere da una produzione stabile”.
FIM, FIOM E UILM: “I 200 MILIONI DI EURO STANZIATI SONO INSUFFICIENTI”
Inoltre, sempre secondo i sindacati, lo stanziamento di 200 milioni previsto dal decreto in fase di conversione non è sufficiente per riavviare gli impianti e iniziare un percorso credibile verso l’obiettivo delle 6 milioni di tonnellate annue fissato per il 2026, poiché “non si può basare tutto sulla speranza che l’unico altoforno in funzione non si fermi irrimediabilmente”.