Uno studio della Princeton University ha stimato la perdita di efficienza del fotovoltaico a causa dell’inquinamento atmosferico e dei combustibili fossili (effetto soiling)
In diverse aree della Terra, sopratutto in quelle maggiormente aride o inquinate, a causa dello smog, polvere, sporcizia piuttosto che per le tempeste di sabbia, il rendimento dei pannelli fotovoltaici è limitato, andando a creare quello che si chiama effetto soiling.
L’Università di Princeton nello studio chiamato “Reduction of solar photovoltaic resources due to air pollution in China“ ha teorizzato e stimato la perdita di efficacia ed efficienza dei parchi fotovoltaici in Cina a causa dell’inquinamento atmosferico. In particolare, l’utilizzo di combustibili fossili danneggia sempre più la superficie dei pannelli con solfati, nitrati e particolato carbonio che influiscono direttamente sui moduli fotovoltaici andandone a penalizzare l’efficienza.
La ricerca di è basata s
ulla combinazione di dati satellitari della NASA con un modello di analisi delle performance degli impianti tramite gli impatti di aerosol sulla generazione fotovoltaica della Cina intera dal 2003 al 2014.
Nello studio si legge che Cina e India e altri paesi di nuova industrializzazione dovrebbero tenere conto di questi risultati nei propri piani energetici e prendere i provvedimenti necessari aumentando la frequenza delle pulizie o quantomeno preventivano all’interno dei progetti dei grandi parchi di FV o scegliendo siti meno inquinati.