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Eni

Cosa succede con il gas in Egitto

Si prepara una nuova era per il paese anche grazie al grande contributo di Eni

L’Egitto sta per lanciare quella che potrebbe essere l’ultima gara del paese per l’acquisto di Gas naturale liquefatto (Gnl) dall’estero. Preparandosi, di fatto, a partire con le esportazioni di combustibile proprio già a partire dal prossimo anno.

STOP A IMPORT GAS DAL QUARTO TRIMESTRE DI QUEST’ANNO

Le importazioni di gas naturale liquefatto potrebbero fermarsi nel quarto trimestre di quest’anno per consentire al paese di partire con le esportazioni all’inizio del prossimo anno quando i siti produttivi come Zohr, in mano a Eni e altri campi di gas, aumenteranno la produzione del paese contribuendo a disegnare un quadro fatto da più investimenti esteri, petrolio e risorse minerarie. Il piano è stato delineato dal ministro del Petrolio egiziano Tarek El-Molla che ha specificato come l’ultima gara per l’importazione di Gnl verso l’Egitto sia stata indetta per coprire il fabbisogno interno del terzo trimestre, mentre il quarto trimestre dovrebbe essere addirittura già “esente da importazioni”. “Non credo che ci saranno più richieste oltre a quest’ultima, penso che sia così – ha detto El-Molla in un’intervista a Vienna riportata dal sito arabo The National -. La produzione locale dovrebbe coprire le nostre esigenze”.

LA PRODUZIONE TOTALE DI GAS EGIZIANA DOVREBBE PASSARE DA 6 A 6,5 MILIARDI DI PIEDI CUBI AL GIORNO ENTRO SETTEMBRE

Attualmente l’Egitto deve importare gas liquefatto a costi elevati per soddisfare il proprio fabbisogno energetico interno, e negli anni passati traders come Glencore e Trafigura Group hanno vinto ricche gare d’appalto per la fornitura di combustibile. Tuttavia, la scoperta di Zohr da parte di Eni nell’agosto 2015 ha il potenziale di soddisfare gran parte della domanda nazionale e potrebbe addirittura garantire al paese in un’eccedenza di approvvigionamenti. Secondo i piani il gigantesco campo di Zohr aumenterà la produzione di gas a 1,7 miliardi di piedi cubi al giorno entro agosto rispetto agli 1,2 miliardi di piedi cubi attuali, ha ammesso il ministro dell’Energia. Mentre la produzione totale dell’Egitto è di 6 miliardi di piedi cubi al giorno, e dovrebbe aumentare a 6,5 miliardi entro settembre, ha riferito El Molla. egitto

L’EGITTO PREVEDE DI ATTRARRE 10 MILIARDI DI DOLLARI IN INVESTIMENTI ESTERI

Non appena disporrà di un’eccedenza sufficiente, l’Egitto comincerà a rifornire completamente le imprese che hanno il diritto di gestire i terminali di esportazione di Gnl del paese, tra cui Royal Dutch Shell e Union Fenosa, ha affermato El-Molla. L’Egitto prevede di attrarre in questo modo 10 miliardi di dollari tra quest’anno e l’anno prossimo in investimenti esteri nel suo settore del petrolio e del gas. “La prima cosa che faremo una volta che avremo raggiunto un surplus nella produzione, sarà rifornire i nostri partner di queste quantità – ha detto il ministro –. Sono passati molti anni senza che queste aziende abbiano ottenuto le quantità che avrebbero dovuto ricevere, quindi questa sarà una delle nostre priorità una volta che avremo eccedenza”.

ADOTTATO FORMULA FLESSIBILE PER FISSARE PREZZI DEL GAS E INCORAGGIARE GLI INVESTIMENTI

Il paese ha inoltre adottato una formula flessibile per la fissazione dei prezzi del gas al fine di incoraggiare gli investimenti e stimolare l’offerta, ha affermato El-Molla. L’Egitto in precedenza pagava un prezzo fisso di 2,65 dollari per mille piedi cubi, metre il prezzo ora è in range compreso tra 3 e 5,88 dollari. Infine, è stata istituita un’autorità di regolamentazione circa due mesi fa che sta lavorando alla creazione di un sistema di tariffe per le aziende private al fine di utilizzare le infrastrutture gas dello Stato autorizzandole a commerciare combustibile, ha concluso il ministro.

ENI PUNTA DURO SULL’EGITTO

Non è tutto. Fonti dal ministero del Petrolio egiziano hanno riferito al sito egyptindependent.com che alcuni funzionari del dicastero hanno discusso nuovi piani di esplorazione per il giacimento di gas di Noor nella concessione di Shorouk situata nel Mar Mediterraneo con la multinazionale italiana Eni (il 10% è stato ceduto di recente a Mubadala Petroleum) che lo vede classificato tra i più grandi giacimenti di gas a livello mondiale. Secondo le fonti, le riserve dei campi di Noor dovrebbero raggiungere oltre 90 trilioni di piedi cubi, il triplo di quelle dei campi di Zohr. L’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi ha tenuto un incontro con il Ministro del Petrolio El Molla sabato scorso riferendo che l’azienda ha stanziato il 70 per cento dei suoi investimenti globali in Egitto. Descalzi ha aggiunto che Eni ha assegnato 8,4 miliardi di dollari ai giacimenti di gas di Nawras e Zohr in Egitto, e che stanzierà altri 3 miliardi di dollari nelle operazioni egiziane. L’esperto di petrolio Ahmed Abdel Halim ha riferito ad Al-Masry Al-Youm che la grande quantità di investimenti dell’Eni in Egitto indica una campagna di massicce esplorazioni della compagnia nel paese.

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