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Gas, Europa verso l’inverno con stoccaggi all’81,5%. Ma è boom di GNL e i colossi USA sfidano Ue sul trading

Con gli stoccaggi europei all’81,5% (ma l’Italia supera il 91%), la corsa all’inverno si gioca sul GNL. I colossi petroliferi americani entrano in forze nel trading, pronti a sfidare il dominio europeo.

L’Europa ha superato la soglia dell’81,5% nel riempimento dei suoi stoccaggi di gas, accumulando quasi 90 miliardi di metri cubi in vista dell’inverno. Tuttavia, la corsa per raggiungere l’obiettivo del 90% resta in salita, in un mercato sempre più dominato dal Gas Naturale Liquefatto (GNL), un’arena dove i giganti petroliferi americani Exxon e Chevron stanno ora sfidando apertamente il predominio storico delle loro controparti europee.
I dati sullo stato degli stoccaggi, forniti da Gas Infrastructure Europe (GIE), delineano un quadro di progressiva messa in sicurezza, ma con livelli ancora inferiori alle medie storiche. Parallelamente, un’analisi del Financial Times evidenzia un cambiamento strategico epocale, con i colossi USA che puntano a diventare protagonisti nel trading globale di GNL.

STOCCAGGI: ITALIA OLTRE IL 91%, MA L’EUROPA INSEGUE

Al 20 settembre, gli impianti di stoccaggio europei erano pieni all’81,6%, un livello di 6,5 punti percentuali inferiore alla media degli ultimi cinque anni e lontano dal 93,6% dello stesso periodo del 2024. Per raggiungere l’obiettivo del 90% imposto dalla Commissione Europea, mancano ancora circa 9,5 miliardi di metri cubi. L’Italia si conferma tra i paesi più virtuosi, con stoccaggi già al 91,02%.

Questa campagna di riempimento, una delle più impegnative della storia, sta alimentando la competizione globale per il GNL, soprattutto con l’Asia, la cui domanda è in crescita.

LA SVOLTA DEI BIG OIL AMERICANI SUL TRADING DI GNL

Mentre l’Europa aumenta la sua dipendenza dal GNL, il mercato sta subendo una trasformazione profonda. I colossi petroliferi statunitensi Exxon e Chevron stanno espandendo in modo aggressivo le loro attività di trading di GNL, un settore finora dominato da Shell, BP e TotalEnergies.
“Voglio espandermi ora. Ho bisogno di tutti i talenti”, ha dichiarato al Financial Times un dirigente aziendale. “All’interno di Exxon, dicono che ora contano solo tre cose: la Guyana, gli Stati Uniti e il trading”, ha aggiunto un trader anonimo.

Questo cambiamento strategico è guidato dalla previsione di un’esplosione della domanda globale di GNL, che secondo Shell potrebbe crescere del 60% entro il 2040, trainata soprattutto dall’Asia. Per non rimanere indietro, Exxon e Chevron hanno recentemente nominato nuovi responsabili per le loro attività di trading di GNL, entrambi con sede in Asia, e hanno già siglato accordi di fornitura per un totale di 7 milioni di tonnellate all’anno ciascuna.

UN MERCATO SEMPRE PIÙ COMPETITIVO E FLESSIBILE

“Se si torna indietro nel tempo, si trovava un cliente e una nave che faceva avanti e indietro. Oggi è completamente diverso”, ha spiegato al FT Peter Clarke, responsabile del segmento GNL di Exxon. Il trading di GNL è diventato un business flessibile e redditizio, e l’ingresso aggressivo dei player americani è destinato ad aumentare la concorrenza tra i fornitori.

Questa, secondo gli analisti, è una buona notizia per i consumatori. Una maggiore competizione, unita a un’offerta globale in crescita, dovrebbe portare a prezzi migliori per gli acquirenti in Europa e in Asia, anche se la domanda, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), è destinata ad accelerare il prossimo anno.

IL CONTESTO ENERGETICO EUROPEO

Nel frattempo, il mercato europeo continua a mostrare una relativa stabilità. I prezzi del gas a settembre si sono mantenuti sui livelli di agosto (circa 394 dollari per 1.000 metri cubi). Sul fronte della produzione elettrica, la quota dell’eolico in UE è stata in media del 19% a settembre. Le importazioni di GNL, dopo un picco a giugno, hanno ripreso a crescere con l’arrivo dell’autunno, con gli impianti di rigassificazione ora operativi al 47% della loro capacità.

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