La domanda di elettricità cresce, le rinnovabili aumentano, ma senza gas il sistema resta fragile. Il metano si conferma pilastro della sicurezza energetica nazionale, sostenuto dal boom del GNL e dagli stoccaggi al 93%. Intanto l’Italia rafforza il suo ruolo di hub europeo
Le rinnovabili crescono, la domanda di elettricità aumenta e il nucleare è ancora un miraggio. Di questo passo, il percorso tracciato dal Green Deal rischia di impattare negativamente sulla sicurezza del sistema energetico nazionale ed europeo. In questo scenario, sale anche il consumo di gas, che si candida a diventare uno dei principali driver dell’evoluzione del sistema energetico. L’Italia, intanto, si avvia verso un inverno tranquillo grazie a stoccaggi pieni al 93%.
LA DOMANDA DI GAS CRESCE
Ad ottobre la domanda italiana di gas è aumentata dell’8% rispetto allo stesso mese del 2024. Da gennaio ad ottobre, invece, è salita del 3%. Un dato che fa riflettere, se pensiamo che all’appello mancano ancora novembre e dicembre, due dei mesi più freddi dell’anno. L’incremento dei primi 10 mesi dell’anno è trainato soprattutto dal termoelettrico (+3%) e dal civile (+3%) e meno dall’industria (+ 0,5%). La domanda nel termoelettrico, in particolare, si stima che continuerà a salire nei prossimi mesi: più aumenta la penetrazione delle rinnovabili, infatti, più aumenta la quota del mix energetico esposta all’intermittenza di sole e vento, quota che proprio il termoelettrico sarà chiamato, quando necessario, a integrare.
SCORNAJENCHI (SNAM): LA SOLUZIONE E’ L’INTEGRAZIONE ENERGETICA
La soluzione per risolvere il rebus dell’equilibrio dei sistemi energetici è l’integrazione energetica. A sostenerlo è l’amministratore delegato di Snam, Agostino Scornajenchi. Un mix energetico che fa leva sul gas per evitare problemi di instabilità del sistema generati da uno sviluppo non sufficientemente controllato delle rinnovabili, come successo con il grande “apagòn” in Spagna. Un fenomeno che ha provocato una perdita istantanea del 60% della produzione elettrica e un aumento dei costi di dispacciamento del 500%. Un altro esempio è il crollo di eolico e solare in Germania avvenuto lo scorso inverno, che in assenza di misure di backup capaci di fornire una provvista concreta ha spinto il prezzo dell’energia elettrica fino a 800 euro al MWh.
GNL ARCHITRAVE DELLA SICUREZZA ENERGETICA DELL’ITALIA
Attualmente, il sistema energetico italiano è in equilibrio. Un risultato raggiunto principalmente grazie alla flessibilità delle importazioni di gas, che da gennaio a ottobre sono aumentate del 4% rispetto ai primi 10 mesi del 2024. In particolare, grazie anche alla forte crescita registrata nell’ultimo anno, il GNL si è imposto come architrave della sicurezza energetica. Un potenziale ad oggi ancora un po’ misconosciuto, quantomeno a livello regolatorio.
Gli ultimi dati di Snam mostrano infatti un significativo incremento dei flussi di gas naturale liquefatto, che da gennaio a ottobre sono cresciuti del 42%, pari a 5,2 miliardi di metri cubi aggiuntivi. Un incremento che ha permesso al nostro Paese di arrivare a coprire, via nave, il 32% del gas approvvigionato. Ma la capacità dei cinque terminali di rigassificazione presenti in Italia è tale da poter coprire fino al 45% della domanda interna di gas. Da gennaio ad oggi, presso tali impianti, sono arrivati circa 190 carichi, quaranta in più rispetto ai 150 arrivati durante tutto l’anno scorso: la metà arriva dagli Stati Uniti, un altro 40% è più o meno equamente diviso fra Qatar e Algeria e il rimanente 10% contempla una pluralità di Paesi, fra cui Spagna, Trinidad e Tobago e diversi Paesi africani. Questo consente di differenziare molto le fonti di approvvigionamento, riducendo l’esposizione dell’Italia e dell’Europa ai delicati equilibri geopolitici.
IL POTENZIALE DELL’ITALIA HUB DEL NORD EUROPA
La guerra in Ucraina, del resto, ha trasformato il ruolo dell’Italia. Da destinazione dei flussi di gas il nostro Paese sta diventando una porta di accesso per le economie europee più esposte allo stop al gas russo. Infatti, nei primi 10 mesi dell’anno l’export di gas è cresciuto di quasi quattro volte, raggiungendo quota 1,8 mld mc, contro gli 0,5 mld mc esportati nello stesso periodo del 2024. In questo scenario, Snam continua a lavorare per aumentare ulteriormente la capacità di export, con l’obiettivo di raggiungere quota 14 miliardi di metri cubi all’anno. In questa direzione vanno anche i lavori per la Linea Adriatica, un’opera sostenuta da 2,5 miliardi di investimenti. Un’infrastruttura che vedrà il completamento della fase 1 l’anno prossimo, in linea con il PNRR. Al termine di tutti i lavori la capacità annua di trasporto lungo l’asse sud-nord, essenziale per approvvigionare il nord energivoro e per l’export, salirà di 10 miliardi di metri cubi.
IL RUOLO DEGLI STOCCAGGI DI GAS
In questo scenario, gli stoccaggi del gas avranno un ruolo sempre più centrale in futuro. Da questo punto di vista, attualmente l’Italia può dormire sonni tranquilli. Il nostro Paese detiene infatti un sesto dell’intera capacità europea e, alla data odierna, può contare su depositi pieni per circa il 93%, tre punti percentuali in più rispetto al target Ue, raggiunto con due mesi di anticipo, e oltre 10 punti percentuali sopra l’attuale media europea di riempimento. Un livello che permette di guardare con serenità all’inverno e protegge il sistema dalle speculazioni.
NUCLEARE ANCORA LONTANO
Il nucleare di nuova generazione potrà dare un contributo importante in ottica di sicurezza del sistema energetico. Tuttavia, difficilmente potrà rappresentare un’opzione concreta prima del prossimo decennio. Le ragioni sono diverse. Il primo ostacolo riguarda le lunghe tempistiche per la realizzazione degli impianti: individuazione dei siti, permitting, realizzazione e costruzione di un’adeguata filiera delle competenze. Inoltre, la maggior parte degli impianti francesi, che forniscono all’Italia il 15% dell’energia elettrica importata, arriveranno a fine vita entro il 2040.


