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Gas

Gas strategico: nel 2040 seconda fonte dopo le rinnovabili. Il report Confindustria-Nomisma

Pasini: Italia paga il gas 2 euro in più al MWh, necessario rafforzare e completare infrastrutture e diversificare l’approvvigionamento

La transizione low carbon implica la necessità di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale con la garanzia di un approvvigionamento energetico sicuro, competitivo e stabile nel tempo. Per questo il gas naturale può essere uno dei protagonisti del futuro sistema energetico. Il basso impatto ambientale e l’elevata flessibilità ne fanno infatti il principale alleato delle fonti rinnovabili nella sostituzione dei combustibili fossili maggiormente inquinanti. E per questo, la principale conclusione dall’analisi condotta da Confindustria in collaborazione con Nomisma Energia è relativa al fatto che “le complessità delle sfide future non sono riconducibili a soluzioni univoche,rendendo inefficiente l’orientamento in favore di una sola tecnologia. Per affrontare le sfide del futuro, dalla sicurezza energetica al contenimento delle emissioni globali, è necessaria una pluralità di linee di azione”.

IL GAS LA FONTE CHE HA CONTRIBUITO PIU’ DI TUTTE A CONTENERE I GAS SERRA

In questo senso, sottolinea il position paper di Confindustria e Nomisma Energia “il gas naturale è in tutto il mondo la fonte che contribuisce di più in questi anni al contenimento della crescita delle emissioni di gas ad effetto serra. Gli impianti a gas a ciclo combinato per la produzione di elettricità, su cui l’Italia ha già investito massicciamente, saranno indispensabili per compensare l’intermittenza delle rinnovabili,per seguire velocemente l’entrata e l’uscita degli impianti eolici e fotovoltaici e quindi per garantire stabilità della rete e adeguatezza del sistema elettrico. In primo luogo sarà necessaria una piena integrazione del sistema energetico complessivo, partendo dai sistemi elettrico e gas, così da affiancare ad una crescente elettrificazione dei consumi, una adeguata copertura infrastrutturale: partendo dalla produzione, passando per lo stoccaggio, il trasporto, la distribuzione, per arrivare al consumo finale”.

VANTAGGI DEL GAS E CONSUMI

Il gas naturale è un combustibile fossile pulito per eccellenza: se comparato con il carbone per la generazione elettrica emette il 50% di CO2 in meno, il 90% di CO in meno. Nel 2017 il combustibile più impiegato ai fini energetici al mondo è stato il petrolio con 5 miliardi di tep (4.964 Mtep), seguito dal carbone con 4 miliardi, mentre il gas naturale si trova al terzo posto (3,2 miliardi di tep), sopra alle energie rinnovabili (2 miliardi di tep) e al nucleare (0,7 miliardi di tep). Le proiezioni considerano al 2040 un incremento di tutte le fonti energetiche ad eccezione del carbone, in quanto più inquinante. In tale prospettiva il gas naturale potrebbe divenire la seconda fonte energetica più impiegata, con un incremento del 40% dei volumi mondiali.

APPROVVIGIONAMENTI E GEOPOLITICA

I primi quattro Paesi più dotati di tale risorsa, appartengono a due macro aree: Ex Urss e Medio Oriente. Nel 2017 la quota di mercato della Russia ha raggiunto il valore record del 43% sulle importazioni europee di gas (da Paesi extra-UE), nonostante le sanzioni commerciali adottate a partire dal 2014, arrivando a soddisfare il 31% della domanda dell’Unione. Tale dipendenza potrebbe essere destinata a crescere. Per questo, osserva il position paper, è fondamentale avviare una riflessione seria, a livello comunitario, sull’opportunità di diversificare la geopolitica degli approvvigionamenti europei e migliorare la competitività del mercato tra i fornitori.

Il contesto geopolitico attuale, caratterizzato da instabilità politica nel Nord Africa, dalla guerra al terrorismo nel medio oriente e da tensioni sull’asse Russia-UE-USA, ci obbliga a riflettere sul tema della sicurezza energetica del nostro Paese e dell’Europa in genere. In tale quadro l’Italia assume una evidente importanza, dovuta alla sua strategica posizione geografica e ai suoi collegamenti con i fornitori esteri, già consolidati.

PASINI: ITALIA PAGA IL GAS 2 EURO IN PIÙ AL MWH, NECESSARIO RAFFORZARE E COMPLETARE INFRASTRUTTURE E DIVERSIFICARE L’APPROVVIGIONAMENTO

“Sul fronte della competitività l’Italia sconta oggi un differenziale sul prezzo del gas naturale nel mercato rispetto al Nord Europa maggiore di circa 2 €/MWh che determina una perdita di competitività per le imprese nazionali – ha commentato Giuseppe Pasini Presidente del gruppo tecnico energia di Confindustria -. Occorre azzerare tale differenziale attraverso interventi infrastrutturali e misure regolatorie. l nostro paese può rappresentare, inoltre, lo snodo che consentirebbe di diversificare le rotte di approvvigionamento, evitando di consegnare il destino dell’Europa nelle mani di un solo paese. È arrivato il momento che l’Europa assuma delle decisioni per la sua stessa sopravvivenza e punti a rafforzare e finanziare alcune infrastrutture energetiche. Mentre la Germania sta completando il raddoppio del Nord Stream da 55 a 110 miliardi di metri cubi anno, l’Italia deve rafforzare gli sforzi sulla realizzazione del Corridoio Sud, che ancora manca, nonostante se ne parli da anni. Il TAP, infatti, – ha concluso Pasini – ha avuto il via libera dal Governo solo a fine 2018 e altri progetti come sono autorizzati e in via di sviluppo”.

LE PREVISIONI DI CONSUMO PER L’ITALIA

“I consumi di gas in Italia saliranno, seppur di poco, almeno fino al 2025, per poi stabilizzarsi sopra agli 80 miliardi di metri cubi anno, contro gli attuali 75 miliardi di metri cubi. Il presente scenario evidenzia prospettive di consumo superiori (circa 10-15 miliardi di metri cubi aggiuntivi) rispetto a quanto ipotizzato nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima(PNIEC) – presentato dal Governo a fine 2018 – poiché ipotizza una crescita economica più sostenuta ed un calo inferiore dell’intensità energetica, in via prudenziale. Nel presente documento si ritiene, in particolare – si legge nel paper -, che la crescita della generazione elettrica sarà più sostenuta rispetto a quanto previsto dal PNIEC e sosterrà i consumi di gas naturale negli impianti termoelettrici. Questi saranno chiamati a garantire da un lato la flessibilità e l’affidabilità necessarie per affiancare le rinnovabilie, dall’altro, l’adeguatezza del sistema anche in vista della sostituzione degli impianti a carbone, in base ad un programma di uscita e chiusura delle centrali entro il 2025. Si prevede inoltre un aumento dei consumi di gas nel trasporto, in quanto l’Italia è il Paese che da tempo vanta una forte presenza dell’uso di metano quale propellente nelle vetture private, con il parco auto più numeroso, circa un milione, che impiega oltre un miliardo di metri cubi di gas. La crescita del settore è costante per ragioni di carattere sia ambientale che economico”.

LA RETE ITALIANA AFFIDABILE MA PREZZI SPOT PIU’ ALTI RISPETTO A NORD EUROPA

“L’Italia ha una delle reti gas più affidabili al mondo, grazie ad investimenti e miglioramenti condotti nell’arco di 70 anni – prosegue il paper -. Una delle anomalie dell’Italia nel gas riguarda il suo prezzo spot (PSV2) più alto di quello dei principali Hub del Nord Europa (tra cui il TTF3). L’Italia sconta infatti un differenziale sul prezzo del gas naturale rispetto al Nord Europa di circa 2 €/MWh che determina una perdita di competitività per le imprese nazionali. Occorre azzerare tale differenziale attraverso interventi infrastrutturali e misure regolatorie volte a migliorare la liquidità del mercato nazionale. Mentre la Germania sta completando il raddoppio del Nord Stream da 55 a 110 miliardi di metri cubi anno, l’Italia deve rafforzare gli sforzi sulla realizzazione del Corridoio Sud, che ancora manca, nonostante se ne parli da anni. Il TAP, infatti, ha avuto il via libera dal Governo solo a fine 2018. Altri progetti come Poseidon sono autorizzati, altri come East Med in sviluppo, e tutti contribuiranno a diversificare gli approvvigionamenti e a valorizzare le enormi potenzialità delle riserve del Mediterraneo dell’Est scoperte da società italiane i cui investimenti hanno importanti riflessi anche per l’indotto in Italia. L’obiettivo è quello di far sì che l’Italia diventi un hub, un‘interconnessione per il transito del gas dalle aree di produzione verso i mercati al consumo in Europa”.

LE LINEE STRATEGICHE DA SEGUIRE SECONDO IL PAPER

Il primato che l’Italia ha nell’uso del gas è un patrimonio da valorizzare proprio per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione attraverso le seguenti linee strategiche: “1.Rafforzare l’integrazione con il sistema elettrico, dagli accumuli delle fonti rinnovabili, fino alla microgenerazione/cogenerazione nelle abitazioni;2.Accompagnare la crescita dei consumi di gas nei trasporti, sia in forma compressa (CNG) che liquida (GNL), liberando anche le potenzialità del biometano, attraverso la realizzazione delle necessarie infrastrutture;3.Proseguire nello sfruttamento efficiente delle infrastrutture esistenti e nel loro eventuale potenziamento,e diversificare fonti e rotte di approvvigionamento, in particolare quelle del Corridoio Sud;4.Favorire lo sfruttamento della produzione nazionale di gas;5.Migliorare la regolazione dei transiti all’interno dell’Europa, per incrementare l’utilizzo efficiente della capacità esistente e per sviluppare un mercato competitivo altrettanto liquido quanto quello del Nord Europa,dove il dominio della Germania, con prezzi più bassi, è destinato arafforzarsi con il raddoppio del Nord Stream”.

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