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Ucraina Russia

Gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina avranno ripercussioni in tutta Europa

Secondo l’analista energetico Ron Bousso, “l’intensificarsi degli attacchi russi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina rappresenta un rischio reale per l’economia e la popolazione con l’arrivo dell’inverno, e l’impatto degli attacchi si farà sentire anche in Europa”

Il pesante bombardamento russo sulle infrastrutture del gas naturale ucraine prima dell’inverno potrebbe avere un impatto a catena sul mercato energetico europeo, poiché l’Ucraina attinge più combustibile dai suoi vicini occidentali. Tuttavia – scrive l’analista Ron Bousso sul sito dell’agenzia Reuters – , qualsiasi aumento dei prezzi del gas europeo dovuto agli acquisti ucraini sarà probabilmente mitigato dall’abbondanza di forniture globali di GNL.

La Russia negli ultimi giorni ha intensificato gli attacchi alla rete energetica e agli impianti di produzione del gas ucraini, mentre la guerra entra nel suo quarto inverno.

DANNI CRITICI AGLI IMPIANTI GAS DELL’UCRAINA

Venerdì scorso Mosca ha lanciato il suo più grande attacco alle infrastrutture del gas ucraine dall’inizio della guerra, che, secondo l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale Naftogaz, ha causato dei danni critici agli impianti. Nel fine settimana si sono verificati ulteriori attacchi alle infrastrutture civili di approvvigionamento del gas.

Nelle ultime settimane anche Kiev ha intensificato gli attacchi con droni contro raffinerie e impianti petroliferi russi. Finora non è chiaro in che misura gli attacchi abbiano danneggiato la produzione nazionale di gas ucraina. Lo scorso marzo, una potente serie di attacchi russi contro gli impianti energetici ucraini ha ridotto la produzione di oltre un terzo, e gli ultimi attacchi potrebbero avere un impatto simile o maggiore.

L’interruzione arriva in un momento cruciale per Kiev, che si affretta a rifornire gli impianti di stoccaggio prima dell’inizio dell’inverno, quando la domanda di gas per il riscaldamento aumenta vertiginosamente.

IL LIVELLO DEGLI STOCCAGGI DI GAS IN UCRAINA SI È RIDOTTO

L’Ucraina gestisce il più grande stoccaggio sotterraneo di gas d’Europa, con una capacità di 31 miliardi di metri cubi. Secondo Erisa Pasko, analista del gas di Energy Aspect, attualmente ne detiene circa 13 miliardi di metri cubi, pari al 42% della capacità.

Secondo Pasko, se l’attuale danno alla produzione ucraina sarà di portata simile a quello dello scorso inverno, l’Ucraina probabilmente dovrà aumentare le importazioni dai vicini occidentali tra ottobre e marzo, portandole da 2,1 a 4,1 miliardi di metri cubi, rispetto ad una precedente stima di 1,5 miliardi di metri cubi. “Il livello di riempimento degli stoccaggi è ben al di sotto della media storica, e l’Ucraina probabilmente adotterà maggiori misure precauzionali quest’inverno, dati i continui attacchi alle sue infrastrutture del gas”, ha spiegato l’analista.

LE CONSEGUENZE DELLA SITUAZIONE IN UCRAINA SUL MERCATO EUROPEO

Una domanda più forte dall’Ucraina aumenterà quindi la pressione sul vicino mercato europeo del gas, che ha subito una profonda trasformazione in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022. Secondo i dati Ue, le esportazioni di gas russo verso l’Europa sono crollate dagli oltre 150 miliardi di metri cubi del 2021, pari al 45% delle importazioni totali, ai 52 miliardi di metri cubi del 2024, pari al 19%. L’Unione europea attualmente sta valutando delle soluzioni per bloccare completamente le importazioni russe entro il 2027. Il rapido cambiamento ha portato ad un grave shock dei prezzi dell’energia in Europa, che si è affrettata ad importare grandi volumi di carichi di GNL più costosi.

Il mercato europeo del gas entra nell’inverno relativamente rilassato, grazie a un’impennata delle forniture globali di GNL. I prezzi di riferimento del gas TTF europeo sono scesi di circa il 90% dal loro record post-crisi di oltre 300 €/MWh a circa 33 €/MWh, riflettendo le dinamiche in evoluzione. Tuttavia, l’aumento della domanda di gas dall’Ucraina costringerebbe l’Europa ad aumentare le importazioni di GNL, facendo salire i prezzi.

Secondo Bousso, “l’intensificarsi degli attacchi della Russia alle infrastrutture energetiche ucraine rappresenta un rischio reale per l’economia e la popolazione ucraine con l’arrivo dell’inverno. L’impatto degli attacchi si farà sentire anche in Europa”.

I RISCHI DI UN INCIDENTE NUCLEARE

Inoltre, come ricorda La Repubblica, da due settimane c’è uno scambio di attacchi e accuse che riguardano gli impianti nucleari, con un crescendo di episodi che mettono a rischio non solo i due Paesi belligeranti, ma l’intera Europa. Dalla notte del 23 settembre ci sono state delle incursioni contro 5 differenti centrali ad alto rischio, su entrambi i lati del confine.

Stabilire le responsabilità è difficile, ma c’è una certezza: questa escalation può degenerare in qualsiasi momento, con conseguenze pesantissime. L’ultimo episodio è stato denunciato ieri da Mosca, con un drone ucraino che avrebbe colpito la torre di raffreddamento dell’impianto nucleare di Novovoronezh, senza causare danni. L’agenzia atomica statale Rosatom ha affermato che si è trattato di un’azione deliberata.

L’impianto, occupato dai russi nella primavera 2022, adesso è in mani ucraine. Il primo ottobre un bombardamento russo ha distrutto i tralicci che portano l’elettricità a Chernobyl: sono entrati in funzione i generatori diesel, che hanno garantito la sicurezza per tre ore fino al ripristino delle linee ad alta tensione.

LA SITUAZIONE DELLA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIZHZHIA

La situazione più preoccupante è quella che riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, conquistata dalle truppe di Mosca nel marzo 2022. Lunedì scorso l’impianto è finito in mezzo ad una battaglia, con scambi di cannonate e razzi.

Come se non bastasse, da 15 giorni i 6 reattori sono isolati dalla linea elettrica. I sistemi di raffreddamento sono alimentati con i gruppi elettrogeni: non era mai accaduto che avvenisse per un periodo così lungo, e qualsiasi guasto può provocare una crisi devastante.

I russi dicono che sono stati gli ucraini a spezzare la connessione. Il direttore dell’AIEA, Rafael Grossi, sta mediando per ottenere una tregua che permetta una soluzione stabile. Secondo il ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha, invece, “la corrente è stata tagliata volontariamente da Mosca con un’azione manuale, perché vuole collegare Zaporizhzhia con i suoi elettrodotti e rubare l’energia”.

Questo scenario apre ad una prospettiva temuta dagli analisti: il Cremlino potrebbe intensificare l’offensiva contro la rete elettrica ucraina fino ad innescare un blackout totale nel Paese. Se i missili distruggessero i tralicci che collegano una delle altre tre centrali atomiche, ci sarebbe un crollo nelle forniture con il collasso dell’intera distribuzione della corrente: si potrebbe scatenare un potente blackout, simile a quello avvenuto nella Penisola iberica lo scorso 28 aprile.

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