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Gnl, la ripresa dei mercati ci sarà solo nel 2021. L’analisi Oies

Secondo un nuovo rapporto dell’Oxford Institute for Energy Studies (Oies) i mercati potrebbero riscoprire un miglioramento dei prezzi nel 2021, grazie a “un’impennata molto significativa della domanda di gas asiatico” o a un “giro di vite sul Gnl per sostenere il prezzo del gas”

Il margine di cassa per gli esportatori statunitensi di Gnl è leggermente migliorato nel secondo trimestre di quest’anno ma, secondo un nuovo rapporto dell’Oxford Institute for Energy Studies (OIES), rimarrà probabilmente negativo per tutto il resto del 2020. Secondo quanto emerge dall’analisi, l’eccesso di gas liquefatto sta danneggiando sia i compratori che i venditori.

PERDITE PER TUTTI

In Giappone, il più grande produttore di energia elettrica, JERA, sta perdendo decine di miliardi di yen a causa del contratto per acquistare Gnl che ha in essere, legato ai prezzi del petrolio, ma non potendo utilizzare tutto il gas comprato, rivende alcuni carichi. Il problema è rappresentato dal fatto che JERA deve rivendere i carichi sul mercato spot, dove i prezzi sono molto più bassi di quelli legati al greggio. In sostanza, il gruppo sta comprando a caro prezzo e vendendo a un costo più basso.

SI PREFERISCE LO STOCCAGGIO

L’eccesso mondiale ha incanalato più gas negli stoccaggi in tutto il mondo. Uno degli esempi più importanti è l’Europa dove il mercato ha segnalato, di fatto, la necessità di ridurre l’offerta proprio a causa degli elevati accumuli dettati da un inverno mite e dalla crisi del coronavirus.

AL MOMENTO I CARICHI GNL NON COPRONO I COSTI MARGINALI

In questo senso, gli Stati Uniti, che hanno le condizioni contrattuali più flessibili, si stanno assumendo l’onere del riequilibrio. Tuttavia, il margine per l’esportazione di Gnl è attualmente negativo, e dovrebbe rimanere tale per tutta la durata del 2020, secondo l’Oxford Institute for Energy Studies (OIES). “Ciò significa che un carico medio di Gnl statunitense non riesce a coprire i suoi costi marginali a breve termine per la consegna in Europa o in Asia a prezzi correnti”, ha detto l’OIES.

Gli esportatori di Gnl statunitensi hanno visto decine di carichi cancellati a causa dell’eccesso, anche se per aziende come Cheniere Energy, il problema risulta meno pressante in quanto sono previste penalità in caso di cancellazione dei carichi.

IL MIGLIORAMENTO DAL 2021

I mercati potrebbero riscoprire un miglioramento dei prezzi nel 2021, grazie a “un’impennata molto significativa della domanda di gas asiatico” o a un “giro di vite sul Gnl per sostenere il prezzo del gas”, ha detto l’OIES nel suo rapporto che prevede anche un calo degli investimenti in nuove capacità Gnl fino alla fine del 2023.

“E’ quindi rilevante chiedersi se possiamo aspettarci di vedere nuove decisioni di investimento nel GNL statunitense nel prossimo futuro, soprattutto se gli acquirenti non si affrettano a firmare nuovi contratti a lungo termine”, ha scritto l’OIES.

Nel breve periodo, i carichi di Gnl cancellati potrebbero dirottare più gas naturale verso le scorte. Tuttavia, i livelli di stoccaggio di gas negli Stati Uniti si trovano già a un livello molto alto mentre i prezzi all’Henry Hub, l’indice di riferimento per gli Stati Uniti, ha già raggiunto una media di 1,81 dollari nella prima metà dell’anno, il minimo record per il semestre.

IL GIAPPONE ACCELERA SUI CONTRATTI FLESSIBILI

Dall’altra parte del globo, gli acquirenti sono sempre più agitati per gli accordi che hanno in essere, troppo rigidi per il periodo. In questo senso le perdite finanziarie di JERA stanno accelerando la spinta a cercare condizioni contrattuali più flessibili, un trend che era già in crescita negli ultimi anni, man mano che i mercati del Gnl stavano diventati più grandi e più liquidi.

E infatti Hitoshi Nishizawa, senior executive officer di JERA, in occasione di una recente conferenza sull’energia in Giappone, secondo Asia Times Financial ha dichiarato che “i contratti di vendita e acquisto di lungo termine con condizioni rigide non sono più adatti a un mercato in rapida evoluzione”. Il Giappone – il più grande importatore di Gnl al mondo – ha visto, infatti, diminuire le importazioni di Gnl di quasi il 19 per cento a maggio, anno su anno.

ANCHE L’ASIA VERSO CONTRATTI PIU’ FLESSIBILI

La correzione di rotta era già avvenuta in precedenza in Europa con la costante scomparsa dei prezzi legati al petrolio. In Asia, l’evoluzione del mercato è stata un po’ più lenta, ma ora anche qui appare pronto ad accelerare il distacco dal petrolio dai prezzi spot di JKM. “Sebbene le questioni Covid-19 rimangano al momento più importanti, non sembrano esserci dubbi sul fatto che, se questa tendenza persiste, potremmo vedere una vera e propria sfida al prezzo del GNL legato al petrolio in Asia, con il marker JKM che sta già diventando un benchmark di prezzo sempre più importante”, ha scritto OIES nel suo rapporto.

GLI INVESTIMENTI IN CALO

La recessione legata alla pandemia sta facendo svanire gli investimenti sia nel petrolio sia nel gas. Secondo Rystad Energy, il numero di progetti che riceveranno le decisioni finali di investimento dovrebbe diminuire del 75 per cento quest’anno. La quantità totale di denaro incanalato in nuovi progetti scenderà a soli 47 miliardi di dollari, un numero molto basso che in realtà è gonfiato da una serie di progetti in Norvegia e in Russia. Nel 2019, la quantità di denaro investita in nuovi progetti di petrolio e gas ha raggiunto i 197 miliardi di dollari.

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