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Petrolio e gas, perforazioni ai minimi da inizio secolo. L’analisi Rystad Energy

Brasile, Australia e Cina continueranno ad offrire interessanti opportunità nel breve termine, con prospettive di crescita del 20-40% per le perforazioni offshore, mentre Regno Unito, Guyana e Messico sembrano promettenti nel medio-lungo termine.

La pandemia di Covid-19 ha bloccato l’attività di petrolio e gas, fenomeno che ha ormai condizionato il mercato delle perforazioni sia per quanto riguarda i pozzi sia per quanto riguarda la relativa domanda di attrezzature di perforazione. A certificare il momento di crisi è un’analisi di Rystad Energy che mostra come il numero di pozzi trivellati a livello globale dovrebbe raggiungere quest’anno le 55.350 unità, il più basso da inizio secolo.

UN CALO DEL 23% NELLE PERFORAZIONI

Secondo Rystad Energy si tratta di un calo del 23% rispetto al numero di 71.946 pozzi operativi nel 2019. La previsione della società di ricerca, che si estende fino al 2025, “non ritiene probabile che il numero dell’anno scorso sarà raggiunto o superato entro il periodo di tempo considerato. Si prevede che i pozzi trivellati recupereranno in parte fino a poco più di 61.000 nel 2021, poiché i governi allenteranno le restrizioni di viaggio, aumentando la domanda e i prezzi del petrolio. Poi i numeri aumenteranno ulteriormente fino a poco più di 65.000 nel 2022 e rimarranno appena al di sotto di 69.000 fino alla fine del 2025”.

AMERICA DEL NORD LA PIU’ COLPITA

L’America del Nord sarà probabilmente la più colpita, sottolinea l’analisi: “Il conteggio delle piattaforme petrolifere del Paese era già ai minimi storici a pochi mesi dalla crisi. Sebbene sia possibile una modesta ripresa nella seconda metà del 2020, l’attività di perforazione rimarrà più del 50% al di sotto dei livelli registrati nello stesso periodo dell’anno scorso”.

I NUMERI

Dei 55.350 pozzi da trivellare nel 2020, 2.238 saranno offshore e 53.112 onshore. Prima che Covid-19 colpisse, Rystad Energy si aspettava che il totale dei pozzi aumentasse fino a 74.575, di cui 2.896 pozzi offshore e 71.679 onshore.

IN CALO ANCHE LA CATENA DI FORNITURA DEL SETTORE

“Sia i nuovi pozzi che le lunghezze di perforazione saranno ridotti in quanto gli investimenti di E&P ridurranno la scala degli investimenti, influenzando l’intera catena di fornitura associata a questi servizi. Questo include gli strumenti di perforazione, che diminuiranno del 35% nel 2020 rispetto al 2019”, dice Reza Hassan Kazmi, analista dei servizi energetici di Rystad Energy.

“Quando consideriamo gli strumenti di perforazione, includiamo i blowout preventer (BOP), gli strumenti di perforazione a foro profondo, le punte di perforazione, i tubi di perforazione, i barattoli, i collari di perforazione e altri strumenti di perforazione, ad eccezione delle pompe a foro profondo utilizzate per l’ascensore artificiale, nel segmento dei servizi generici”, sottolinea la società di consulenza.

IN CALO ANCHE LA LUNGHEZZA DELLE PERFORAZIONI

Anche la lunghezza di perforazione, un altro elemento chiave per gli strumenti di perforazione, in particolare per i tubi, i collari e le punte di perforazione, “si stima che quest’anno diminuirà del 25% prima di migliorare nel 2021. A un livello più granulare, come quello regionale o nazionale, la diminuzione percentuale dei pozzi non sempre si tradurrà in una riduzione proporzionale della lunghezza totale di perforazione, in quanto la profondità di perforazione per pozzo potrebbe variare notevolmente da regione a regione e da paese a paese”, ha osservato Rystad Energy.

DOMANDA STRUMENTI DI PERFORAZIONE IN CALO DA 16 A 10 MLD NEL 2020

“Dal punto di vista della domanda, ci aspettiamo che gli acquisti onshore e offshore per gli strumenti di perforazione passeranno da 16 miliardi di dollari nel 2019 a 10 miliardi di dollari nel 2020. Oltre al Nord America, l’Africa e la Russia saranno i maggiori contribuenti di questa perdita, dove gli acquisti scenderanno rispettivamente del 36% e del 27% quest’anno”, spiega la società di consulenza.

COSA FARANNO RUSSIA E ALGERIA (I PIU’ COLPITI)

“È probabile che gli operatori russi ritardino la perforazione di nuovi pozzi su asset maturi per garantire il rispetto dei tagli di produzione concordati, mentre Sonatrach ridurrà la maggior parte della spesa per progetti come Hassi Messaoud e Tin Fouye-Tabankort. Nel medio termine, tuttavia, man mano che le principali E&P riprendono a sviluppare la loro linea di progetti offshore in Africa, ci aspettiamo un aumento della domanda di strumenti di perforazione (soprattutto per le torri di perforazione)”.

MERCATI ONSHORE MEGLIO DEGLI OFFSHORE

Nel complesso, comunque, prosegue l’analisi, i mercati onshore dovrebbero riprendersi già nel 2021 e crescere ad un tasso del 7% annuo fino al 2025, mentre i mercati offshore vedranno alti e bassi e manterranno un livello complessivo piatto nei prossimi cinque anni.

BRASILE, AUSTRALIA E CINA CONTINUERANNO AD OFFRIRE INTERESSANTI OPPORTUNITÀ NEL BREVE TERMINE

Nonostante la crescita complessivamente stagnante, “Brasile, Australia e Cina continueranno ad offrire interessanti opportunità nel breve termine, con prospettive di crescita del 20-40% per le perforazioni offshore, mentre Regno Unito, Guyana e Messico sembrano promettenti nel medio-lungo termine. Gli Stati Uniti rimangono il punto caldo per la spesa per gli strumenti di perforazione a terra, mentre la Norvegia dovrebbe essere in cima alla lista per la spesa per gli strumenti di perforazione offshore”, spiega Rystad Energy.

“Nel mercato onshore degli Stati Uniti, oltre l’80% della spesa per gli strumenti di perforazione sarà destinato alla perforazione di scisto. I bacini del Permiano e degli Appalachi guideranno il 60% della spesa totale per gli strumenti di perforazione, seguiti da alcune attività convenzionali in altri bacini. Al largo delle coste norvegesi, Troll, Balder/Ringhorne e Johan Sverdrup guideranno la domanda di strumenti di perforazione”, conclude l’analisi.

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