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Petrolio Prezzi

Golfo del Messico, la produzione di petrolio finisce nelle mani delle major

I produttori di petrolio nel Golfo del Messico sono passati da 60 a 49 in soli cinque anni a causa della pandemia e del crollo dei prezzi del greggio

La pandemia, insieme alle ricorrenti chiusure per uragani, hanno accelerato la scomparsa di alcuni produttori di petrolio del Golfo del Messico, in particolare delle aziende più piccole.

I prezzi in caduta del greggio, infatti, hanno schiacciato i trivellatori più piccoli, lasciando i pozzi nelle mani delle major.

ACCELERA IL CONSOLIDAMENTO DEI PRODUTTORI DI PETROLIO NEL GOLFO DEL MESSICO

Secondo i dati diffusi dal Bureau of Safety and Environmental Enforcement (BSEE), i primi 10 produttori di petrolio del Golfo del Messico, guidati da Royal Dutch Shell, BP Plc e Chevron, quest’anno hanno pompato l’86% degli 1,6 milioni di barili al giorno (bpd) della regione, con un aumento di circa 11 punti percentuali rispetto al 2017.

Fallite nel 2020 la Fieldwood Energy e l’Arena Energy, a conferma che i piccoli trivellatori non sono riusciti a sopravvivere alla pandemia e che è in corso un’accelerazione del consolidamento dei produttori di petrolio nel Golfo del Messico.

COSA CI ASPETTA IN FUTURO NEL GOLFO DEL MESSICO

Il consolidamento in atto nel Golfo del Messico ha ridotto il numero dei produttori da 60 a 49 in soli cinque anni. I finanziamenti per le imprese più piccole si sono prosciugati, spiega Reuters, lasciando i pozzi nelle mani di grandi operatori che possono autofinanziare le operazioni.

Per il futuro “vedremo solo un ulteriore consolidamento”, ha affermato Colin White, analista Rystad Energy.

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