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Governo punta a sbloccare le nomine Arera. Pozzi in pole per presidenza?

Il governo punta a sbloccare le nomine del nuovo collegio dell’Autorità dell’Energia (Arera), secondo Il Fatto Quotidiano. L’attuale, guidato da Stefano Besseghini, è in proroga da mesi

Il Governo riprova a trovare la quadra sul nuovo Collegio di Arera. Intanto, l’attuale sarà prorogato fino al 31 dicembre 2025 in attesa della nomina dei nuovi componenti, con un decreto-legge del 4 ottobre. In cima alla lista dei papabili per la poltrona di presidente ci sarebbe l’economista Cesare Pozzi, secondo Il Fatto Quotidiano. Tutto da rifare anche sul fronte dei Commissari, dopo che la squadra sembrava ormai blindata.

I NOMI IN LIZZA

In cima alla lista dei papabili c’è l’economista Cesare Pozzi, vicino a Fratelli d’Italia, mentre nel collegio dovrebbero entrare la capo-segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin (in quota Forza Italia), Francesca Salvemini e due ex parlamentari (Paolo Arrigoni, già senatore leghista e l’ex deputato dem Alessandro Bratti). Ma potrebbero diventare anche tre. Come riporta Il Fatto Quotidiano, in quota ci sarebbero anche i 5S con Livio De Santoli, professore ordinario di Energetica alla Sapienza e candidato sempre per i 5S alle scorse Politiche, e dell’ex senatore Gianni Girotto.

POZZI VICINO A FDI

L’economista Cesare Pozzi, professore di economia dell’Università di Foggia, ora in orbita Fdi, in passato era tra i nomi papabili anche per il Ministero dell’Economia. È il presidente di Dri d’Italia e direttore del Master in management e regolazione dell’energia sostenibile della Luiss di Roma. Non è un tecnico di settore. Le competenze invece non mancano a Salvemini, esperta di regolazione che però passerebbe direttamente dal gabinetto del ministro all’Authority –, ma anche ad Arrigoni, visto che presiede il Gestore dei servizi energetici (Gse), e De Santoli.

DECRETO MILLEPROROGHE

Se ci fosse l’avallo su questi nomi, verrebbe superato lo stallo che dura da mesi e che ha portato a due proroghe dell’attuale collegio, scaduto ad agosto. Atti tecnici che rivelano l’urgenza di garantire stabilità istituzionale in un settore chiave per la transizione ecologica. Sicuramente ne servirà una terza visto che non si riuscirà a chiudere entro il 31 dicembre. L’idea è di inserirla nel decreto Mille proroghe di fine anno, accompagnandola con l’indicazione dei nomi per non incappare nello stop del Quirinale.

ITER LEGISLATIVO

La nomina avviene per decreto del presidente della Repubblica, previo passaggio in Consiglio dei ministri su designazione dei ministeri coinvolti .L’iter prevede poi un passaggio dei nomi nelle commissioni parlamentari, che si esprimono a maggioranza dei due terzi, e quindi serve un accordo con l’opposizione: dei cinque membri, tre vanno al centrodestra e due alla minoranza.

NODO COMPETENZA

Divisioni partitiche a parte, c’è il nodo della competenza che è un requisito di legge. Quella istitutiva dell’autorità risale al 1995 e richiede che i componenti del collegio siano “scelti fra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore”. Requisito che avrebbe fatto saltare alcune candidature bizzarre, come la deputata leghista Laura Ravetto. Il dossier è in mano al braccio destro di Meloni, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari.

I TEMI SCOTTANTI PER ARERA

Il nuovo collegio dovrà occuparsi di temi di grande rilievo, a partire dall’indagine conoscitiva sulla manipolazione dei prezzi dell’energia che ha scatenato la rabbia dei colossi del settore.

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