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Nucleare

Governo unito sul nucleare. Salvini e Pichetto: “Possibile una centrale dopo il 2030”

I due ministri hanno chiesto di superare le ideologie. “Nessuna difficoltà ospitare una centrale nucleare nelle nostre città”

Il governo, per voce del vicepremier e ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini e del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza economica Gilberto Pichetto Fratin, ribadisce il suo sì ad un ritorno del nucleare in Italia.

SALVINI: IN 7-8 ANNI POSSIBILE REALIZZARE UNA CENTRALE SENZA IDEOLOGIE

Nel corso dell’iWeek intitolata ‘Nucleare, si può fare?’, il ministro del Carroccio ha subito esordito portando “il convinto sostegno non solo della mia forza politica ma dell’intero governo”. E ha ribadito che secondo i tecnici è possibile accendere il primo interruttore di un impianto nucleare nel giro di 7-8 anni: il problema, ha chiarito, “è superare il dibattito ideologico su referendum si, referendum no”, ha detto Salvini che ha dato come orizzonte probabile il 2032. “Il difficile è passare dalle parole alla pratica”, ha però ammesso Salvini secondo cui bisogna coinvolgere almeno quattro ministeri e il Comitato tecnico per il coordinamento economico. “Bisogna coordinarsi, e a livello europeo non bisogna ragionare ideologicamente”.

“VORREI UNA CENTRALE A MILANO”

In aggiunta, Salvini ha ammesso che non avrebbe alcuna difficoltà a ospitare una centrale a Milano, città in cui è nato e vice: “Da milanese, un reattore di ultima generazione nella mia città lo vorrei, perché sono convinto che sia energia pulita, sicura e costante. L’ho detto 2-3 anni fa, la prima centrale la vorrei a Milano. Apriti cielo. Io lancio un segnale politico: è facile dire sì al nucleare ma nella provincia a fianco”.

PICHETTO FRATIN SULLA STESSA LINEA: NUCLEARE CON MODULA REACTOR E FUSIONE

Anche il ministro Fratin ha rammentato la convinzione del governo nel supportare il nucleare, in tempi brevi come ha detto Salvini: “Gli esperti mi dicono che il nucleare è fattibile e realizzabile nei primi anni del 2030. Non parliamo di terza generazione, ma di quarta generazione, di modular reactor, e di fusione”. Che non avrebbe problemi, nemmeno lui, a ospitare un impianto a Torino.

UNA NUOVA SENSIBILITA’

“C’era ritrosia a parlare del nucleare, dagli ultimi sondaggi il quadro paese è cambiato molto, in particolare grazie ai giovani. C’è una nuova e moderna sensibilità”, ha ammesso il titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo ricordando la scelta della Piattaforma nazionale nata per unire istituzioni e imprese.

IL REFERENDUM

Sul tema del referendum, Pichetto ha tenuto a ribadire quanto detto già nelle settimane passato: si è trattato di referendum abrogativi su un modello specifico di centrali mentre oggi “c’è una sensibilità che dobbiamo creare e un percorso di azioni che dobbiamo portare avanti”. Senza dimenticare il sito di stoccaggio delle scorie, il cui timore “non ha permesso al nostro Paese di avere un luogo e di indicare un sito idoneo”.

ALLARME APPROVVIGIONAMENTI CON LA GUERRA IN ISRAELE

Nel corso del dibattito il ministro dell’Ambiente si è detto poi preoccupato di quanto sta accadendo in Israele, la cui situazione sta avendo e avrà “conseguenze anche sul fronte del mercato e degli approvvigionamenti. Ci vuole molta cautela naturalmente, c’è speranza che non si allarghi anche perché noi siamo attenti a quelli che sono i nostri fornitori ordinari per quanto riguarda il gas. Manteniamo una relazione molto forte con gli attuali fornitori con i quali abbiamo il collegamento tramite pipeline, Algeria e Libia sul fronte africano e Azerbaigian sul Medio Oriente, con l’attenzione anche al prezzo”.

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