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Gse, il Pd chiede chiarimenti a Patuanelli sulla governance

Benamati ha ricordato che tutto il settore delle rinnovabili è preoccupato della situazione del Gse, rilanciando l’allarme della nota congiunta Anev-coordinamento Free

“Quali azioni intende intraprendere il Governo per assicurare che la governance della Gse, che gestisce oltre 14 miliardi di euro di incentivi alle fonti rinnovabili sia in grado di operare con trasparenza ed efficienza?”. Così Gianluca Benamati (Pd), vice presidente della commissione Attività produttive alla Camera, in un’interrogazione rivolta al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

DARE RISPOSTE CERTE E UNIVOCHE AGLI OPERATORI

Benamati ha ricordato che le nomine decise lo scorso aprile dal Gse nell’ambito di una nuova struttura interna “sono state considerate illegittime dalla magistratura contabile sotto vari aspetti”. Ma soprattutto che “tutto il settore legato alle energie rinnovabili è estremamente preoccupato di questa situazione tanto che in una nota congiunta Anev e Coordinamento Free hanno dichiarato che ‘senza voler entrare nel merito delle procedure utilizzate o delle persone scelte, la situazione creatasi è di assoluta criticità per il settore delle rinnovabili e dell’efficienza che, come noto, attende da anni i provvedimenti necessari a poter realizzare nuovi investimenti e a far funzionare efficientemente quelli già realizzati’ e che ‘è indispensabile che la struttura tutta, vertici, funzionari e dipendenti tutti, lavori in maniera compatta così da poter fornire risposte univoche e certe agli operatori’”.

SI POTREBBE PROFILARE UN COMMISSARIAMENTO

In realtà qualche giorno fa si è parlato di un possibile commissariamento del Gse. A ipotizzare un possibile intervento del governo che “starebbe valutando la possibilità di inserire un emendamento in un provvedimento in Parlamento, probabilmente il decreto fiscale” è stato un articolo de Il Messaggero. Il ministro dello Sviluppo economico avrebbe addirittura “dato mandato ai vertici del ministero guidato da Vito Cozzoli, di preparare una norma dopo il duro scontro al vertice della società pubblica dei mesi scorsi. A settembre il presidente Francesco Vetrò aveva convocato un consiglio di amministrazione della società con all’ordine del giorno la revoca delle deleghe all’amministratore delegato Roberto Moneta. Il culmine di una guerra sotto traccia all’interno della società scoppiata dopo il caso della nomina giudicata illegittima della Corte dei conti di alcuni dirigenti messi al vertice della macchina del Gse”, precisava Il Messaggero.

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