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Cambiamenti Climatici

I cambiamenti climatici minacciano anche le operazioni militari. Ecco il piano Ue per aumentare la resilienza

Il nuovo studio JRC-EDA analizza il legame tra clima, energia e difesa e sottolinea come manchi un approccio sistematico quando si tratta di affrontare i cambiamenti climatici nella difesa dell’Ue. Lo studio individua le lacune esistenti e fornisce raccomandazioni per i Ministeri della Difesa e gli operatori sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici

Il settore della difesa è fondamentale per mantenere la sicurezza e la stabilità della nostra società. Tuttavia, il settore è a rischio a causa dei cambiamenti climatici, sia per gli impatti diretti dei pericoli climatici, sia indirettamente per la sua dipendenza da entità vulnerabili che gestiscono infrastrutture energetiche critiche. Per questo il settore della difesa deve aumentare la propria resilienza ai cambiamenti climatici. E un nuovo studio del Centro comune di ricerca della Commissione europea e dell’Agenzia europea per la difesa affronta per la prima volta, proprio il nesso clima-energia-difesa e propone azioni per la difesa dell’Ue per garantire la resilienza climatica e la sostenibilità energetica.

LE PERDITE ECONOMICHE DOVUTE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

I cambiamenti climatici interessano tutti i settori della società e l’attuale traiettoria delle emissioni di gas serra avvicina il mondo a impatti drammatici sugli ecosistemi e sulle attività umane, rappresentando una minaccia esistenziale per l’umanità, spiega l’analisi aggiungendo che non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo. Tra il 1980 e il 2020, nei 32 Paesi dello Spazio economico europeo, le perdite economiche totali dovute a eventi meteorologici e climatici sono state comprese tra 450 e 520 miliardi di euro. La produzione e la distribuzione di energia sono esposte a una serie di rischi climatici, dalla siccità che colpisce l’energia idroelettrica e l’acqua di raffreddamento delle centrali termiche, agli incendi e ai danni causati dalle tempeste ai cavi aerei.

D’altra parte, sottolinea la ricerca, i combustibili fossili fanno ancora parte del mix energetico e anche questo settore è minacciato dai cambiamenti climatici (40% delle riserve mondiali di petrolio e gas), con potenziali gravi effetti sulla salute e degrado ambientale. Inoltre, i danni previsti alle infrastrutture critiche dell’UE, compresi i settori dell’energia e dei trasporti, potrebbero moltiplicarsi per dieci volte entro la fine del secolo. I cambiamenti climatici possono anche aggravare la situazione della sicurezza globale, aumentando la necessità di maggiore assistenza umanitaria e militare. Il mancato raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi aggraverà le conseguenze negative, che inevitabilmente si ripercuoteranno sulla nostra società, compresi i settori critici come la difesa.

LA DIFESA DEVE AUMENTARE LA PROPRIA RESILIENZA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

I beni, le capacità e le operazioni della Difesa sono a rischio anche a causa dei rischi climatici, come gravi inondazioni, tempeste e temperature elevate o basse, osserva lo studio Ue. Tali impatti possono danneggiare o distruggere i mezzi militari o renderli inadatti allo scopo in determinate condizioni operative, comportare rischi per la salute e la sicurezza del personale militare o determinare un aumento dei costi per l’ispezione, la manutenzione, la riparazione e la revisione delle infrastrutture. Si prevede che gli impatti del cambiamento climatico e del degrado ambientale sulla difesa aumenteranno in futuro.

Allo stesso tempo, prosegue lo studio,i rischi climatici possono colpire anche le entità civili che gestiscono le infrastrutture energetiche critiche (CEI) che forniscono l’energia su cui i militari fanno affidamento, ad esempio l’elettricità per l’alimentazione dei sistemi o il carburante per i trasporti. Se queste infrastrutture critiche energetiche sono colpite dai rischi climatici, i servizi che forniscono possono essere interrotti, con ripercussioni a cascata sulle installazioni militari e compromettendo l’efficacia e la prontezza operativa. Esiste quindi un forte legame tra efficacia operativa e resilienza energetica.

LE EMISSIONI DI GAS SERRA NELLA DIFESA DEVONO ESSERE RIDOTTE

Il settore della difesa è un grande consumatore di combustibili fossili e materie prime, il che si riflette in una grande impronta di carbonio, evidenzia l’analisi Ue. Se da un lato è necessario che le forze armate diventino più resilienti agli effetti del cambiamento climatico, dall’altro i loro sforzi per ridurre le emissioni di gas serra sono fondamentali e possono contribuire a migliorare l’autonomia e la sicurezza energetica delle forze armate attraverso la diversificazione e a diminuire l’esposizione attraverso la riduzione della quantità di energia fornita attraverso le catene di approvvigionamento. Il settore della difesa ha riconosciuto i limiti dei combustibili fossili e sta intensificando gli sforzi per attuare scelte energetiche più sostenibili, in accordo con gli obiettivi del Green Deal europeo.

DIFESA DELL’UE A PROVA DI CLIMA

Il settore della difesa non ha le capacità e le competenze per adattarsi autonomamente ai cambiamenti climatici. Per questo il nuovo studio JRC-EDA analizza il legame tra clima, energia e difesa e sottolinea come manchi un approccio sistematico quando si tratta di affrontare i cambiamenti climatici nella difesa dell’UE. Lo studio individua le lacune esistenti e fornisce raccomandazioni per i Ministeri della Difesa dell’UE e gli operatori della CEI sulla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, comprese indicazioni per investire in misure energetiche sostenibili. Inoltre, delinea come l’UE possa integrare gli sforzi nazionali e promuovere una prospettiva a lungo termine per affrontare queste sfide in modo completo ed efficace. Lo studio fornisce prove scientifiche a sostegno dello sviluppo di strategie nazionali per preparare le forze armate agli impatti dei cambiamenti climatici, in linea con la Bussola strategica dell’UE per la sicurezza e la difesa.

Le raccomandazioni dello studio Ue mirano quindi a facilitare l’impermeabilità al clima e l’ecologizzazione di tutti gli aspetti della difesa e si concentrano sulla dimensione operativa, la pianificazione e lo sviluppo delle capacità, la governance, l’impegno di più parti interessate e la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Affrontare i requisiti emergenti e futuri della difesa dell’UE di fronte ai cambiamenti climatici è un passo importante nel più ampio sforzo dell’UE per raggiungere la resilienza e la neutralità climatica, ha ammesso l’analisi europea.

 

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