La domanda di GNL osservata in Europa nel 2022-23 è destinata a rimanere per il resto del decennio. Gli acquirenti europei di GNL devono conciliare la necessità di garantire l’approvvigionamento di gas a breve termine con gli imperativi a lungo termine della decarbonizzazione
Nel 2022, il mercato globale del GNL ha dovuto affrontare livelli eccezionali di turbolenza, poiché gli acquirenti europei di gas hanno cercato di compensare la perdita di approvvigionamento di gasdotti russi con un aumento senza precedenti delle importazioni di GNL. La capacità degli acquirenti europei di accedere a tali forniture di GNL è stata facilitata dalla flessibilità insita nel mercato globale del GNL, inclusa la possibilità di acquistare carichi spot da aggregatori e commercianti.
GNL: COME CONCILIARE LE ESPERIENZE DEGLI ACQUIRENTI E DEGLI SVILUPPATORI?
Un recente studio del The Oxford Institute of Energy Studies sostiene che la domanda di GNL osservata in Europa nel 2022-23 non è temporanea, ma è ormai strutturale, ed è destinata a rimanere per il resto del decennio e probabilmente oltre. La seconda metà del decennio vedrà un’ondata sostanziale di nuove forniture basate su progetti che hanno già adottato il FID. Tuttavia, le prospettive dal lato dell’offerta oltre il 2030 sono altamente incerte.
In questo contesto, gli acquirenti europei di GNL devono conciliare la necessità di garantire l’approvvigionamento di gas a breve termine con gli imperativi a lungo termine della decarbonizzazione, mentre gli sviluppatori di progetti di esportazione di GNL continueranno ad aggiungere fornitura al mercato globale solo sulla base di fermi impegni di prelievo, nell’ambito di contratti vincolanti a lungo termine; sottolinea lo studio.
La domanda chiave è: come conciliare le esigenze a breve e a lungo termine degli acquirenti e degli sviluppatori di progetti, per garantire che il mercato rimanga sufficientemente ben fornito per gestire una transizione energetica ordinata?
LE IPOTESI E GLI SCENARI MERCATO
Secondo lo studio condotto dal The Oxford Institute of Energy Studies, se la domanda globale di GNL continua a crescere, il mercato avrà bisogno di un’offerta aggiuntiva da parte di progetti che dovranno adottare il FID a metà degli anni 2020, per poter essere lanciati intorno al 2030, altrimenti dovrà affrontare il passaggio da un eccesso di offerta a un’offerta insufficiente simile a quella visto in Europa tra il 2019/20 e il 2021/22.Questa incertezza solleva la possibilità di diversi possibili scenari. In uno scenario di “squilibrio strutturale”, il mercato potrebbe essere sotto-fornito se i FID dal lato dell’offerta non saranno presi a metà degli anni 2020, o sovraffollato se l’offerta continua a crescere più velocemente della domanda oltre il 2030.
Uno scenario più favorevole e di “equilibrio strutturale” – secondo quanto evidenzia la ricerca – potrebbe vedere una nuova capacità di liquefazione acquisire il FID a metà degli anni ’20 sulla base di accordi di offtake, principalmente con aggregatori (operatori di portafoglio), che si assumono il rischio di volume in cambio del guadagno di un premio sulla rivendita a Europa e Asia e utenti finali che saranno disposti a impegnarsi solo in contratti con flessibilità di destinazione e rivendita.
QUALE SARA’ IL RUOLO DEGLI AGGREGATORI
Gli aggregatori – secondo lo studio – svolgeranno un ruolo fondamentale nel conciliare le esigenze a breve e lungo termine dei produttori e dei consumatori di GNL. Saranno indicativi la loro disponibilità a firmare nuovi accordi di prelievo vincolanti nei prossimi anni, la loro fiducia nella capacità di rivendere tali volumi e la capacità degli sviluppatori di progetti GNL di sfruttare tali accordi di prelievo e raccogliere finanziamenti sufficienti per accettare il FID. sia dello stato dell’industria del GNL a metà degli anni 2020, sia di come vede il proprio futuro dopo il 2030.