Secondo Climate Analytics, i Paesi del G7 (Italia, Germania, Francia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone) devono raggiungere una riduzione del 58% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030
In vista dell’inizio della riunione ministeriale su Energia, Ambiente e Clima che si svolgerà a Torino dal 28 al 30 aprile, è interessante analizzare il brief realizzato da Climate Analytics, che delinea 7 raccomandazioni politiche chiave per il G7 in programma a giugno. Raccomandazioni che, se adottate, dimostrerebbero l’ambizione e la leadership necessarie per mantenere in vista il limite di 1,5°C dell’Accordo di Parigi.
1 RIDURRE COLLETTIVAMENTE LE EMISSIONI DI GAS SERRA DEL G7
Secondo Climate Analytics, i Paesi del G7 (Italia, Germania, Francia, Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone) devono raggiungere una riduzione del 58% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030. Ciò rappresenterebbe un aumento significativo rispetto alla loro attuale ambizione collettiva di ridurre le emissioni del 40-42% nello stesso periodo di tempo.
Se il G7 si impegnasse e ottenesse una riduzione del 58% delle emissioni di gas serra, ciò potrebbe ridurre le emissioni globali nel 2030 di circa 2 GtCO2e, rispetto alle emissioni previste dagli obiettivi attuali, riducendo il divario delle emissioni globali del 9-10%.
L’obiettivo del 58% richiede riduzioni delle emissioni da parte del G7 ad un ritmo più rapido rispetto alla media globale (che equivale ad un taglio del 43% rispetto ai livelli del 2019 entro il 2030). Questo perché i Paesi del G7 possono decarbonizzarsi prima, avendo la tecnologia e le risorse finanziarie per farlo.
GLI OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE DEI PAESI DEL G7
I 7 Paesi devono decarbonizzarsi rapidamente, per guadagnare tempo rispetto ai Paesi in via di sviluppo, che avranno bisogno di un periodo più lungo per completare la transizione energetica e generare benefici tecnologici positivi che possano sostenere altri Paesi. Ottenere dei tagli più drastici alle emissioni entro il 2030 è fondamentale per raggiungere l’obiettivo del G7 di azzerare le emissioni nette di gas serra entro il 2050. Questo perché forti riduzioni dei gas serra dopo il 2030 non sarebbero in grado di compensare l’enorme quantità di gas serra emessi in questo decennio, se non si verificassero riduzioni profonde e durature prima del 2030.
Quest’anno e il prossimo, ai governi è stato chiesto di sviluppare e presentare obiettivi di gas serra per il 2035, oltre ad obiettivi per il 2030 allineati a 1,5°C. Nel 2035 il G7 dovrebbe impegnarsi a ridurre le emissioni di almeno il 75% rispetto ai livelli del 2019, per essere sulla buona strada per limitare il riscaldamento a 1,5°C.
2 RAFFORZARE GLI OBIETTIVI CLIMATICI NAZIONALI PER IL 2030 IN MODO CHE SIANO ALLINEATI CON L’ACCORDO DI PARIGI
Qualsiasi obiettivo collettivo di riduzione delle emissioni dovrà essere attuato anche attraverso obiettivi nazionali, sottoposti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I nuovi obiettivi per il 2035 sono previsti per il prossimo anno, quindi per Climate Analytics questo è il momento ideale per rivedere gli obiettivi per il 2030 e portarli in linea con gli 1,5°C.
3 RAFFORZARE L’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE PER RAGGIUNGERE QUESTI OBIETTIVI
Nessun membro del G7 è vicino a raggiungere gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030, che non sono ancora collettivamente allineati con gli 1,5°C. Secondo le politiche attuali, il G7 è destinato a ridurre le emissioni del 19-33% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di circa la metà di quanto necessario, e porterebbe le emissioni di gas serra nel 2030 a superare il livello compatibile di 1,5°C di circa 4 GtCO2e.
Una tale carenza di ambizione non fornisce il segnale di leadership necessario da parte dei Paesi più ricchi del mondo, che rappresentano circa il 38% dell’economia globale e sono responsabili del 21% delle emissioni totali di gas serra (dati al 2021).
4 IMPEGNARSI AD ELIMINARE LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA CARBONE E GAS ENTRO IL 2030 E IL 2050
I Paesi del G7 devono eliminare gradualmente la produzione di energia elettrica da carbone entro il 2030 e la produzione di energia da gas entro il 2035. Chiarire queste date di eliminazione graduale nei prossimi NDC fornirebbe un utile segnale di intenti.
5 PORRE FINE AI FINANZIAMENTI PUBBLICI E AD ALTRI SOSTEGNI AI COMBUSTIBILI FOSSILI ALL’ESTERO
Nel 2022 tutti i membri del G7 si sono impegnati a porre fine al nuovo sostegno pubblico internazionale diretto ai combustibili fossili entro la fine del 2022, con avvertenze sugli investimenti a breve termine nel gas per fronteggiare la crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina. Una nuova analisi sulla finanza pubblica del G20 per i progetti internazionali sui combustibili fossili elenca i membri Canada, Giappone e Italia, Paese ospitante di quest’anno, tra i primi 5 finanziatori dei combustibili fossili internazionali. Tuttavia, il rapporto rileva che alla fine del 2022 il Canada ha mantenuto il suo impegno di porre fine ai finanziamenti pubblici internazionali per i combustibili fossili.
È urgentemente necessario spostare i flussi finanziari dai combustibili fossili all’innovazione, allo sviluppo e alla diffusione dell’energia pulita. Il rapporto del Sesto gruppo di lavoro di valutazione III del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici ha dimostrato che l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili nel breve termine potrebbe ridurre le emissioni globali fino al 10% entro il 2030 e migliorare le entrate pubbliche e la performance macroeconomica.
6 ACCELERARE VERSO L’OBIETTIVO GLOBALE DI TRIPLICARE LE RINNOVABILI
Secondo l’analisi di Climate Analytics, i Paesi del G7 devono accelerare ulteriormente la crescita della capacità installata di generazione di elettricità rinnovabile. La capacità del G7 dev’essere moltiplicata per 3,1 entro il 2030 rispetto al 2022, come parte di un percorso economicamente vantaggioso per triplicare le energie rinnovabili a livello globale, in linea con l’obiettivo degli 1,5°C.
7 IMPEGNARE NUOVI E ULTERIORI FINANZIAMENTI INTERNAZIONALI PER IL CLIMA
Infine, i Paesi del G7 dovrebbero impegnare nuovi ed ulteriori finanziamenti internazionali per il clima. Nel frattempo, la riunione ministeriale Energia, Ambiente e Clima di fine aprile a Torino sarà anche l’occasione per capire l’orientamento dei Paesi membri su diversi temi.
LE ALLEANZE AL G7 SU NUCLEARE E BIOCARBURANTI
“Al G7 l’Italia cercherà delle alleanze soprattutto i su due temi: i biocarburanti – di cui siamo grandi produttori, ma che l’Unione europea ha escluso dalle fonti previste per l’auto dopo il 2035 – e il nucleare, una fonte energetica che è rientrata nella tassonomia europea ma da cui siamo usciti da oltre 35 anni e che oggi il governo sta invece riconsiderando. L’Italia vorrebbe abbracciare la linea favorevole al nucleare di quarta generazione, quello cioè con reattori di taglia più piccola e con meno rifiuti. Su quest’ambito i gruppi di lavoro sono al lavoro da oltre 6 mesi, con l’atomo che dovrebbe figurare tra i temi al centro del comunicato finale del G7, che traccerà il percorso verso le prossime scadenze globali della decarbonizzazione”.
Il secondo tema, come dicevamo, è costituito dai biocarburanti, su cui l’Italia, con Eni, è il secondo produttore europeo dopo l’Olanda e il terzo a livello globale. Il nostro Paese spinge per inserire i biofuel come una fonte non solo per il trasporto aereo e marittimo, ma anche per le automobili. Qui, però, le alleanze cambiano: la Francia vuole spingere soprattutto sulle auto elettriche, mentre la Germania punta sugli e-fuel. Se a livello europeo la situazione è frammentata, a livello globale vi è un consenso maggiore: l’ultimo vertice sul clima delle Nazioni Unite, la COP28, ha citato infatti espressamente le fonti a basse emissioni, come i biocarburanti.