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Idro, Antitrust chiede più concorrenza sul rinnovo delle concessioni

Il quadro normativo nazionale e regionale vigente, non prevedendo, in sede di richiesta di rinnovo delle concessioni per piccole derivazioni idroelettriche, la possibilità per i terzi di avanzare domanda risulta in contrasto sia con il diritto comunitario e/o nazionale in materia di concorrenza

Serve più concorrenza nelle procedure di rinnovo delle concessioni di piccole derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, come contemplate dalla vigente legge nazionale e dalle leggi regionali e provinciali attuative. È quanto ha segnalato l’Antitrust a Parlamento e governo.

LE REGOLE ATTUALI

L’Antitrust ha ricordato che a livello nazionale “le procedure di assegnazione delle concessioni per piccole derivazioni idroelettriche in scadenza prevedono sostanzialmente un automatico rinnovo al concessionario incumbent, su sua richiesta”, mentre a livello regionale “le normative che intervengono espressamente sulla materia o rinviano alla procedura prevista dai richiamati articoli 28 e 30 del T.U. delle Acque e ss. mm. ii., o prevedono una procedura ad hoc che comunque attribuisce al concessionario incumbent il diritto al rinnovo al verificarsi di determinate condizioni, su sua richiesta e in assenza di confronto competitivo. Laddove, infine, non esiste una normativa specifica a livello locale devono intendersi comunque applicabili, all’occorrenza, le norme del Testo Unico delle Acque”.

SI APPLICA LA BOLKENSTEIN

Secondo l’Authority “detto corpus normativo non è conforme ai principi comunitari in materia di attribuzione di titoli per l’esercizio di attività economiche i quali, in ragione della scarsità delle risorse che utilizzano, sono per definizione in numero limitato, e per tale motivo richiedono l’adozione di modalità concorrenziali per la loro assegnazione, nonché per i loro rinnovi. In tal senso, si ricorda che la gestione di centrali idroelettriche per la generazione di energia costituisce una attività economica di prestazione di un servizio (…) cui sono applicabili in via generale anche il principio di libertà di stabilimento (…) e, più specificamente, i principi di cui alla Direttiva servizi 2006/123/CE (cd. Direttiva Bolkenstein)”.

I MOTIVI DELLA SEGNALAZIONE

Infatti, il quadro normativo nazionale e regionale vigente, “non prevedendo, in sede di richiesta di rinnovo delle concessioni per piccole derivazioni idroelettriche, la possibilità per i terzi di avanzare una domanda per lo sfruttamento del medesimo corso d’acqua con un progetto diverso e in concorrenza con quello esistente, risulta in contrasto sia con il diritto comunitario in materia di prestazione di servizi, con il diritto comunitario e/o nazionale in materia di concorrenza – ha spiegato l’Antitrust -. L’Autorità rappresenta altresì che la necessità di un confronto competitivo equo, trasparente e non discriminatorio ad ogni scadenza della concessione, soddisfa oltre che l’interesse dei potenziali partecipanti, in primis, quello della stessa amministrazione concedente, dal momento che le consente di scegliere, periodicamente, quello che tra più progetti presenti le migliori caratteristiche in termini di innovazione, efficienza e compatibilità ambientale”.

LE RICHIESTE DI ANTITRUST

Pertanto, l’Authority auspica, in primo luogo, che “il legislatore nazionale voglia provvedere ad una espressa modifica pro concorrenziale delle vigenti disposizioni”. In secondo luogo, l’Autorità ritiene necessario che “i legislatori regionali e provinciali, competenti in materia di rilascio di concessioni per piccole derivazioni idroelettriche alla loro scadenza, intervengano anch’essi prontamente per modificare le disposizioni – laddove esistenti nei propri ordinamenti – sul rinnovo automatico al concessionario incumbent, sostituendole con discipline, che, pur tenendo eventualmente conto della possibilità di procedure semplificate nei casi di concessioni di potenza nominale media annua della concessione particolarmente ridotta, risultino comunque conformi ai principi di massima contendibilità delle concessioni di piccole derivazioni idroelettriche al momento della loro scadenza e, dunque, siano trasparenti, aperte e non discriminatorie. Tali discipline dovranno altresì, da un lato, evitare l’introduzione di misure che possano impropriamente avvantaggiare il gestore uscente e, dall’altro, garantire la sterilizzazione di potenziali conflitti di interessi fra ente concedente e soggetto concessionario, non infrequenti nel settore in esame”.

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