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Idroelettrico

Idroelettrico nel caos, cosa rischia l’oro blu

Iniziano giorni di fuoco per l’idroelettrico. Le gare per le concessioni sono sempre più vicine ma gli operatori sono nel caos. Perché l’oro blu è a rischio

Le gare per le concessioni sono ormai ad un passo e il mondo dell’idroelettrico è nel caos. L’emendamento presentato dalla Lega per prorogare di un anno la partenza delle gare è stato bocciato. Parte quindi la corsa all’idroelettrico, in ballo non ci sono solo miliardi di euro tra investimenti e Pnrr, ma anche una risorse energetica strategica.

IDROELETTRICO, PARTE LA CORSA AI BANDI

Inizia un periodo di fuoco per il mondo dell’idroelettrico. Parte la corsa contro il tempo per non perdere i 10 miliardi di euro della quinta rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ballano anche altri 15 miliardi di euro di potenziali investimenti. Come se non bastasse, la liberalizzazione rischia di aprire la strada ai grandi gruppi energetici internazionali, desiderosi di mettere le mani su una risorsa green strategica.

Le Regioni, da parte loro, hanno il compito di mettere a bando le concessioni scadute il prima possibile, visto che la scadenza fissata per l’Europa era fine 2023. Dall’altra parte della barricata troviamo i concessionari uscenti, che ancora non sanno quale futuro li attende. A causa di questa incertezza, dovranno partecipare ad ogni asta avviata, per non rischiare di perdere il treno. Inoltre, si impegneranno a difendere il valore degli asset che restituiranno alla Regione. Il rischio di contenziosi e ricorsi è molto alto. Lo dimostra quanto succede in Lombardia, dove sono già partiti i ricorsi dopo la messa al bando di tre piccole concessioni scadute.

IDROELETTRICO, NESSUNA PROROGA

Niente proroghe per le concessioni idroelettriche. L’emendamento presentato dalla Lega per estendere di 12 mesi i tempi per le procedure delle gare è stato bocciato in Aula. Il Ministero per gli Affari Europei ha spiegato che “richiederebbe di costituire un reversal rispetto alla milestone M1C2-6 relativa alla legge concorrenza 2021 che richiedeva di rendere obbligatorio lo svolgimento di gare per le grandi concessioni idroelettriche e di eliminare gradualmente la possibilità di prorogare i contratti (come già stabilito dalla Corte costituzionale italiana) rilevante ai fini del conseguimento della terza rata”.

Il ministero per gli Affari Istituzionali, Raffaele Fitto, ha quindi ribadito l’impegno preso dal Governo Draghi con Bruxelles. Per chiedere una modifica il Governo dovrebbe trattare con la Commissione Europea. Ma ancora nulla sembra muoversi.

IDROELETTRICO, PARTONO I RICORSI

In Lombardia le concessioni scadute sono 20 su 70. In Piemonte è già partito il ricorso di un operatore. Lo stesso vale per l’Abruzzo, dove A2A e Enel hanno citato la Regione in tribunale per il bando per le concessioni gestite da Acea e autoproduttori.

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