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Idrogeno

Idrogeno e rinnovabili tra presente e futuro. L’evento RCS Academy

Si è svolto stamani l’incontro di RCS Academy su idrogeno e fonti rinnovabili presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera. Per RINA “un sistema centralizzato sui combustibili fossili non garantisce più affidabilità né efficienza economica in linea con il mercato”

La fase che Italia, Unione europea e tutto l’Occidente in primis stanno vivendo sul fronte energetico è a dir poco storica. La crisi ucraina ha scombussolato i piani verso il futuro, verso il 2030 e il 2050 con obiettivi di un clima più pulito. Ma le differenze tra la contingenza attuale con relative soluzioni emergenziali e i piani di lungo periodo rimangono evidenti. Di questi scenari si è parlato nella mattinata di RCS Academy e Corriere della Sera presso la Sala Buzzati di via Solferino in Milano. Idrogeno e rinnovabili, in poche parole, rimangono centrali per la transizione.

Certo, “Ci ritroviamo in una situazione simile a quella degli anni ’70. Forse è più grave: allora c’era una crisi petrolifera, adesso è energetica. Riguarda petrolio, gas, materie prime per le rinnovabili. Tutti prodotti che vengono dalla Russia” ha fatto presente Laura Cozzi dell’International Energy Agency.

IDROGENO PER OGGI E DOMANI, DICE GRASSI (COMM. UE)

Un altro dei primi a farlo presente durante il panel è stato Stefano Grassi, Capo gabinetto DG Energia della Commissione Ue. “In due anni è cambiato radicalmente il contesto. L’idrogeno è fondamentale nelle strategie di oggi e per domani, a livello globale. L’Europa però è diventata sempre più dipendente, in particolare dalla Russia. A marzo la commissione Ue ha presentato una strategia di riduzione delle importazioni entro ma ben prima del 2030. Diversificazione e idrogeno sono due chiavi di volta della strategia. Sia nel settore industriale ma non solo”.

INDIPENDENZA E ENERGIA PULITA, IL PIANO IRENA

Anche secondo Francesco La Camera, Direttore Generale di IRENA, “occorre rispondere in tempo breve alla deficienza di offerta e sganciarsi da produzione e consumo di energia, compresi i problemi relativi al cambiamento climatico”. E in aggiunta: “L’esperienza di questi giorni mostra come un sistema centralizzato sui fossili non garantisce più affidabilità né efficienza economica in linea con il mercato. Né è il linea con gli accordi di Parigi. Nel breve dovremo trovare risorse per mantenere equilibrio tra domanda e offerta. Ma l’impatto forte sarà sulla transizione a lungo termine, con più attori coinvolti”.

IL PUNTO DI RINA: LA TECNOLOGIA AL CENTRO DI TUTTO

Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA, ha proposto un importante punto di vista tra presente e futuro energetico. “L’idrogeno è una soluzione importante. Ma non ne serve quanto ne stiamo discutendo. Sento poco parlare di idrogeno blu, per esempio. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie e serve dare priorità. Non sono pessimista ma non possiamo permetterci di non studiare e usare tutte le tecnologie a disposizione” ha detto, citando anche soluzioni spesso criticate come il nucleare di quarta generazione. E invece, in Italia, il dibattito politico pensa a dividersi a mo’ di tifoserie calcistiche.

IDROGENO SFIDA IMPORTANTE NEL FIT FOR 55

Secondo Matteo Codazzi, ad di CESI, l’idrogeno è “una sfida importante che si inserisce nel sistema del Fit for 55. Per fare i 5GW e produrre 700 mila tonnellate di idrogeno verde al 2030 come possiamo utilizzare gli elettrolizzatori? Noi abbiamo focalizzato tre scenari, corrispondenti a tre assetti. Il primo è il decentralizzato: mira a localizzare nello stesso sito produzione e consumo senza essere connesso a elettrico e gas. Il secondo è quello di trasporto di elettricità: localizzare la produzione laddove è performante e trasportarla fino a luoghi distanti. Infine, quello per cui idrogeno e rinnovabili sono nello stesso sito ma c’è il trasporto con molecola del gas dell’idrogeno.

IL PROBLEMA DEI PREZZI

Per Clara Poletti di AREA, “con la crisi ucraina stiamo vedendo le ripercussioni di rimbalzo. Nel 2021 il prezzo del gas nel principale hub europeo è cresciuto del 400%. Abbiamo assistito a una volatilità mai vista prima. Gas e Oil saranno sempre più vicini in termini di dinamiche. Con la guerra è tornata l’instabilità”.

IDROGENO E RINNOVABILI, LE IMPRESE CI SONO

Non serve il catastrofismo, serve realismo in materia energetica. E gli esempi di A2A, Italgas, Enel, Acea mostrati durante l’evento di RCS Academy dimostrano i passi avanti concreti che in Italia si stanno facendo.

“Dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti per la transizione e il biometano non ha problemi. Sull’idrogeno bisogna investire. L’aspetto del permitting sarà fondamentale” ha detto Paolo gallo, CEO di Italgas. Anche per Giuseppe Gola, ad di Acea, “l’idrogeno  è elemento essenziale per la transizione energetica ed ecologica. Stiamo cominciando a cercare di capire come l’uso dell’idrogeno può portare a nuovi risultati. Un’area di notevole interesse è quanto attiene ai rifiuti e all’idrogeno, studiamo soluzioni tecnologiche già consolidate sulla funzionalità”.

Nicola Lanzetta, Direttore Italia Gruppo Enel, “l’aumento dei prezzi del gas determina un periodo non facilissimo che già stiamo vivendo, di risoluzione non immediata. Esistono tecnologie, risorse, industrie per la svolta dell’energia. L’obiettivo di 60 GW è perfettamente realizzabile”. Infine, secondo Mazzoncini di A2A, “l’elettrone green è già diventato competitivo su quello grigio, speriamo nel successo della molecola. Idroelettrico fluente e il termovalorizzatore sono gli unici produttori di green. Dobbiamo usare tutte le fonti autoctone, estrarre quanto più possibile.

Insomma, il futuro green passa da qui.

 

 

 

 

 

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