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Gas

Germania in pre-allerta gas, cosa significa per l’Italia

La situazione sul fronte del gas tra Germania e Italia. Cos’è lo stato di pre-allerta e perché ci riguarda

Giunti al giorno numero 34 (trentaquattro!) di conflitto in Ucraina, l’Unione europea continua a lavorare sul fronte del gas e delle forniture alternative alla Russia. La giornata si è aperta con una notizia non proprio positiva, sulla quale occorrono approfondimenti.  Il ministro dell’Economia Robert Habeck, infatti, ha elevato il primo dei tre livelli di allerta che riguardano il piano di emergenza per i rifornimenti di gas. Ma cosa significa? Riguarda anche l’Italia?

COSA SIGNIFICA LO STATO DI PRE-ALLERTA SUL GAS

Questo primo livello non prevede ancora alcuna restrizione all’approvvigionamento statale, ma indica che il governo federale deve “aumentare le misure precauzionali per essere preparato in caso di escalation da parte della Russia”. La decisione, poi, si inserisce nel contesto della dichiarazione del livello di allerta preventiva: il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la scorsa settimana che la Russia avrebbe fornito gas alla Germania e ad altri “Stati ostili” solo dietro pagamento in rubli. Il gruppo delle potenze economiche del G-7 e l’Ue si oppongono ai pagamenti in rubli per il gas, ma la Russia rimane irremovibile.

I LIVELLI DI CRISI

I livelli di crisi sono tre. Il livello di allerta precoce significa: ci sono “indicazioni concrete, serie e affidabili” che un evento può verificarsi che probabilmente porterà a un deterioramento significativo della fornitura di gas. Segue il livello di allerta e il livello di emergenza. A livello di emergenza, lo Stato interviene per garantire l’approvvigionamento di gas dei “clienti protetti”. Abitazioni private, ma anche ospedali, vigili del fuoco e polizia.

LE PREOCCUPAZIONI DEGLI ADDETTI AI LAVORI SUL PRE-ALLERTA DEL GAS

Il responsabile del gestore della rete tedesca, Klaus Mueller, ha spiegato in un tweet che scopo dell’allerta preventiva è di evitare un deterioramento delle forniture e che l’industria deve tenersi pronta a “tutti gli scenari”. Grande preoccupazione per possibili riduzioni dell’approvvigionamento energetico dalla Russia sono state espresse dal mondo dell’industria chimica. Il presidente del sindacato dei lavoratori chimici Ig-Bce, Michael Vassiliadis, ha detto che se i rifornimenti di gas dovessero anche solo dimezzarsi rispetto a oggi sarebbe necessario chiudere lo stabilimento principale Basf di Ludwigshafen, dove sono impegnati 40.000 addetti.

“Per tutti i lavoratori si aprirebbero alternative drammatiche, o il passaggio ai turni ristretti (il lavoro breve) o il licenziamento”, ha aggiunto Vassiliadis, e se non ci fosse un compenso per il gas russo, l’impatto sull’ intera industria chimica tedesca sarebbe drammatico e l’interruzione “costerebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro in un periodo di tempo relativamente breve” e influenzerebbe le forniture.

RUSSIA E UE A CAPOCCIATE SUI RUBLI, ANCORA

Habeck ha ribadito oggi che se la Russia accettasse solo il pagamento in rubli per le importazioni di gas, ciò rappresenterebbe una violazione dei contratti di fornitura privata. Il ministero ha quindi reagito per essere preparato a possibili restrizioni o guasti alla fornitura. Un team di crisi è riunito per analizzare e valutare la situazione dell’offerta. L’offerta complessiva di tutti i consumatori di gas tedeschi è attualmente garantita e non ci sono colli di bottiglia, ha garantito Habeck: “Tuttavia, d’ora in poi, ogni consumatore di gas, dalle imprese ai privati, dovrà anche ridurre il più possibile i propri consumi”.

I PREZZI DEL GAS DI OGGI

Intanto, riporta l’Agi, il prezzo del gas sale ancora. All’hub di Amsterdam, riferimento europeo, la decisione tedesca ha determinato al Ttf un guadagno di oltre il 14% a 124 euro al megawattora.

COSA SIGNIFICA PER L’ITALIA LO STATO DI PRE-ALLERTA DI BERLINO

Il nostro paese aveva dichiarato lo stato di pre-allerta sul gas un mese fa. Dal Mite si diceva che servivano “eccezionali misure preventive per incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali”. Il contesto degli ultimi trenta giorni di è atrofizzato, sotto ogni punto di vista. La guerra prosegue, l’Ue ha presentato un piano di distacco energetico dalla Russia e anche a livello nazionale prosegue la ricerca di alternative. “Il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore – avverte il ministero – rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato” diceva ancora il dicastero guidato da Roberto Cingolani. Adesso, in quello stato c’è la Germania.

Il segno è chiaro, i paesi più dipendenti da Mosca soffrono la crisi scatenata dall’invasione putiniana. A pagarne gli effetti più immediati sono e continueranno ad essere imprese e consumatori. Intanto, gli approvvigionamenti continuano ma il monitoraggio di ogni lato del  contesto dovrà essere massimo nei prossimi mesi.

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