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Repubblica Del Congo

Il Congo aiuterà l’Italia a staccarsi dall’energia di Mosca?

La scheda del Congo, il paese dove giovedì Di Maio e Cingolani andranno per proseguire il piano italiano di affrancamento dal gas russo 

Domani, mercoledì 20 aprile, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani voleranno in Angola. La positività al Covid-19 del premier Draghi ha fatto cambiare i protagonisti delle due nuove tappe africane che valgono la ricerca di nuove forniture extra-Russia. Nuovi protagonisti, appunto, ma stessa agenda. Giovedì sarà la volta del Congo, da fissare invece la data del viaggio in Mozambico.

Il CONGO, UNA REPUBBLICA STABILE?

La Repubblica del Congo, con capitale Brazzaville, copre un’area vasta circa 342.000 chilometri quadrati. Confina con il Gabon, il Camerun, la regione di Cabinda dell’Angola, la Repubblica Centrafricana e la Repubblica Democratica del Congo-RDC (Kinshasa). Il fiume Congo, secondo fiume al mondo per portata media dopo il Rio delle Amazzoni, è parte della frontiera tra la Repubblica del Congo e la RDC. Le principali risorse economiche sono il petrolio, il legno e l’agricoltura.

A livello economico, sono le risorse naturali a indirizzare gran parte dell’attività. Forte è la dipendenza dalle importazioni, a dominare è l’attività petrolifera: il 90% del greggio viene esportato, garantendo entrate economiche che valgono i due terzi del Prodotto Interno Lordo. A livello macroeconomico, gli squilibri sono evidenti. Le oscillazioni sui prezzi del petrolio portano frequenti instabilità.

A livello politico, il sistema del semipresidenzialismo vigente nel Congo ha sostituito il presidenzialismo dal 2015. Ma il capo di Stato è lo stesso dal 1997: Denis Sassou N’Guesso. Quest’ultimo è tornato al potere dopo una breve ma sanguinosa guerra civile, dopo essere stato già alla guida del potere dal 1979 al 1992. Dal 2003, in seguito a nuove tensioni, il quadro appare meno instabile di prima seppur tutt’altro che liberale.

BRAZZAVILLE GUIDA L’OPEC NEL 2022

Dal 3 gennaio, la Repubblica del Congo ha assunto la guida dell’Opec. Il piano è quello di investire per continuare a consentire all’organizzazione di svolgere il proprio ruolo di regolatore del mercato e stabilire nuove partnership nel settore degli idrocarburi per lo Stato centrafricano.

Il mandato del presidente della conferenza dei ministri OPEC è di un anno. Il ministro dell’Energia del Paese a capo della conferenza presiede le varie sessioni dell’ente. Il ministro congolese dell’Energia, Bruno Jean Richard Itoua, succede al ministro angolano del Petrolio, Diamantino Azevedo.

“La presidenza congolese dovrà creare le condizioni perché il mercato sia rassicurato dalle decisioni dell’OPEC. Agiamo su domanda e offerta e, allo stesso tempo, agiamo sull’offerta rispetto alla domanda attraverso il dialogo tra produttori e consumatori”, aveva detto ai giornalisti Itoua. “Questa presidenza dell’OPEC è anche un’opportunità per il governo congolese di aumentare la visibilità del Paese, stringere partnership con altri Paesi produttori di petrolio e attirare nuovi investitori”. Secondo il neo presidente la sfida di riprendere la domanda di oro nero dopo lo shock della crisi legata al Covid è anche una visione della presidenza congolese dell’OPEC.

GLI INTERESSI ITALIANI

Tornando alla relazione con l’Italia, il viaggio nella Repubblica porterà alle casse di Roma circa 5 miliardi di metri cubi di Gnl. Ma aldilà di quest’ultimo tassello, la presenza in Congo non nasce oggi.

Eni esplora e produce in loco dal 1968, in base al regolamento del PSA. I giacimenti di riferimento operati del cane a sei zampe sono: Nené Marine e Litchendjili (Eni 65%), Zatchi (Eni 55,25%), Loango (Eni 42,5%), Ikalou (Eni 100%), Djambala (Eni 50%), Foukanda e Mwafi (Eni 58%), Kitina (Eni 52%), Awa Paloukou (Eni 90%), M’Boundi (Eni 82%), Kouakouala (Eni 74,25%), Zingali e Loufika (Eni 100%), con una produzione nel 2019 di circa 93 mila barili equivalenti al giorno (67 mila in quota Eni).

Nel 2020, la produzione di petrolio e condensati registrata è stata di 18 milioni di barili. Il gas prodotto è stato pari a 1,4 miliardi di metri cubi. 27 milioni di boe è la cifra di idrocarburi prodotti.

 

 

 

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