Il titolare del MASE è intervenuto al dibattito “Indipendenza energetica – il ruolo del nucleare”, all’interno della XXI edizione di “Italia Direzione Nord”, al Palazzo delle Stelline a Milano
“Dopo avere sdoganato il tema del nucleare, adesso se ne parla in maniera più diffusa. Sta aumentando la consapevolezza di ciò quello che può rappresentare per il futuro. Il nucleare di quarta generazione, quindi non le grandi centrali, ma dei piccoli reattori realizzati non dallo Stato ma dalle imprese, a seguito di concessioni. E sarà così anche per fotovoltaico ed eolico. È un concetto diverso rispetto a quello del passato, e i giovani ne hanno più consapevolezza”.
L’EVENTO “ITALIA DIREZIONE NORD”
Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo al dibattito “Indipendenza energetica – il ruolo del nucleare”, inserito all’interno della XXI edizione di “Italia Direzione Nord”. Pichetto ha aggiunto di stare per “firmare anche le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili, ndr), l’agrivoltaico e le aree idonee, che sono tanti piccoli passi verso gli obiettivi al 2030”.
L’evento – che si è svolto stamani al Palazzo delle Stelline a Milano – ha affrontato il tema dell’energia nucleare come strumento di indipendenza energetica, ma anche di sviluppo economico. Nel corso dell’incontro sono stati presentati i dati di analisi di impatto economico sul nucleare a cura di OpenEconomics, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, del presidente di Associazione Italiana Nucleare, Stefano Monti, del segretario della X Commissione alla Camera dei Deputati, Luca Squeri, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Riccardo Casale, del direttore di Enel Italia, Nicola Lanzetta, l’ad di Edison, Nicola Monti, e della COO di Newcleo, Elisabeth Rizzotti.
DECRETO ENERGIA, PICHETTO: L’OBIETTIVO E’ DARE NUOVE REGOLAMENTAZIONI
Sul decreto Energia, il ministro ha affermato che “la bozza del decreto era circolata e riguarda una soluzione sulla questione del gas, sul fatto di trovare una soluzione che ci permette di utilizzare i grandi giacimenti e nel contempo andare a beneficio delle grandi imprese energivore. Uno dei grandi problemi italiani è che le nostre imprese energivore sono svantaggiate rispetto a quelle di Paesi come la Francia o la Germania, l’una per una serie di ragioni di ordine nucleare, l’altra per una condizione di bilancio molto robusta. Altrettanto per quanto riguarda il meccanismo di cessione di energia da parte del GSE, con competenze anche di lungo periodo innovative. Si cede energia, ma da parte della controparte deve’esserci l’impegno a produrre in 20 anni un quantitativo rilevante di energia pulita”.
OGGI IN CDM
“La bozza del decreto era circolata e riguarda una soluzione sulla questione del gas, sul fatto di trovare una soluzione che ci permette di utilizzare i grandi giacimenti e nel contempo andare a beneficio delle grandi imprese energivore. Certamente- ha proseguito il ministro- uno dei grandi problemi nazionali è che le nostre imprese energivore sono svantaggiate rispetto a quelle di Paesi come la Francia o la Germania, l’una per una serie di ragioni di ordine nucleare, l’altra per una condizione di bilancio molto robusta. Altrettanto per quanto riguarda il meccanismo di cessione di energia da parte del Gse, con competenze anche di lungo periodo innovative. Si cede energia, ma deve esserci da parte della controparte l’impegno a produrre in vent’anni un quantitativo rilevante di energia pulita”.
SALVINI: IN BALLO C’E’ IL FUTURO DEL PAESE
Il primo ad introdurre il tema dal palco è il vicepremier Matteo Salvini: “Non mi spaventa la polemica quando in ballo c’è il futuro del Paese. Conto di fare il ministro sulla base dei numeri, non dell’ideologia. La Commissione europea ha riconosciuto il nucleare come fonte energetica virtuosa, tanto da inserirla tra le fonti finanziabili nella tassonomia. Non si capisce perché per l’Italia Bruxelles abbia ragione sulle auto elettriche, che ribadisco essere una fesseria, e non sul nucleare”.
MONTI (EDISON): L’OPINIONE PUBBLICA OGGI E’ PIU’ FAVOREVOLE
Nicola Monti ha parlato di una percezione differente del tema nucleare nelle nuove generazioni: “Abbiamo fatto dei sondaggi per capire l’atteggiamento degli italiani nei confronti del nucleare e abbiamo visto che progressivamente, negli ultimi 12 mesi, l’opinione pubblica ha cominciato a spostarsi su una maggioranza relativa a favore, soprattutto i giovani dai 18 ai 35 anni”.
LANZETTA (ENEL): NUCLEARE SARA’ INDISPENSABILE
Il direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta, ha precisato che “il nucleare sarà indispensabile, anche perché è in completa evoluzione e vogliamo che la tecnologia vada avanti su questo binario”.
CASALE (ANSALDO NUCLEARE): ITALIA DEVE RIENTRARE NEL FUTURO
Per Riccardo Casale, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, “bisogna pensare a quello che serve per poter realizzare questi impianti nel nostro Paesi, gli altri si sono già mossi. L’Italia o rientra nel futuro, oppure l’industria manifatturiera e le famiglie pagheranno un prezzo che sarà difficile da valutare nella sua gravità”.
STEFANO MONTI (AIN): IL GOVERNO DEVE SUPPORTARE IL NUCLEARE
Il presidente di Associazione Italiana Nucleare, Stefano Monti, ha sottolineato come non esista all’estero un programma nucleare senza supporto governativo, e che noi dobbiamo fare ugualmente: “In Italia esiste già una filiera nucleare con realizzazioni all’estero e questa supply chain è pronta e può essere al pari del livello europeo più avanzato”. Per Luca Squeri, segretario della X Commissione della Camera, “in Italia se si vuole fare un percorso di decarbonizzazione il nucleare è indispensabile, mi stupisco che gli ambientalisti siano contrari, evidentemente per infantilismo. Serve un’implementazione a tutto tondo di tutte le fonti rinnovabili, pensiamo anche alle bioenergie, che sono una fonte presente in Europa e in Italia anche questo sarà da tenere in considerazione”.
CAPITOLO ACQUA: RIDOTTA LA DISPONIBILITA’ NEL 2022 A CAUSA DELLA SICCITA’
Nel 2022 in Italia la siccità ha ridotto la disponibilità della risorsa idrica naturale di 36 miliardi di m3, (-31% rispetto al 2021, un volume comparabile a 4 volte il Lago di Bolsena) e di 7,1 miliardi di m3 di acqua consumabile (-34% rispetto al 2021 quanto l’acqua consumata da 14 milioni di cittadini). La produzione da idroelettrico è scesa al 28%. L’acqua rappresenta la prima fonte di energia elettrica rinnovabile del Paese. Da queste premesse ha preso avvio il dibattito Acqua ed energia.
“Siamo figli di una generazione che l’acqua l’ha sempre avuta- ha dichiarato Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato e Direttore Generale Acea -, questo ha prodotto grandi investimenti. Da allora però si è investito molto poco anche di fronte a un cambiamento climatico molto significativo. In secondo luogo il tema degli investimenti che non sono stimolati in modo diffuso sul territorio. Per cui questi due aspetti, se combinati, ci portano alla situazione attuale di strutturale investimento e pertanto di problema crescente sulla gestione delle risorse idriche”.
Del punto di vista del regolatore sulle ultime novità in materia di energia e di reti idriche ha parlato Gianni Castelli, Componente Collegio ARERA. “Siamo un gruppo con profonde competenze tecnologiche, risorse finanziarie e capacità di investimenti – ha spiegato Emanuela Trentin, Amministratore Delegato Siram Veolia- che assicura ai suoi partner l’ottimizzazione delle risorse dal punto di vista ambientale, economico e sociale, con l’obiettivo di ridurre al minimo sprechi e inefficienze, garantendo servizi eccellenti. Operiamo in Italia da oltre 100 anni con un team di 3.290 professionisti che garantiscono soluzioni efficienti e sostenibili. Attraverso un impegno costante in tale direzione, Siram Veolia intende confermare e sviluppare il suo ruolo di risorsa per il Paese, rispettando e valorizzando le risorse del territorio in cui opera”.
“Il tema normativo è fondamentale – ha spiegato Francesco Buresti, Direttore Business Unit Smart Infrastructures A2A- In Italia per il ciclo idrico si investono 56 euro pro capite, contro una media Ue di 78 euro, con la conseguenza che il 60% delle infrastrutture della rete idrica italiana ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. Per questo motivo nel nostro Paese le perdite idriche sono tra le più alte d’Europa, pari al 41%. A2A è l’unico player in Italia ad operare in tutte le filiere legate all’acqua, dalla generazione alla gestione del ciclo idrico. E il secondo produttore idroelettrico e gestisce 5 nuclei dislocati tra la Lombardia (Alta Valtellina, Valchiavenna, Valle Camonica), il Friuli e la Calabria per oltre 2.000 MWe di potenza complessiva installata”.
“Il tema della transizione energetica è parte integrante della nostra attività – ha concluso Monica Iacono, CEO Engie Italia-. Engie è un punto di riferimento mondiale nell’energia a basse emissioni di carbonio. Grazie a soluzioni energetiche efficienti e rispettose dell’ambiente, lavora ogni giorno per accelerare la transizione verso un’economia carbon neutral con l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality nel 2045. La strategia è focalizzata sullo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture a loro collegate. Attraverso sistemi energetici che rendono possibile la decarbonizzazione di aziende, città e case, l’azienda concilia performance economica e impatto positivo sulle persone e il pianeta offrendo soluzioni competitive ai clienti. In tutto il mondo ENGIE può contare su 96mila collaboratori in 31 Paesi”.