In totale, 19 Paesi hanno reattori di energia nucleare in costruzione, ma l’Aie non formula alcuna raccomandazione a chi decide di non utilizzarla
L’energia nucleare ha il potenziale per svolgere un ruolo significativo nell’aiutare i Paesi a passare in modo sicuro a sistemi energetici dominati dalle energie rinnovabili in un momento in cui il mondo è alle prese con una crisi energetica globale. È quanto emerge dal rapporto “Nuclear power and secure energy transitions: Dalle sfide di oggi ai sistemi energetici puliti di domani” dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie).
IL NUCLEARE PUÒ RIDURRE LA DIPENDENZA DALLE IMPORTAZIONI DI COMBUSTIBILI FOSSILI
Secondo Aie nei Paesi che scelgono di continuare o aumentare l’uso dell’energia nucleare, quest’ultima può ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, ridurre le emissioni di anidride carbonica e consentire ai sistemi elettrici di integrare quote maggiori di energia solare ed eolica. Costruire sistemi energetici sostenibili e puliti sarà più difficile, più rischioso e più costoso senza il nucleare, avverte infatti Aie.
È LA SECONDA FONTE DI ENERGIA A BASSE EMISSIONI DOPO L’IDROELETTRICO
Il nucleare è oggi la seconda fonte di energia a basse emissioni dopo l’energia idroelettrica, con impianti dislocati in 32 Paesi. Circa il 63% dell’attuale capacità di generazione nucleare proviene da impianti che hanno più di 30 anni, e ciò a causa del fatto che molti sono stati costruiti in seguito agli shock petroliferi degli anni Settanta. Ma una serie di economie avanzate ed emergenti ha recentemente annunciato strategie energetiche che prevedono un ruolo sostanziale per l’energia nucleare e notevoli incentivi finanziari per investirvi.
BIROL: UNA NUOVA ERA PER L’ENERGIA NUCLEARE NON È AFFATTO GARANTITA. DIPENDERÀ DALLA MESSA IN ATTO DI POLITICHE SOLIDE
“Nel contesto odierno, caratterizzato dalla crisi energetica globale, dall’aumento vertiginoso dei prezzi dei combustibili fossili, dalle sfide della sicurezza energetica e dagli impegni ambiziosi in materia di clima, credo che il nucleare abbia un’opportunità unica di tornare in auge – ha dichiarato il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol -. Tuttavia, una nuova era per l’energia nucleare non è affatto garantita. Dipenderà dalla messa in atto di politiche solide da parte dei governi per garantire un funzionamento sicuro e sostenibile degli impianti nucleari per gli anni a venire, e per mobilitare gli investimenti necessari, anche nelle nuove tecnologie. Inoltre, l’industria nucleare deve affrontare rapidamente i problemi di superamento dei costi e i ritardi nei progetti che hanno ostacolato la costruzione di nuovi impianti nelle economie avanzate. Di conseguenza, le economie avanzate hanno perso la leadership di mercato, visto che 27 dei 31 reattori avviati dal 2017 sono di progettazione russa o cinese”.
ENTRO IL 2050 IL NUCLEARE RAPPRESENTERÀ SOLO L’8% DEL MIX GLOBALE
Nel percorso globale dell’Aie per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050, l’energia nucleare raddoppia tra il 2020 e il 2050, con la costruzione di nuovi impianti necessari in tutti i Paesi aperti a questa tecnologia. Tuttavia, entro la metà del secolo, il nucleare rappresenterà solo l’8% del mix energetico globale, dominato dalle energie rinnovabili.
RIDUZIONE DI UN TERZO DELLA FLOTTA NUCLEARE ENTRO IL 2030
Nonostante le iniziative per estendere la durata di vita di alcuni impianti esistenti, la flotta nucleare in funzione nelle economie avanzate potrebbe ridursi di un terzo entro il 2030 senza ulteriori sforzi. L’estensione della durata di vita degli impianti richiede investimenti consistenti, ma in genere produce un costo dell’elettricità competitivo con l’energia eolica e solare nella maggior parte delle regioni.
SERVONO SFORZI PER CONTROLLARE I COSTI DEL NUCLEARE
Secondo il rapporto Aie, sono necessarie politiche solide per sostenere l’uso dell’energia nucleare e migliorarne la sicurezza, ma l’industria deve anche fare un lavoro migliore per realizzare progetti al di sotto dei costi e nel rispetto del budget per garantire che l’elettricità generata dal nucleare sia competitiva. Il finanziamento pubblico resterà necessario per mobilitare nuovi investimenti, non solo per gli impianti ma anche per sviluppare le tecnologie più avanzate. Questo perché raramente il settore privato è in grado di finanziare in misura sufficiente queste attività ad alta intensità di capitale e di lunga durata, in particolare quelle esposte a rischi politici significativi.
SONO 19 I PAESI CON REATTORI IN COSTRUZIONE
In totale, 19 Paesi hanno reattori nucleari in costruzione, a dimostrazione del recente slancio verso l’energia nucleare, che probabilmente sarà ulteriormente stimolato dalle recenti impennate dei prezzi di petrolio, gas ed elettricità. Allo stesso tempo, l’energia nucleare incontra l’opposizione pubblica e politica di alcuni Paesi e l’AIE non fa alcuna raccomandazione ai Paesi che scelgono di non utilizzarla nel loro mix energetico.
Nel percorso Net Zero by 2050 dell’AIE, la metà delle riduzioni delle emissioni entro la metà del secolo proviene da tecnologie non ancora commercialmente valide. Tra queste figurano i piccoli reattori modulari (SMR), generalmente definiti come reattori nucleari avanzati con una capacità inferiore a 300 megawatt, ovvero circa un terzo di una centrale tradizionale. I costi più bassi, le dimensioni ridotte e i minori rischi di progetto degli SMR possono migliorare l’accettazione sociale e attrarre investimenti privati. In Canada, Francia, Regno Unito e Stati Uniti si registra un crescente sostegno e interesse per questa promettente tecnologia.
Gli SMR potrebbero anche riutilizzare i siti delle centrali elettriche a combustibile fossile dismesse, sfruttando la trasmissione, l’acqua di raffreddamento e la manodopera qualificata esistenti. Ma il successo della diffusione a lungo termine degli SMR dipende da un forte sostegno da parte dei responsabili politici, non solo per mobilitare gli investimenti, ma anche per razionalizzare e armonizzare i quadri normativi.