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Azerbaigian Kazakistan Uzbekistan

Azerbaigian, Kazakistan e Uzbekistan mettono a punto il piano per esportare elettricità verso l’Ue

I ministri dell’Energia dei tre Paesi ad inizio mese hanno annunciato la firma di un memorandum d’intesa per esplorare il potenziale congiunto di esportazione di elettricità sfruttando principalmente l’energia eolica e solare 

Gli sforzi di integrazione economica tra gli stati del bacino dell’Asia centrale e del Caspio stanno guadagnando slancio. Azerbaigian, Kazakistan e Uzbekistan stanno sviluppando un piano di energia verde per collegare le loro reti elettriche con l’obiettivo di esportare elettricità nell’Unione Europea.

L’ACCORDO TRIPARTITO TRA AZERBAIGIAN, KAZAKISTAN E UZBEKISTAN

I ministri dell’Energia dei tre Paesi ad inizio mese hanno annunciato la firma di un memorandum d’intesa per esplorare il potenziale congiunto di esportazione di elettricità sfruttando principalmente l’energia eolica e solare. Anche il Kazakistan mira ad aumentare la propria capacità di produzione di energia idroelettrica. Nel delineare i piani di cooperazione, la nota tripartita prevede la posa di “un cavo ad alta tensione” sui fondali del Mar Caspio. Le specifiche tecniche per questa linea di trasmissione sono già state sviluppate, secondo il ministro dell’Energia kazako, Almassadam Satkaliyev: “sarà un modello di business per lo sviluppo dei corridoi di trasmissione internazionali (finanziamenti, flussi di entrate e proprietà) e per la vendita di energia verde ai paesi dell’Unione europea”.

L’OBIETTIVO DI PROMUOVERE LA CONNETTIVITÀ TRANSCASPICA

I tre Paesi si sono subito messi al lavoro. Il 10 maggio scorso Satkaliiev ha dichiarato che è in corso uno studio di fattibilità e che l’Ue ha dato al nascente consorzio un’espressione di “interesse per l’acquisto di elettricità pulita”. Lo studio di fattibilità definirà i dettagli costruttivi e finanziari e si prevede che produrrà le stime preliminari entro la fine dell’anno. È troppo presto per dare un prezzo al progetto o alla quantità di esportazioni di energia coinvolte. “Stiamo parlando di investimenti piuttosto ingenti”, ha detto Satkaliyev.

Lo sforzo per promuovere la connettività transcaspica insito nell’accordo tripartito – scrive Eurasianet su Oilprice – si integra con un progetto economico proposto dagli Stati Uniti e soprannominato “B5+1”, in base al quale gli Stati dell’Asia centrale abbatterebbero le barriere commerciali regionali e creerebbero nuove reti per promuovere commercio e investimenti. Dall’avvio del B5+1 a marzo, i Paesi dell’Asia centrale hanno adottato delle misure per semplificare le regole commerciali. La nota tripartita segna un passo significativo nella promozione della cooperazione regionale che si estende oltre l’Asia centrale, fino ad abbracciare il Mar Caspio. 

I PIANI PER ESPANDERE LA CAPACITÀ DI ENERGIA RINNOVABILE

L’obiettivo di esportare elettricità nell’Unione europea è in linea con i piani svelati da tutti e tre i Paesi per espandere significativamente la capacità di generazione di energia rinnovabile nei prossimi anni. Il principale catalizzatore per le esportazioni di energia è l’Uzbekistan, che entro il 2030 mira a generare ulteriori 20 GW tramite rinnovabili. Raggiungere tale obiettivo aumenterebbe la capacità rinnovabile totale del Paese a 27 GW. Ad aprile il governo ha firmato degli accordi per sviluppare impianti eolici e solari destinati a produrre 12 GW, mentre a maggio l’Uzbekistan ha stipulato contratti per altri 6 GW. “Aumentare l’efficienza del settore energetico è importante per tutta la nostra regione”, ha dichiarato ad inizio mese il presidente uzbeko, Shavkat Mirziyoyev, durante un forum di investitori a Tashkent.

IL RUOLO DI KAZAKISTAN E AZERBAIGIAN

Kazakistan e Azerbaigian sembrano destinati a svolgere un ruolo più di facilitazione nell’accordo sull’esportazione di energia. Considerata l’abbondanza di combustibili fossili, gli obiettivi rinnovabili di Astana sembrano più modesti di quelli dell’Uzbekistan. Il Kazakistan attualmente genera circa 2,9 GW di energia tramite fonti rinnovabili e spera di aggiungere almeno altri 5 GW entro il 2030. Tuttavia, gran parte di questa capacità potrebbe essere necessaria a livello nazionale, poiché il Kazakistan sta affrontando un deficit energetico che nel 2023 lo ha visto diventare un importatore netto di elettricità.

Baku ha l’obiettivo di generare 5 GW di energia solare ed eolica entro il 2030. Il protocollo d’intesa stipulato con Kazakistan e Uzbekistan si basa potenzialmente su un accordo del 2023 che il governo azero ha concluso con i Paesi Ue, tra cui Ungheria e Romania, per esportare energia tramite un cavo sottomarino, attraversando il Mar Nero, con una capacità di 1.000 MW. Lo studio di fattibilità per il progetto è stato condotto prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, sollevando così dubbi sulla sua fattibilità in condizioni di guerra.

L’AZERBAIGIAN FORNISCE ALL’ITALIA GAS E PETROLIO

L’Azerbaigian ha rapporti energetici di rilievo anche con l’Italia. Lo scorso marzo si è svolto un incontro tra l’amministratore delegato di TAP, Luca Schieppati, e il ministro dell’Energia azero, Parviz Shahabazov, e le parti hanno annunciato che, a partire dal 2026, attraverso il TAP fluiranno 1,2 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas, di cui 1 mmc andrà all’Italia e 0,2 mmc all’Albania. Questi volumi si aggiungeranno alla capacità iniziale del TAP già disponibile, pari a 10 miliardi di metri cubi/anno, 8 mmc dei quali vanno al nostro Paese.

Nel 2023 le importazioni di gas dell’Italia dall’Azerbaigian sono state tra il 3% e l’8% superiori ai livelli mensili del 2022. Nell’ambito della strategia Ue di diversificare le forniture dal gas russo, l’Italia ha fatto sempre più affidamento sull’Algeria e sull’Azerbaigian.

Oltre al gas, il Paese caucasico per l’Italia è fondamentale anche nel settore petrolifero: nel 2023 è diventato infatti il nostro maggiore fornitore di petrolio. Lo scorso Baku ha fornito all’Italia circa 11,3 milioni di tonnellate di petrolio, il 25% in più rispetto al 2022.

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