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Carburanti

Il picco dei carburanti? Entro 10 anni. L’analisi Bnef

In una previsione pubblicata all’inizio di questo mese, BloombergNEF stima che la domanda di benzina raggiungerà il picco nel 2030, e il diesel tre anni dopo.

Sono stati mesi difficili per l’industria petrolifera, e il coronavirus potrebbe rivelarsi come il grimaldello in grado di trasformarla radicalmente. Ma c’è un altro fattore di cui le compagnie di settore dovrebbero preoccuparsi e a rivelarlo è BloombergNEF: si tratta del picco della domanda di carburante.

L’ANALISI BNEF

In una previsione pubblicata all’inizio di questo mese, BloombergNEF stima che la domanda di benzina raggiungerà il picco nel 2030, e il diesel tre anni dopo. Di conseguenza, la domanda di greggio del settore dei trasporti stradali raggiungerà il picco nel 2031, ha detto BloombergNEF, con 47 milioni di barili al giorno. Si tratta di un valore superiore alla proiezione della stessa Bnef del 2019, che ha visto la domanda di petrolio per i veicoli leggeri e pesanti raggiungere il picco di 45,1 milioni di barili al giorno.

QUANTO INCIDE IL CARBURANTE SULLA DOMANDA DI PETROLIO

Per rendersi pienamente conto delle implicazioni di questa tendenza, basta considerare che nel 2019, il trasporto su strada rappresentava oltre il 40% della domanda globale di petrolio. Inoltre, il settore ha rappresentato più della metà della crescita totale della domanda di petrolio negli ultimi due decenni. Il picco della domanda di carburanti per il trasporto su strada, quindi, è un possibile indicatore di un picco della domanda di petrolio.

Anche le prospettive immediate per la domanda di carburanti non sono rosee: con i blocchi e le restrizioni alla circolazione internazionale imposte dal lockdown vengono cancellati dieci anni di crescita della domanda, ha sottolineato Bnef. Questo effetto sarà probabilmente temporaneo; man mano che le serrate si attenueranno , la domanda di carburanti comincerà a riprendersi, anche se rimane il dubbio se si riprenderà o meno completamente ai livelli precedenti la pandemia.

I MOTIVI DEL CROLLO

Quali sono dunque i responsabili di questo incombente crollo della domanda di carburante? In primo luogo, c’è l’efficienza dei carburanti: un fattore che, secondo BP, migliorerà talmente tanto che il consumo di energia nel settore dei trasporti aumenterà solo del 20 per cento entro il 2040. BP ha fatto questa previsione l’anno scorso, molto prima del coronavirus. Ma ora, questi cambiamenti potrebbero accelerare.

Oltre all’efficienza del carburante, ci sono anche le alternative ai motori a combustione interna, così come i servizi di ride-sharing, ha evidenziato BloombergNEF, identificandoli entrambi come forze dirompenti per il futuro a lungo termine dell’industria petrolifera. I furgoni elettrici e gli autocarri pesanti a idrogeno sono al centro del cambio di paradigma.

GLI AUTOCARRI E I CAMION

Quanto queste alternative siano importanti per il futuro della domanda di petrolio era evidente già nel rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia del 2017, che sottolineava come gli autocarri pesanti, all’epoca, rappresentavano fino a un quinto della domanda globale di petrolio, ovvero circa 17 milioni di barili di greggio al giorno. Gli autocarri pesanti rappresentavano anche la metà della domanda mondiale di gasolio dell’epoca.

Mentre ora i camion elettrici e gli autocarri a idrogeno si stanno sempre più imponendo sul mercato. La prova più evidente dell’influenza trasformativa di questi nuovi camion sull’industria dei trasporti è stata il debutto in borsa di Nikola, la società che produce sia camion elettrici a batteria che a celle a combustibile a idrogeno, con l’obiettivo di cambiare il volto del trasporto merci. E probabilmente dell’industria petrolifera.

L’ANALISI WOOD MACKENZIE

L’anno scorso Wood Mackenzie aveva previsto che la domanda di petrolio dell’industria dei trasporti avrebbe raggiunto il suo picco prima del 2030. All’epoca, gli analisti di Wood Mac citavano la crescita della popolarità delle auto elettriche, gli standard di efficienza del carburante più elevati e le preferenze dei consumatori. Le raffinerie stavano iniziando a spostarsi verso una maggiore produzione di prodotti petrolchimici a scapito dei carburanti. Tutti fattori che sono stati accelerati dal coronavirus. Senza dimenticare un altro colpo in arrivo: dopo che la pandemia ha rivelato come potremmo ridurre le emissioni di CO2 restando a casa, diverse agenzie internazionali chiedono una ripresa verde, tra cui l’Agenzia internazionale per l’energia.

COSA DICE L’AIE

L’Aie ha scritto in un rapporto la scorsa settimana che “il mondo ha un’opportunità unica nella vita di investire in energia pulita e creare milioni di nuovi posti di lavoro”. L’Aie ha elaborato un piano su come sfruttare questa opportunità e, non sorprende che le riforme dei trasporti siano una parte importante di questo piano. Queste, propone l’Aie, dovrebbero includere incentivi finanziari per passare dalle auto tradizionali ai veicoli elettrici o almeno per passare a veicoli a combustione più efficienti. Il piano prevede anche investimenti nelle ferrovie ad alta velocità e nel miglioramento del trasporto pubblico.

Questo piano – e altri piani, per lo più da parte dei governi europei – probabilmente accelereranno il tasso di riduzione della domanda di carburante, e potremmo vedere un picco del diesel prima della fine del decennio se tutte queste alternative saranno all’altezza della promessa. Se anche i programmi di incentivi alla ripresa verde funzioneranno, i veicoli elettrici supereranno le auto tradizionali prima del previsto.

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