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Decreto Energia

Il problema con i tetti massimi al prezzo del petrolio e del gas

Il presidente della BCE, Christine Lagarde: “Sul price cap ci limiteremo agli aspetti su cui la BCE può essere consultata in merito ai temi di stabilità finanziaria, non al piano politico”

La scorsa settimana sono stati pubblicati due documenti, da due diversi entità: la Commissione Europea a Bruxelles e il Dipartimento del Tesoro a Washington. Il documento della Commissione europea – scrive Tsvetana Paraskova su Oilprice.com – è una proposta per “un nuovo strumento” volto a limitare i prezzi eccessivi del gas in Europa. Il documento del Tesoro è invece una guida sull’attuazione di una politica di price cap nei confronti del petrolio proveniente dalla Russia. Entrambi i documenti sono stati criticati poche ore dopo la loro pubblicazione.

Le due proposte rappresentano i tanto attesi price cap di cui si discute da giugno per il tetto al prezzo del petrolio russo e da settembre per il tetto al prezzo del gas. Nessuno dei risultati finali, però, sembra essere soddisfacente.

LA PROPOSTA DI PRICE CAP DEGLI STATI UNITI

La guida USA sul price cap sul petrolio, ad esempio, fornisce 12 pagine di informazioni su come applicare il tetto, ma non nomina effettivamente il livello di questo limite, poiché se ne sta ancora discutendo e non c’è consenso su quanto dovrebbe essere.

Il tetto deve essere concordato sia dal G7 che dall’Unione Europea: poiché l’UE funge da ottavo partner del gruppo, oltre ad avere tre membri nello stesso G7, gli Stati Uniti stanno aspettando che l’UE concordi il valore del price cap. E la cosa si sta rivelando più complessa del previsto.

L’agenzia Reuters giovedì scorso ha riferito che i leader UE non sono riusciti a concordare un livello massimo, perché la proposta del G7 di considerare una fascia compresa tra 65 e 70 dollari al barile è stata considerata troppo bassa da alcuni Paesi europei e troppo alta da altri.

Per altri – come il veterano e commentatore dell’industria petrolifera statunitense David Blackmon – il limite è uno scherzo: la Russia sta già vendendo il suo petrolio alla Cina e all’India a prezzi nella gamma proposta, quindi il limite cap, in realtà, non limiterà nulla.

Anche la corrispondente dell’OPEC di Energy Intelligence, Amena Bakr, è stata schietta: pochi giorni fa su Twitter ha scritto che “Se non puoi mantenere qualcosa, non fai false promesse. L’UE che cerca di limitare il petrolio a 65-70 è uno scherzo. In che modo quella fascia di prezzo danneggerà il finanziamento della guerra della Russia?”, per poi definire i limite proposto “inefficace”.

Bakr ha aggiunto che, se questo è il livello a cui viene concordato il tetto al prezzo, sarà la prova che l’UE ha riconosciuto l’importanza della sicurezza energetica rispetto alla geopolitica. Se si arriverà ad un accordo resta incerto, perché le differenze sembrano essere piuttosto significative.

La Polonia, ad esempio, non accetterebbe un limite superiore ai 30 dollari al barile, mentre Cipro chiede un risarcimento per l’attività di spedizione che perderebbe a causa del price cap. Anche prima di essere finalizzato, il prezzo massimo del petrolio russo è già stato ridicolizzato.

Nel frattempo, la Commissione europea ha proposto un price cap sul gas per tutte le importazioni nell’Unione Europea, anche questo molto criticato: secondo alcuni, il valore proposto di 275 euro per MWh è troppo alto, e non si attiverà nemmeno in caso di impennata dei prezzi come quella che l’UE ha visto la scorsa estate.

IL PRICE CAP UE SUL GAS E LE REAZIONI DEI PAESI EUROPEI

La proposta UE afferma che i prezzi del gas sul mercato europeo devono rimanere al livello di 275 euro per due settimane, prima che il meccanismo di limitazione venga attivato, ma il Financial Times ricorda che anche quest’estate – quando i prezzi sono saliti temporaneamente a 300 euro per MWh – non sono mai rimasti a 275 euro al MWh per due intere settimane.

Questo basta a rendere inutile il tetto; oltre ad essere inutile, però, secondo alcuni potrebbe essere addirittura dannoso per il mercato europeo del gas. I commercianti e i traders hanno criticato la Commissione europea per aver rischiato di disturbare i mercati dell’energia in Europea e di spingere gli affari dagli scambi trasparenti allo scuro mercato da banco.

Parlando del prezzo massimo del gas, la scorsa settimana la European Federation of Energy Traders ha affermato che “anche un breve intervento avrebbe delle conseguenze gravi, non intenzionali e irreversibili nel danneggiare la fiducia del mercato sul fatto che il valore del gas sia noto e trasparente”.

I CALCOLI DELL’ICE SUGLI IMPATTI DEL PRICE CAP SUL MERCATO TTF

L’ICE, l’operatore di scambio, ha affermato che il costo di un tale intervento sarebbe di 33 miliardi di dollari. Questa è la dimensione dei pagamenti di margine aggiuntivi per i trader che operano sul mercato TTF, poiché con il price cap questi pagamenti aumenterebbero dell’80%, e questo – ha spiegato l’Ice – potrebbe destabilizzare il mercato.

Quindi, da un lato il G7 propone un prezzo massimo per il petrolio russo che mira a ridurre le entrate petrolifere della Russia, mantenendo il flusso di petrolio verso i mercati internazionali: dall’altro, l’Unione Europea propone un meccanismo sul prezzo del gas che probabilmente non verrà mai utilizzato, considerato il valore ipotizzato.

Entrambe le mosse raccontano la stessa storia: cercare di limitare il prezzo al quale la Russia vende il suo petrolio è rischioso, e questo è un rischio che non vale la pena correre in questo momento, agli attuali livelli di inflazione. Anche cercare di limitare le importazioni di gas nell’UE è rischioso, e questo è un altro rischio che non vale la pena correre, soprattutto con l’imminente arrivo dell’inverno.

LAGARDE: SU PROPOSTA PRICE CAP GAS DAREMO UN PARERE NON POLITICO

Intanto, rispondendo ad una domanda sul price cap del gas presentato dalla Commissione europea – che prevede la consultazione della BCE sia per la sua attivazione che disattivazione – la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha dichiarato che “daremo un’opinione legale, limitata agli aspetti su cui la BCE può essere consultata in merito ai temi di stabilità finanziaria. Aspettiamo finché l’analisi legale non sarà completata, ma ripeto che ci limiteremo ai temi relativi alla stabilità finanziaria, non al piano politico”.

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