Skip to content

Il Qatar minaccia l’Ue: taglio del GNL se non cambia la direttiva sulla due diligence

Il Qatar “minaccia” l’Ue, taglio alle forniture di GNL se non si rivede la direttiva che obbliga le grandi aziende, anche straniere, a monitorare l’impatto ambientale e sociale delle proprie catene di fornitura

L’energia è stata una delle pedine di scambio finite sul tavolo delle trattative tra Stati Uniti e Unione europea nella partita dei dazi. E non è un caso, perché il nostro continente dipende in larga parte dalle importazioni di GNL dall’estero, dagli Stati Uniti in primis ma anche dal Qatar che dal 2022 ha fornito tra il 12% e il 14% del GNL importato dall’Europa. Proprio il Qatar ha minacciato di interrompere le forniture di GNL verso l’Ue se Bruxelles non acconsentirà a depotenziare i vincoli ambientali contenuti nella nuova direttiva sulla due diligence aziendale (Csddd).

IN EUROPA CRESCONO LE IMPORTAZIONI DI GAS

Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) le importazioni di gas nell’UE sono aumentate di quasi il 10% nel secondo trimestre del 2025, rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, in gran parte grazie alle importazioni record di gas naturale liquefatto (GNL). Nel 2024, come ricorda il portale del Consiglio europeo, l’UE ha importato oltre 100 miliardi di metri cubi di GNL e con quasi il 45% delle importazioni totali di GNL, gli Stati Uniti sono stati il principale fornitore di GNL all’UE. La chiusura dei contratti con la Russia ha portato a più che raddoppiare le importazioni di GNL dagli Usa rispetto al 2021.

IL QATAR TERZO ESPORTATORE MONDIALE DI GNL

Le tensioni geopolitiche degli ultimi tre anni hanno, infatti, costretto l’Ue a rivedere la mappa dei propri fornitori di energia escludendo la Russia. Il Qatar è uno dei primi mercati da cui i paesi europei importano GNL, il terzo maggiore esportatore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL), dopo Stati Uniti e Australia. Dal 2022 il Qatar ha fornito tra il 12% e il 14% del GNL importato dall’Europa.

L’ITALIA DIPENDE DAL GNL DEL QATAR

L’Italia è il quarto importatore di GNL dell’Ue, con il 10% di tutte le importazioni e, nel primo semestre del 2024, l’Italia ha importato dal Qatar più GNL di qualsiasi altro Paese europeo, pari al 44% del totale. Nel primo semestre del 2024, il 44% delle importazioni di GNL proveniva dal Qatar, il 33% dagli Stati Uniti e il 15% dall’Algeria. E, sempre nel 2024, l’Italia è stato il sesto importatore mondiale di Gnl da Qatar ed Eau, dopo Cina, India, Corea del Sud, Pakistan e Taiwan. Attualmente gli stoccaggi italiani sono pieni al 79,42%.

LE MINACCE DEL QATAR A BRUXELLES

Secondo quanto scritto dal quotidiano Welt am Sonntag, il ministro dell’Energia qatariota, Saad Sherida al Kaabi, ha contattato diversi governi europei, tra questi il Belgio, e la Commissione europea avvertendo che, in assenza di modifiche sostanziali alla norma, Doha e QatarEnergy potrebbero “valutare seriamente mercati alternativi al di fuori dell’Ue, più stabili e favorevoli alle imprese”.

LA NORMATIVA EUROPEA CONTESTA DAL QATAR

La nuova direttiva europea obbliga le grandi aziende a monitorare e gestire l’impatto ambientale e sociale delle proprie catene di fornitura. Come scrive La verità, nel documento del Qatar, lungo quattro pagine e redatto in toni fortemente critici, il governo di Doha esprime una «profonda preoccupazione» per alcune delle disposizioni previste dalla direttiva Cs3d, soffermandosi in particolare sull’articolo 22. Quest’ultimo impone anche alle imprese extraeuropee che vogliano operare nel mercato dell’Ue l’adozione di piani vincolanti di transizione climatica, allineati agli obiettivi ambientali dell’Unione. Secondo il governo qatariota, tali disposizioni sarebbero in contrasto con la legislazione nazionale e andrebbero oltre quanto previsto dall’Accordo di Parigi del 2015.

LA REPLICA BALBETTANTE DELL’EUROPA

La Commissione Ue ha confermato di aver ricevuto la comunicazione e ha ricordato che è stata già proposta una proroga di un anno per l’entrata in vigore della direttiva. A queste parole si sono aggiunte quelle del cancelliere tedesco, Friedrich Merz. “Il rinvio è solo un primo passo, l’abrogazione di alcune direttive è il passo logico successivo”, aveva detto a maggio al suo esordio a Bruxelles, citando la direttiva sulla due diligence.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su