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Il ruolo del gas nella transizione energetica. Parla Bucci (Anigas)

Anigas: Condividiamo il coraggio e l’ambizione del nostro governo nel Pniec nel quale l’esecutivo ha fissato target sfidanti. Ma siamo un po’ perplessi rispetto al percorso intrapreso per raggiungere l’obiettivo che non ci appare chiaro sui costi e gli strumenti da utilizzare

Anigas è tra le più antiche associazioni in Italia: nata nel 1946, agli inizi del processo di metanizzazione in Italia, ha accompagnato il processo di crescita sociale ed economica del paese. Il contesto ora è cambiato e il gas, pur essendo la fonte fossile più pulita, “sconta” il favore delle associazioni ambientaliste e dell’opinione pubblica, più propensa a guardare verso fonti rinnovabili ed elettrificazione. “Per questo il ruolo di Anigas è ora più complesso. Ciò nonostante, nel sostenere l’ambizioso processo di transizione energetica che il nostro Paese ha deciso di intraprendere, sentiamo molto la responsabilità di spiegare come il gas possa contribuire al processo di decarbonizzazione, garantendone una sostenibilità economica e sociale”, ha detto a energiaoltre.it il direttore generale di Anigas Marta Bucci.

Partiamo dal Pniec. Cosa ne pensa del piano gas contenuto nel documento messo a punto dal governo?

“Condividiamo il coraggio e l’ambizione del nostro governo nel Pniec nel quale l’esecutivo ha fissato target sfidanti. Ma siamo un po’ perplessi rispetto al percorso intrapreso per raggiungere l’obiettivo che non ci appare chiaro soprattutto per quanto riguarda i costi e gli strumenti da utilizzare – ha evidenziato Bucci -. In tale contesto, riteniamo sia necessario garantirne una sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale. Il nostro sistema produttivo e manifatturiero, infatti, è alimentato a gas e questo significa che mantenere tale sistema competitivo è fondamentale per la concorrenza dell’industria. Al momento molti settori non possono essere elettrificati perché non esistono soluzioni efficienti ed efficaci per sostituire il gas come fonte. In altri settori come il residenziale, dove si ipotizzano spazi di elettrificazione più importanti, bisogna capire invece la velocità di passaggio: per i nuovi edifici sarà senz’altro più veloce ma per quelli esistenti dove sono presenti, ad esempio, impianti centralizzati ad olio combustibile, riteniamo che il piano debba avere una certa coerenza. E là dove non è possibile o conveniente elettrificare, soprattutto nei centri storici, la riflessione da fare secondo noi è intervenire subito utilizzando le tecnologie a gas come pompe di calore o impianti di microcogenerazione. Insomma, ci sono tante soluzioni che ci consentono di fare efficienza energetica e risparmio delle emissioni che possono essere promosse e sostenute, facendoci guadagnare tempo nel processo di transizione”.

Il presidente di Arera Besseghini, nel corso dell’ultima audizione in commissione Attività produttive, ha rilevato che il Pniec “non affronta con chiarezza le condizioni di ulteriore sviluppo della rete nazionale e di distribuzione locale del gas”

“Quello che riteniamo poco approfondito è la tempistica di attuazione: ci diamo obiettivi sfidanti e una tempistica breve di fronte a un’emergenza climatica urgente. Di fronte a questo scenario dobbiamo valutare il vettore gas che ha ottime potenzialità di decarbonizzazione. Anche perché la stessa infrastruttura gas è diffusa ed è un patrimonio del nostro paese che può garantire costi più efficienti”. In sostanza, ha spiegato il direttore di Anigas “se parliamo del gas come fonte non possiamo pensare a un sistema tutto alimentato a rinnovabili elettriche ma dobbiamo immaginare un sistema fatto di gas e rinnovabili con sistemi di accumulo di flessibilità come il power to gas, e i green gas trasportati attraverso le infrastrutture già esistenti”. Diversamente, ha proseguito Bucci, “se parliamo di vettore gas le considerazioni sono diverse: certamente ci sarà uno sviluppo ulteriore del vettore elettrico ma non possiamo escludere a prescindere le nuove metanizzazioni che vanno valutate di volta in volta anche in base al fattore tempo. Per capire di cosa sto parlando basta un esempio: mentre metanizzare un edificio significa per i residenti poter continuare a utilizzare i loro sistemi di riscaldamento interni, andando a elettrificare stiamo pensando a investimenti più rilevanti ed articolati. Basti pensare alla sostituzione dei radiatori, per arrivare più banalmente a quelli per le pentole a induzione. Dobbiamo, quindi, prendere in considerazione anche la sostenibilità per le famiglie in termini di tariffe e di vita quotidiana. Oltre a dire che ha senso elettrificare solo se tutta l’energia prodotta è rinnovabile”.

Cosa ne pensa della questione gas in Sardegna?

“In Sardegna c’è stato un affidamento da parte del governo di concessioni che sono nate per essere alimentate a gas e prevedevano la realizzazione di reti per la distribuzione. Le aziende che hanno visto assegnarsi queste concessioni hanno ipotizzato un piano economico-finanziario che si sosteneva con il trasporto di metano, e contava sul sistema tariffario della rete. Ora, è chiaro che sono cambiati gli scenari e bisogna sicuramente fare degli approfondimenti, come è vero che a suo tempo si pensava al Galsi per alimentare la rete sarda. Malgrado ciò però, c’è un problema di affidabilità del quadro regolatorio e degli impegni presi dal nostro paese che occorre rispettare. Per risolvere i problemi basti pensare alla socializzazione dei costi che avviene già, per esempio, nel settore trasporti proprio in Sardegna: ci sono, insomma, dei meccanismi che allineano i prezzi e non sono una novità. Pertanto possono essere immaginati meccanismi simili di perequazione anche nel gas per non penalizzare un ambito rispetto ad un altro”.

Sul tema degli investimenti delle reti gas, Besseghini dice sì a investimenti sulle grandi infrastrutture ma no a finanziamenti per la rete di distribuzione

“In questo caso bisogna considerare che gli scenari congiunti presentati da Snam e Terna ci dicono che, anche nell’ipotesi di elettrificazione più spinta, nel 2040 è previsto un consumo nazionale di gas oltre i 60 miliardi di mc: oggettivamente facciamo fatica a pensare che si possa arrivare a 0 nel 2050. Ci sono industrie che non si possono elettrificare, c’è il tema del consumo residenziale, in più pensare a grandi infrastrutture che trasportano volumi di gas contenuti per produrre solo energia elettrica e servire una fetta di industria significa immaginare un sistema gas sovradimensionato e non più competitivo  per via dell’incidenza dei costi di trasporto più alta. Quindi anche su questi aspetti riteniamo valga la pena riflettere ancora perché non crediamo che nel 2050 l’infrastruttura gas, anche quella secondaria, non servirà più, considerando anche la ricerca su green gas, biometano e idrogeno che va avanti. Questo per dire che occorre continuare a investire sulla rete stessa soprattutto per tenerla in ottimo stato ed offrire servizi efficienti ed innovativi ai cittadini. E che l’orizzonte è ancora lungo e occorre fare chiarezza”.

Quali sono i progetti di Anigas per il 2020?

“Innanzitutto ci sentiamo investiti da una grande responsabilità perché rappresentiamo le grandi aziende del paese e in coerenza con questa responsabilità riteniamo sia necessario continuare a interloquire con le istituzioni e l’opinione pubblica per fare chiarezza sul percorso della transizione energetica. Abbiamo l’obbligo di garantire credibilità alle nostre proposte, in funzione dei costi, delle tempistiche necessarie e della maturità tecnologica e riteniamo saggio continuare a far ricerca su innovazione, digitalizzazione e green gas. Dobbiamo assicurare che l’attenzione sui cambiamenti climatici sia anche l’occasione per tradurre tutto questo in qualcosa di concreto. Sta a noi come industria spiegare ai consumatori quali tecnologie abbiamo a disposizione per apportare benefici all’ambiente, così che tutti possano contribuire alla transizione energetica. Un esempio semplice è legato alla mobilità elettrica: ci sono cittadini che hanno possibilità di spesa diversa. Possiamo dunque accompagnare lo sviluppo dell’elettrico affiancandolo ad altre tecnologie come le auto gas, che sono una tecnologia già matura, che dà ai consumatori la possibilità di maggiore scelta. Questa, insomma, è la nostra sfida e l’obiettivo per i prossimi anni”, ha concluso il direttore di Anigas Bucci.

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