Skip to content
edifici commerciali

Il ruolo della decarbonizzazione degli edifici nel Piano europeo per l’edilizia abitativa accessibile

Gli elevati costi di riscaldamento e raffreddamento causati da abitazioni scarsamente isolate e dipendenti dai combustibili fossili sono un fattore che contribuisce all’inaccessibilità economica degli alloggi

L’Unione europea ha scarso potere in materia di edilizia abitativa. Le politiche abitative – misure volte a garantire un numero sufficiente di alloggi di qualità adeguata a soddisfare le esigenze delle persone – vengono in genere decise e attuate a livello regionale o nazionale.

Tuttavia, la crescente crisi dell’accessibilità economica degli alloggi in tutta Europa ha reso l’edilizia abitativa una priorità sempre maggiore a livello UE. Ad esempio, secondo Eurostat, i costi relativi agli alloggi sono aumentati di circa il 30% dal 2010, mentre i redditi reali delle famiglie sono aumentati del 20%.

IL PIANO EUROPEO PER L’EDILIZIA ABITATIVA ACCESSIBILE

Un primo Piano europeo per l’edilizia abitativa accessibile è previsto per il prossimo mese di dicembre.

Secondo la Commissione europea, il piano sarà volto a “sostenere i Paesi Ue e gli enti regionali e locali nel loro impegno a fornire alloggi accessibili e sostenibili”. La Commissione misura l’accessibilità economica degli alloggi in base al “tasso di sovraccarico”, considerando che le famiglie che spendono più del 40% del loro reddito disponibile per le spese abitative sono considerate sovraccariche. Non esiste una definizione comune di edilizia abitativa accessibile nei Paesi Ue.

LA DECARBONIZZAZIONE DEGLI EDIFICI

Secondo il think tank Bruegel, un ambito su cui la Commissione potrebbe intervenire, e su cui il suo piano dovrebbe concentrarsi, è la decarbonizzazione degli alloggi. Gli elevati costi di riscaldamento e raffreddamento causati da abitazioni scarsamente isolate e dipendenti dai combustibili fossili sono un fattore che contribuisce all’inaccessibilità economica degli alloggi. Le ristrutturazioni per l’efficienza energetica e l’aumento dell’elettrificazione sono direttamente correlati alla riduzione delle spese energetiche delle famiglie e possono persino migliorare l’accesso al credito per abitazioni di qualità superiore.

L’onere degli elevati costi energetici ha un impatto sproporzionato sulle famiglie a basso e medio reddito, che vivono in abitazioni meno efficienti e spendono una quota maggiore del loro reddito in bollette energetiche. I proventi del Fondo sociale europeo per il clima (SCF) e del sistema di scambio di quote di emissione per l’edilizia e i trasporti (ETS2) potrebbero essere destinati a programmi di decarbonizzazione degli edifici per rendere le abitazioni più ecologiche e accessibili a lungo termine.

I VANTAGGI DI UN PARCO EDILIZIO DECARBONIZZATO

In media nell’Unione europea le bollette energetiche rappresentano rispettivamente il 5% e il 9% della spesa familiare per le famiglie a basso e medio reddito, con le aree rurali che ne sopportano l’onere maggiore. Ad esempio, le famiglie rurali in Polonia spendono il doppio del loro reddito per il riscaldamento rispetto alle famiglie urbane.

L’ISOLAMENTO TERMICO PUÒ RIDURRE LE BOLLETTE ENERGETICHE

L’isolamento termico può ridurre le bollette energetiche domestiche dal 15% al ​​60%, mentre le pompe di calore consumano da tre a cinque volte meno energia delle caldaie a gas. Sostituire una caldaia a gas efficiente con una pompa di calore ad alte prestazioni può ridurre il consumo energetico dal 60% al 70% e fino al 90% se abbinata a un isolamento di buona qualità. Anche quando i prezzi dell’elettricità sono più del doppio di quelli del gas, come accade in molti Paesi Ue, le pompe di calore sono più economiche da gestire rispetto alle caldaie a gas.

Un parco edilizio decarbonizzato migliorerebbe anche gli standard di vita. Tre quarti degli edifici dell’Unione europea sono classificati come inefficienti dal punto di vista energetico e richiedono un consumo energetico eccessivo per fornire riscaldamento e raffreddamento adeguati, rispetto agli standard moderni.

La povertà energetica, definita come l’impossibilità di permettersi servizi energetici essenziali, colpisce un decimo delle famiglie europee. Gli interventi di efficientamento energetico riducono la domanda e i costi energetici, migliorano il comfort termico e, se abbinati a fonti di riscaldamento pulite come le pompe di calore, riducono l’inquinamento indoor. Questi miglioramenti sono particolarmente importanti per le famiglie a basso reddito, che spesso vivono in alloggi di qualità inferiore.

LE SFIDE ALLA RISTRUTTURAZIONE E ALL’ELETTRIFICAZIONE

Tra il 2016 e il 2020, solo l’1% all’anno degli edifici dell’Unione europea è stato ristrutturato. Ristrutturazioni profonde che hanno ridotto la domanda di energia primaria di almeno il 60% sono state effettuate solo sullo 0,2% degli edifici residenziali. Anche i progressi nella conversione dei sistemi di riscaldamento degli edifici all’elettricità sono insufficienti. Solo un quarto degli edifici nell’UE è elettrificato per il riscaldamento e il raffrescamento.

La Commissione europea prevede 60 milioni di installazioni di pompe di calore entro il 2030, nell’ambito di un’iniziativa volta a sostituire 68 milioni di caldaie a gas e 18 milioni di caldaie a gasolio in uso negli edifici residenziali. Tuttavia, nonostante la crescita delle vendite di pompe di calore durante la crisi energetica, nel 2024 hanno subito un rallentamento, con un dimezzamento delle vendite in Germania e un calo del 25% in Francia.

L’età, la tipologia, la proprietà e i sistemi di riscaldamento degli edifici variano notevolmente tra i Paesi Ue, richiedendo politiche mirate a livello nazionale e regionale. Le case unifamiliari predominano in alcuni Paesi dell’Europa centrale e orientale e nelle aree rurali. Queste richiedono supporto finanziario e tecnico per gli interventi di ristrutturazione e potrebbero essere particolarmente adatte all’installazione di pannelli solari sui tetti come opzione di decarbonizzazione. I grandi condomini, invece, necessitano di politiche che consentano un processo decisionale collettivo, come prestiti legati agli edifici piuttosto che ai proprietari degli appartamenti, per finanziare ristrutturazioni su larga scala.

I VINCOLI FINANZIARI CHE IMPEDISCONO LA DECARBONIZZAZIONE

Gli elevati costi iniziali per le ristrutturazioni energetiche, i lunghi periodi di ammortamento e la volatilità dei prezzi dell’energia ostacolano la decarbonizzazione degli edifici in Europa. I vincoli di liquidità sono particolarmente gravi per le famiglie a basso reddito, ma anche per le famiglie a medio reddito l’accesso a capitali accessibili è limitato.

Ridurre i prezzi dell’elettricità è più efficace che ridurre i costi iniziali per promuovere l’adozione delle pompe di calore. L’elettricità rappresenta il 55% delle spese di una pompa di calore durante il suo ciclo di vita, coprendo acquisto, installazione e funzionamento.

Gli elevati prezzi dell’elettricità, quindi, riducono il vantaggio delle pompe di calore in termini di costi di esercizio rispetto alle caldaie a gas, i cui costi di esercizio sono principalmente determinati dai prezzi del gas. La maggior parte dei consumatori avrebbe una ragione finanziaria per passare a un’altra soluzione, se i prezzi dell’elettricità non fossero più del doppio di quelli del gas. Tuttavia, nella prima metà di quest’anno 19 Paesi Ue presentavano rapporti superiori a 2:1.

L’IMPORTANZA DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Un finanziamento pubblico continuo è essenziale per sostenere la decarbonizzazione del parco immobiliare Ue. Il principale strumento europeo a sostegno della riqualificazione energetica è il fondo per la ripresa economica post-pandemica, il Recovery and Resilience Facility (RRF), nell’ambito del quale sono stati stanziati 81 miliardi di euro per la decarbonizzazione degli edifici. Il RRF scade nel 2026, creando un potenziale deficit di finanziamento.

Questo deficit potrebbe essere colmato, almeno in parte, dal nuovo mercato del carbonio dell’UE (il cosiddetto ETS2), che applicherà un prezzo del carbonio ai combustibili utilizzati per il riscaldamento e i trasporti. A seconda del prezzo del carbonio, si stima che i ricavi dell’ETS2 si aggireranno tra i 342 e i 570 miliardi di euro tra il 2027 e il 2032.

LE SOLUZIONI POLITICHE PER IL PIANO UE PER L’EDILIZIA ABBORDABILE

Per essere efficace, il Piano per l’Edilizia Abbordabile dovrebbe mobilitare il giusto mix di strumenti finanziari e normativi per colmare il divario di investimenti nella decarbonizzazione degli edifici. Nonostante la disponibilità di denaro pubblico, questo divario è stimato a 150 miliardi di euro all’anno fino al 2030.

I fondi pubblici limitati dovrebbero quindi essere utilizzati per stimolare gli investimenti privati, che rappresentano la principale fonte di finanziamento per l’efficienza energetica.

RENDERE L’ELETTRICITÀ ECONOMICA E PULITA

L’UE ha compiuto progressi limitati nell’abolizione dei sussidi ai combustibili fossili. Le norme UE sugli aiuti di Stato consentono ancora il sostegno ai combustibili fossili, inclusi gas e petrolio. I sussidi ai combustibili fossili nell’UE si sono attestati in media tra i 55 e i 60 miliardi di euro all’anno tra il 2015 e il 2021, prima di raddoppiare a 130 miliardi di euro nel 2022, in risposta alla crisi energetica da parte dei governi. Nel 2023, si sono attestati a 110 miliardi di euro, con metà di questi sussidi che non ha una data di eliminazione graduale. Questi sussidi distorcono i mercati, rallentano la transizione energetica e bloccano le emissioni. Con il calo dei prezzi delle materie prime energetiche, i governi devono reindirizzare i sussidi dai combustibili fossili all’elettricità pulita.

In pratica, le famiglie e le piccole imprese in molti paesi europei pagano tasse più elevate sull’elettricità rispetto al gas. Inoltre, nel 2023, le famiglie dell’UE hanno pagato in media il 50% in più per unità di elettricità rispetto alle aziende ad alta intensità energetica, il che riflette le differenze nella ripartizione dei costi di sistema tra i gruppi di consumatori. Tali strutture tariffarie scoraggiano l’elettrificazione e rendono le pompe di calore meno competitive.

SUSSIDI A TEMPO DETERMINATO

I governi potrebbero, ad esempio, adottare sussidi a tempo determinato che colleghino il prezzo dei combustibili puliti a quello dei combustibili fossili che sostituiscono. Se i prezzi dei combustibili fossili diminuiscono, le famiglie riceverebbero un piccolo indennizzo dai ricavi dell’ETS2. Con l’aumento dei prezzi del carbonio e la crescente competitività dell’elettricità pulita, questi pagamenti verrebbero gradualmente eliminati.

ESPANDERE LA PRODUZIONE DI ENERGIA PULITA

Ancor più importante, i Paesi che dipendono dal gas per la produzione di elettricità devono espandere la produzione di energia pulita elettrificando al contempo il proprio parco edilizio. In diversi Paesi, il gas naturale spesso determina il prezzo marginale dell’elettricità, mantenendo elevati i prezzi dell’elettricità.

Gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’ammodernamento della rete devono tenere il passo con l’aumento della domanda di elettricità delle famiglie, per evitare che le emissioni si trasferiscano dalle caldaie a gas domestiche alle centrali elettriche a combustibili fossili e per evitare di vincolare le famiglie a costi energetici elevati.

INTEGRARE LA DECARBONIZZAZIONE DEGLI EDIFICI NELLA STRATEGIA UE PER L’ACCESSIBILITÀ ECONOMICA

Nel Piano per l’Edilizia Abbordabile, la Commissione europea ha l’opportunità di influenzare l’accessibilità economica degli alloggi integrando esplicitamente la decarbonizzazione degli edifici nella sua strategia per l’accessibilità economica, promuovendo la cooperazione regionale e allineando gli obiettivi di politica sociale e climatica.

La Commissione potrebbe anche riconoscere che, nel tempo, i mercati immobiliari probabilmente rifletteranno differenze nelle prestazioni energetiche. Gli immobili con scarse valutazioni di efficienza energetica potrebbero perdere valore con l’inasprirsi dei requisiti di ristrutturazione, mentre le case nuove e ad alta efficienza energetica potrebbero diventare ancora più costose. Ciò sottolinea la necessità di rendere accessibili le ristrutturazioni energetiche per evitare un divario crescente nell’accessibilità economica degli alloggi.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su