Piero Bitetti ha spiegato che le sue dimissioni non erano dovute a “questioni politiche”, ma volevano essere “un gesto eclatante, perché il linguaggio delle intimidazioni e delle offese non deve prevalere”. Oggi alle 16 il vertice al Mimit
All’incontro di oggi pomeriggio sull’Ex Ilva, in programma alle 16 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, parteciperà anche il sindaco di Taranto Piero Bitetti. Come riferisce l’ADN Kronos, infatti, il primo cittadino ha deciso di ritirare le sue dimissioni.
“Non posso pensare che si discuta della nostra città e che non vi sia nessuno a rappresentarla”, ha dichiarato Bitetti all’agenzia di stampa.
LE RAGIONI DELLE DIMISSIONI DEL SINDACO DI TARANTO
Oggi pomeriggio al Mimit il sindaco di Taranto parteciperà alla riunione sull’Accordo di Programma per l’Ex Ilva. Bitetti ha confermato che le sue dimissioni, giunte dopo un violento litigio con alcuni rappresentanti di associazioni ambientaliste, non erano dovute a “questioni politiche”, ma volevano essere “un gesto eclatante, perché il linguaggio delle intimidazioni e delle offese non deve prevalere”.
AL MIMIT PER DISCUTERE DELL’EX ILVA
Bitetti ha spiegato che la risposta che cercava “è arrivata forte e chiara: da più parti sono stato invitato a tornare su miei passi, perché per fortuna a Taranto esiste una maggioranza silenziosa che si esprime con il voto”. Il primo cittadino ha quindi deciso “di ritirare le dimissioni e di mettermi in viaggio per Roma, ho sentito il dovere di rappresentare la città”.
LA SITUAZIONE DELL’EX ILVA DI TARANTO
Alla riunione al Mimit, oltre al sindaco di Taranto e al ministro Adolfo Urso, parteciperanno il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, il commissario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Giovanni Gugliotti, e il sindaco di Statte, Fabio Spada.
Come ha spiegato in un video sul suo profilo X la cronista tarantina Annarita Digiorgio, il vertice di oggi potrebbe non portare alla firma dell’Accordo di Programma. Il ministro Urso aveva infatti dichiarato di voler chiudere l’intesa sulla realizzazione dei tre forni elettrici, rimandando l’approfondimento sul polo DRI ad un secondo momento.