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Il via libera al nucleare italiano entro l’autunno. Isin e Arera perni assetto normativo. Gli interventi a Confindustria

Oggi presso la sede degli industriali italiani il lancio del rapporto dell’AIE: “Il cammino verso una nuova era per l’energia nucleare”. Tra i presenti il ministro Pichetto, il Direttore Fatih Birol e il gotha dell’energia italiana

Il Ddl delega sul nucleare è pronto e potrebbe arrivare in uno dei prossimi Consiglio dei ministri, addirittura insieme al decreto bollette con cui si sta lavorando insieme al ministero dell’Economia. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin lo ha annunciato in occasione del convegno di Confindustria sul nucleare spiegando che si attende la bollinatura del Mef nell’arco di una decina di giorni, visto che al momento è fermo a Palazzo Chigi per la verifica legislativa.
https://www.confindustria.it/home

L’AUSPICIO È IL VIA LIBERA AL DDL SUL NUCLEARE ENTRO L’AUTUNNO

Il ministro si aspetta il via libera alla delega entro l’autunno e ha spiegato che il provvedimento che di fatto creerà il quadro normativo per riportare l’Italia tra i Paesi che si affidano al nucleare, affida a Isin il compito di ente certificatore mentre ad Arera rimane la parte regolatoria visto che “si tratta sempre di energia”.

IL REPORT DI AIE SUL NUCLEARE: 70 GW DI NUOVA CAPACITÀ IN FUTURO

Il convegno di Confindustria è stato l’occasione per presentare il recente report dell’Agenzia Internazionale per l ‘Energia (Aie) “The Path to a New Era for Nuclear Energy” alla presenza del direttore esecutivo Fatih Birol. Il ritorno deciso del nucleare è ormai realtà, ha in sostanza evidenziato Birol, tanto che nel 2025 le previsioni sono per una generazione record di elettricità dall’atomo. Mentre per il futuro di prevede oltre 70 GW di nuova capacità, attualmente in costruzione, in più di 40 paesi in tutto il mondo. Il livello più alto degli ultimi 30 anni, ha osservato Birol che si è soffermato in particolare sugli Small modular reactor che hanno un potenziale enorme ma devono ancora superare una serie di ostacoli legati all’innovazione, alle normative e ai finanziamenti.

PER ORA MERCATO DOMINATO DA CINA E RUSSIA

Per il momento, il rinnovato slancio dietro l’energia nucleare dipende fortemente dalle tecnologie cinesi e russe. Dei 52 reattori che hanno iniziato la costruzione in tutto il mondo dal 2017, 25 di loro sono di design cinese e 23 di loro di design russo. I mercati altamente concentrati per le tecnologie nucleari, così come per la produzione e l’arricchimento dell’uranio, rappresentano un fattore di rischio per il futuro e sottolineano la necessità di una maggiore diversità nelle catene di approvvigionamento, sottolinea il report Aie.

MA È IN CORSO UN CAMBIAMENTO NELLA LEADERSHIP DI MERCATO

È in corso un cambiamento nella leadership di mercato: metà dei progetti che sono in costruzione oggi sono in Cina, che è sulla buona strada per superare sia gli Stati Uniti che l’Unione europea nella capacità di energia nucleare installata entro il 2030. Le economie avanzate ospitano ancora la maggior parte della flotta nucleare mondiale, ma questi reattori sono relativamente vecchi; la loro età media è di oltre 36 anni, il doppio della media altrove. Ringiovanire questa flotta non è stato facile: l’industria nucleare nei leader di mercato di lunga data, come gli Stati Uniti e la Francia, ha lottato negli ultimi anni con ritardi nei progetti e sforamenti di costi per tutti i nuovi reattori su larga scala.

PER L’AIE GLI SMR POSSONO SPIANARE LA STADA A UNA NUOVA ERA PER IL NUCLEARE

Gli SMR competitivi in termini di costi, potenziati dal sostegno del governo e dai nuovi modelli di business, possono aiutare a spianare la strada verso una nuova era per l’energia nucleare, ha detto Aie. La domanda di energia ferma, inviabile e pulita da parte del settore privato è un importante fattore di interesse per queste tecnologie emergenti, e ci sono piani di diversa maturità per un massimo di 25 GW di capacità SMR, in gran parte per soddisfare la crescente domanda di elettricità per i data center. Secondo le impostazioni politiche odierne, la capacità totale di SMR raggiungerà i 40 GW entro il 2050, ma il potenziale è molto maggiore. In uno scenario in cui il supporto politico su misura per il nucleare e le normative semplificate per gli SMR si allineano con una solida consegna industriale su nuovi progetti e progetti, la capacità di SMR è tre volte superiore entro la metà del secolo, raggiungendo i 120 GW, con più di mille SMR in funzione a quel punto. Questo scenario di rapida crescita aumenterebbe gli investimenti richiesti in SMR da meno di 5 miliardi di dollari oggi a 25 miliardi di dollari entro la fine di questo decennio, con investimenti cumulativi di 670 miliardi di dollari entro il 2050

GLI INTERVENTI

ARTIZZU (SOGIN): NESSUNA BARRIERA TECNICA PER RIUTILIZZO SITI CENTRALI. PER RIPARTIRE OCCORRE CURARE ASPETTI LEGALI E REGOLAMENTARI

“Non c’è nessuna barriera ingegneristica o tecnica al riutilizzo dei siti” per le centrali nucleari. “Tutto può essere riutilizzato naturalmente non l’impianto che è in fase di dismissione. Quello che possono ostacolare sono le regole: all’estero ci sono negli stessi siti centrali in funzione, in dismissione e in costruzione” ha detto Gianluca Artizzu, ad di Sogin nel corso del lancio del rapporto dell’Aie sul nucleare. “Abbiamo continuato a produrre tutte le competenze, anche quelle intermedie e basse e l’abbiamo fatto all’interno di un sistema regolamentare di sicurezza. Per far ripartire il nucleare bisogna avere un gran cura delle infrastrutture legali e regolamentare, il ddl ci da una grandissima opportunità ma poi dobbiamo essere noi a svilupparlo”, ha concluso.

ROSSI (ENEL): L’INNOVAZIONE DEVE TRASCINARE TUTTO IL SISTEMA, SERVONO REGOLE E INFORMAZIONE

“Se oggi parliamo di nucleare e lo facciamo con più coraggio e concretezza rispetto a due anni fa dipende anche dalle nuove tecnologie che ci sono oggi come gli Smr e gli Amr. Ci saranno i risultati attesi nel momento in cui si attiverà il concetto di economia di serie. Lo dico perché dietro l’innovazione ci deve stare un’innovazione che trascina tutto il sistema, anche sotto l’aspetto regolatorio” ha evidenziato Nicola Rossi di Enel. “Un altro punto da evidenziare è il tema della stabilità: il percorso di medio-lungo e termine richiede stabilità e la comunicazione e l’informazione sono fondamentali, attraverso loro si crea anche il consenso generale. Terzo elemento fondamentale è il financing: credo ci debba essere un approccio di partenariato pubblico-privato per gestire il rischio di questa nuova tecnologia. Infine la formazione: partiamo da una base importante a livello italiano però dobbiamo crescere anche su questo mentre cresce la filiera”, ha concluso Rossi.

MONTI (EDISON): È OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO DELLA MANIFATTURA A LIVELLO EUROPEE

“Quella del nucleare è una delle ultime opportunità di sviluppo della manifattura europea. È evidente che dobbiamo fare un discorso a livello europeo, quindi ben venga mettere insieme tutte le componenti per portare avanti questi progetti che traguardi verso una fornitura di energia in modo sicuro e competitivo”, ha ammesso Nicola Monti, ad di Edison, nel corso del lancio del rapporto dell’Aie sul nucleare.

DE IULIIS (ASSOCARTA): COMINCIAMO AD ATTUARE REGOLE SU ENERGIA IN STILE FRANCIA

“Dobbiamo portare la nostra industria a rimanere viva, fino a quando le nuove tecnologie” nucleari “saranno una realtà” ha affermato Carlo de Iuliis, Vicepresidente Assocarta. “Se il nucleare arriverà fra 5 anni nel 2030 possiamo cominciare a pensare ad attuare delle regole sull’energia elettrica stile Francia, dando in anticipo l’energia prodotta alle nostre aziende – ha proseguito de Iuliis – impegnandoci sull’energy e la gas release. È fondamentale trovare strade alternative, la tassa sugli Ets ci sta uccidendo sul fronte degli utili”.

FERRAZZA (ENI): BENE L’AZIONE DI GOVERNO, MA SERVE APPARATO LEGISLATIVO CHE DIA SICUREZZA INVESTIMENTI

“Noi guardiamo con favore allo sviluppo delle nuove tecnologie e abbiamo visto con grande favore l’azione di Governo che ha portato al Ddl e sul Ppns (Piattaforma per un nucleare sostenibile, ndr). Assolutamente c’è bisogno di un apparato legislativo per dare sicurezza a chi fa gli investimenti, qualunque essi siano. Sono capital intensive e hanno tempi di costruzione lunghi. Occorre poi vedere come la parte regolatoria non esageri da una parte e aumenti le competenze” ha spiegato Francesca Ferrazza di Eni. “Nel mondo non c’è ancora una parte regolatoria per la fusione, Usa e Uk hanno avviato un lavoro attraverso consultazioni di stakeholder per trovare una regolamentazione le qualità specifiche della fusione che permetta di semplificare l’iter di permitting e consenta alla fusione che arrivi a completezza tecnica in un quadro tecnico che consenta lo sviluppo commerciali”.

GOZZI (FEDERACCIAI): C’È UN TEMA IMPORTANTE LEGATO ALLA DIVULGAZIONE. GLI SMR ASSET STRATEGICO UE

“Preservare la competitività dei siderurgici che sono i campioni del mondo di decarbonizzazione”, ha infine detto Antonio Gozzi di Federacciai nel corso del lancio del rapporto dell’Aie sul nucleare. “Per questo abbiamo avviato un rapporto di collaborazione con Edison, Edf e Ansaldo Nucleare per mettere in pista un grande progetto industriale europeo sugli Smr, macchine coerenti con i bisogni dei distretti industriali italiani, noi ci siamo proposto come off taker ma anche come shareholder per una quota di minoranza”, ha detto Gozzi. “Gli Smr devono essere un asset strategico europeo, abbiamo un primato tecnologico francese e una filiera di moltissime imprese italiane, dobbiamo naturalmente lavorare sui costi, c’ è tanta strada da fare ma mi sembra stiamo sulla strada giunta. Sono preoccupato invece in Europa dove non si dice una parola di nucleare”.

“Nonostante tutto se importo energia dalla Francia non ho un certificato verde, è possibile fare questo? Se si continua così sarà sempre peggio. Infine, credo e Confindustria vuole dare una grande mano su questo, c’è un grosso problema di divulgazione su cosa è il nucleare oggi”, ha concluso Gozzi.

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